Scatta l’emergenza per l’esordio dell’Inter in Champions League in programma il 1 ottobre contro la Stella Rossa Belgrado, il prefetto vieta la trasferta ai tifosi serbi, troppi rischi e minacce tra alcuni gruppi italiani e gli ultrà stranieri
Il clima di attesa per l’esordio dell’Inter in Champions League in programma il 1 ottobre a San Siro è già al culmine e costringe le istituzioni della sicurezza a Milano a prendere rapide contromisure.
Il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia ha infatti disposto il divieto di trasferta ai tifosi della Stella Rossa di Belgrado che si stavano già organizzando per arrivare a Milano e assistere al match.
Una decisione giustificata da ‘preminenti ragioni di tutela dell’ordine, della sicurezza e dell’incolumità pubblica’, così come già accaduto in passato in occasione di altre trasferte a rischio, in Italia e anche a Milano. Il provvedimento comporta il divieto di vendita dei biglietti a persone residenti in Serbia, applicabile a tutti i settori dello stadio di San Siro: e dunque non solo il cosiddetto settore ospite, ma anche tribune e distinti.
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Una decisione ufficiale che include anche il divieto di cessione dei biglietti e la vendita riservata esclusivamente ai possessori della tessera di fidelizzazione dell’Inter: se anche dei tifosi nerazzurri volessero cedere la loro prelazione – in passato spesso è accaduto – questa opzione sarà invalidata al momento del trasferimento nominale del ticket.
Alla base della decisione del Prefetto milanese c’è il timore di scontri tra i Delije, il famigerato gruppo ultras della Stella Rossa, e i tifosi dell’Inter. Ma anche e soprattutto quelli della Roma a causa delle gravissime minacce e degli episodi di violenza che riportano al febbraio dello scorso anno, quando, dopo una partita di basket tra l’Olimpia Milano e la Stella Rossa.
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Un gruppo di circa cinquanta ultras serbi attaccò i tifosi romanisti presenti a Roma-Empoli, sottraendo loro striscioni e stendardi dei Fedayn, noto gruppo ultras della Curva Sud romanista. Questi trofei furono poi bruciati al Marakàna, lo stadio della Stella Rossa, la domenica successiva in occasione della partita di campionato della squadra di Belgrado.
Da quel momento, i tifosi della Roma hanno cercato più volte vendetta. Ad esempio, il 20 ottobre 2023, a Bologna, cinque studenti serbi in Erasmus – che a quanto pare nulla avevano a che fare con il tifo organizzato della Stella Rossa – furono aggrediti con mazze e martelli. Gli inquirenti avevano ipotizzato che dietro l’aggressione ci fossero proprio alcuni ultras romanisti in cerca di rivincita. In un altro episodio, avvenuto a novembre 2023, un gruppo di tifosi giallorossi venne espulso dalla Svizzera per prevenire possibili scontri con i serbi che si stavano muovendo in trasferta in vista della sfida tra la Stella Rossa e lo Young Boys Berna.
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Un clima di violenza e tensione insopportabile che ha spinto le autorità italiane a prendere provvedimenti drastici in vista dell’esordio dell’Inter, temendo che l’arrivo dei serbi potesse costituire un’opportunità per i romanisti di tendere un agguato e riaccendere la rivalità.
Ogni volta che si parla di tifoserie organizzate serbe torna alla mente un episodio, più di ogni altro. È il 2010, a Genova allo stadio Ferraris di Marassi si gioca una partita di qualificazione per l’Europeo tra Italia e Serbia. Un gruppo di hooligan serbi, guidati dal noto Ivan Bogdanov, soprannominato “Ivan il Terribile”, scatena una vera e propria guerriglia sugli spalti. I tifosi serbi lanciano fumogeni e petardi verso il campo, cercando di forzare le barriere per invadere il campo e interrompere ripetutamente il match.
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La partita inizia in ritardo di mezz’ora e viene sospesa prima temporaneamente, per sette minuti, e poi definitivamente poco dopo il calcio d’inizio. Il pubblico viene invitato a lasciare gli spalti mentre la tifoseria serba viene in qualche modo ad arginata dall’intervento delle forze dell’ordine che evita il peggio. Partita annullata, sconfitta a tavolino della squadra serba 0-3, due partite a porte chiuse, una con la condizionale con vendita di biglietti proibita ai tifosi serbi per tutte le partite in trasferta dei due anni successivi.
Ivan Bogdanov divenne il simbolo di quella notte di terrore. Salito su una recinzione dello stadio, guidò i tifosi serbi con gesti di sfida, incitando alla violenza. Le immagini di Bogdanov, mascherato e con le braccia tatuate, fecero il giro del mondo, e pochi giorni dopo, fu arrestato dalle autorità italiane. Questo episodio segnò una delle pagine più nere nella storia degli incontri tra squadre italiane e serbe, consolidando la reputazione di pericolosità degli ultras provenienti dai Balcani.
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Bogdanov venne identificato in Italia insieme a diversi altri tifosi ritenuti responsabili dei fatti di Marassi ed espulso. Appena varcata la frontiera riuscì a scappare facendo perdere le sue tracce. Fu arrestato l’anno dopo, processato e condannato a tre anni e tre mesi di reclusione, pena poi ridotta a due soli anni con sospensione definitiva pochi mesi dopo. Il tribunale di Belgrado aveva ravvisato alcune irregolarità nel processo: e la sua condanna fu derubricata. Qualche anno dopo fu nuovamente fermato e rilasciato dopo alcune intemperanze allo stadio di Belgrado.
Non è la prima volta che Milano si trova a dover gestire situazioni di alta tensione legate alla presenza di tifosi stranieri. In diverse occasioni, le autorità italiane hanno adottato misure preventive per evitare scontri tra tifoserie rivali, specialmente in occasione di partite di rilevanza internazionale.
Un caso analogo avvenne nel 2017, quando, per una partita di Europa League tra il Milan e l’AEK Atene, fu imposto un divieto parziale alla vendita dei biglietti ai tifosi greci. Anche in quell’occasione, si temeva che la presenza dei supporter ellenici potesse innescare scontri con gli ultras milanisti, in un contesto già teso a causa di precedenti violenze avvenute durante incontri tra squadre italiane e greche.
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In realtà anche questo genere di provvedimenti molto spesso viene aggirato dalle tifoserie organizzate, proprio com’era accaduto qualche tempo fa dai tifosi dell’Eintracht Francoforte che si erano presentati in massa a Napoli nonostante il divieto di trasferta imposto dal prefetto. Ufficialmente non sarebbero dovuti entrare allo stadio, e in effetti non lo fecero. La loro era una semplice trasferta di carattere turistico. In compenso sfilarono per tutto il centro città creando problemi e tensioni e scontrandosi a più riprese con le forze dell’ordine che fecero di tutto per evitare che le due tifoserie, quella tedesca e quella partenopea, entrassero in contatto tra loro.
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dalla storica rivalità tra la Stella Rossa e il Partizan Belgrado. Questa inimicizia ha una risonanza anche a Milano, dove gli ultras del Milan sono gemellati con quelli del Partizan. La curva rossonera potrebbe considerare la presenza dei serbi come un’occasione per alimentare tensioni e provocazioni. Anche se i tifosi del Milan non saranno presenti ufficialmente al match – anche perché il Milan sarà in trasferta a Leverkusen – le autorità temono che possa comunque verificarsi qualche episodio legato a questa rivalità, motivo in più per mantenere alta la guardia.