Nuovo sopralluogo dei RIS nella villetta di via Pascoli a Garlasco, a 18 anni di distanza dal delitto di Chiara Poggi. L’obiettivo è la ricostruzione 3D della scena e nuovi accertamenti su una delle tracce
Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, i RIS sono tornati nella villetta di via Pascoli a Garlasco per un nuovo sopralluogo. L’attività, avviata questa mattina è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Pavia come parte di una rinnovata attività investigativa sulla dinamica del delitto, che continua a interrogare la giustizia italiana.

L’intervento degli specialisti del Reparto Investigazioni Scientifiche si concentra sulla produzione di un modello tridimensionale della casa grazie a tecnologie come laser scanner e droni. L’obiettivo, secondo quanto trapelato, è rianalizzare le traiettorie delle tracce ematiche, più che cercare nuovi reperti fisici o biologici.
I RIS a Garlasco, nuova ricostruzione della scena del crimine
Il sopralluogo dei RIS a Garlasco si è svolto con un ampio impiego di strumenti tecnologici all’avanguardia: scanner tridimensionali, laser ad alta precisione e droni per la mappatura interna ed esterna dell’abitazione dove Chiara Poggi fu uccisa il 13 agosto 2007.
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“La finalità è creare una riproduzione fedele e tridimensionale della scena del crimine”, hanno spiegato alcune fonti investigative. Le immagini e i dati raccolti serviranno a valutare nuovamente la disposizione degli spazi e le possibili traiettorie delle macchie di sangue, con l’obiettivo di verificare la compatibilità con le versioni finora emerse.
Garlasco e i RIS: focus sulla traccia 33
Particolare attenzione è rivolta alla cosiddetta traccia 33, una macchia di sangue individuata su un punto preciso della scala interna che conduce alla tavernetta. Quella traccia era stata inizialmente attribuita ad Andrea Sempio, amico di Chiara Poggi e al centro di un’inchiesta parallela negli ultimi anni.
Secondo quanto riferito dalla Provincia Pavese, “i RIS stanno verificando la porzione di muro da cui proviene quella traccia, ma al momento il frammento di intonaco con l’impronta risulta irreperibile”.
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L’avvocato Francesco Compagna, legale della famiglia Poggi, ha spiegato alcuni aspetti di questi rilievi: “Ci era stato comunicato questo accertamento che ci è stato presentato come una ispezione dei luoghi e noi non abbiamo titolo a partecipare, essendo una attività della Procura.”
Il genetista Capra: “Serve il DNA anche dei periti e dei carabinieri RIS”
La famiglia Poggi, attraverso i propri consulenti, sta valutando se chiedere un ampliamento della raccolta del DNA anche a chi ha maneggiato i reperti negli anni. Lo ha dichiarato il genetista Marzio Capra, consulente dei legali della famiglia, sollevando un tema di potenziale contaminazione.
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“Mi pare ovvio che se dobbiamo confrontare delle tracce biologiche è necessario farlo anche con i profili di chi quei reperti li ha maneggiati”, ha affermato Capra. Che sottolinea un altro aspetto: “Vogliamo evitare di trovarci fra anni con un possibile ‘ignoto 3’ o ‘ignoto 4’ che è semplicemente il DNA di un vecchio perito o carabiniere del RIS, oppure il mio che ho partecipato agli accertamenti.”

Garlasco RIS: verso il maxi incidente probatorio del 17 giugno
Gli accertamenti tecnici dei RIS a Garlasco si inseriscono nel contesto del maxi incidente probatorio fissato per il 17 giugno, durante il quale verranno riesaminati tutti i reperti genetici e dattiloscopici principali. L’attività punta a costruire un nuovo impianto probatorio valido per eventuali sviluppi giudiziari.
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Tra le impronte che saranno oggetto di confronto figurano quelle di Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva nel 2015, ma anche quelle di Andrea Sempio, delle gemelle Cappa, dei componenti della famiglia Poggi e degli amici storici di Marco Poggi, tra cui Roberto Freddi, Mattia Capra, Alessandro Biasibetti e Marco Panzarasa.
Una scena da riesaminare: “Vogliamo la verità tecnica, non ipotesi”
Lo stesso legale della famiglia Poggi, Francesco Compagna, ha sottolineato l’importanza di questa fase tecnica: “I carabinieri effettueranno misurazioni, rilevazioni per ricostruire la scena del crimine, comprese le traiettorie delle tracce di sangue. Non si tratta di un’indagine esplorativa ma di un’attività scientifica precisa, necessaria a fornire certezze.”
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In assenza del pezzo di muro originario con la traccia 33, però, gli accertamenti potrebbero rivelarsi parziali o di difficile interpretazione. Resta da chiarire se l’intento della Procura sia quello di cercare elementi nuovi o consolidare l’impianto di prova esistente.
Conclusione aperta: il caso Garlasco resta al centro dell’attenzione
A quasi due decenni dal delitto, il caso di Garlasco continua a generare attenzione e nuovi sviluppi. L’intervento dei RIS e il prossimo incidente probatorio rappresentano una fase delicata, in cui la scienza forense viene chiamata a fornire risposte più che ipotesi.