È morto a 84 anni Ernesto Pellegrini, storico presidente dell’Inter dal 1984 al 1995. Imprenditore di successo e filantropo molto attivo nel sociale, fu l’artefice dello scudetto dei record del 1989 e di una stagione indimenticabile per il club nerazzurro.
È scomparso all’età di 84 anni Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter dal 1984 al 1995, figura centrale nella storia del club nerazzurro.

La notizia della sua morte, avvenuta nella prime ore della mattinata di oggi, 31 maggio, è arrivata a poche ore dalla finale di Champions League che l’Inter disputerà contro il Paris Saint-Germain a Monaco di Baviera. Il club ha annunciato che scenderà in campo con il lutto al braccio.
Chi era Ernesto Pellegrini
Pellegrini, imprenditore nato a Milano nel 1940, ha legato il proprio nome a una delle epoche più gloriose della squadra, in particolare quella dello “scudetto dei record” conquistato nella stagione 1988-1989 con Giovanni Trapattoni in panchina e una rosa composta da fuoriclasse come Matthäus, Klinsmann, Brehme e Rummenigge.
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I funerali si svolgeranno mercoledì 4 giugno, alle ore 15, presso la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. L’Inter e tutto il mondo del calcio piangono una figura che ha lasciato un’impronta profonda non solo in ambito sportivo, ma anche nell’imprenditoria e nel sociale.
Ernesto Pellegrini, una vita tra impresa e passione nerazzurra
Ernesto Pellegrini nasce da una famiglia di ortolani nel quartiere Morsenchio di Milano. Dopo il diploma in ragioneria, lavora come contabile prima di fondare nel 1965 l’Organizzazione Mense Pellegrini, oggi Pellegrini S.p.A., una delle realtà più solide nel settore della ristorazione aziendale e collettiva.
L’azienda si espande negli anni in ambito welfare, distribuzione alimentare, pulizia e sanificazione, arrivando a contare oltre 9mila dipendenti.
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Alla guida del club nerazzurro dal 1984, acquisendola dopo stagioni molto infelici e instabili, Pellegrini era arrivato all’Inter da tifoso sfegatato. In realtà in passato aveva già guidato un altro club milanese, l’Alcione. L’Inter la acquista da Ivanoe Fraizzoli per circa 10 miliardi di lire. Una squadra che non vinceva da tempo e che doveva essere risollevata tecnicamente e finanziariamente. Pellegrini è il 17esimo presidente della storia del club: “Farò finta di non essere scaramantico…” disse con una battuta il giorno della sua presentazione alla stampa.
Lo scudetto dei record
Il momento più alto della gestione Pellegrini arriva nella stagione 1988-89. Con Giovanni Trapattoni in panchina e un gruppo di fuoriclasse internazionali, l’Inter conquista il 13esimo scudetto della sua storia al termine di un cammino trionfale: 58 punti in 34 giornate (all’epoca la vittoria valeva ancora due punti), 26 vittorie, 6 pareggi e solo due sconfitte. In quell’annata l’Inter chiude con undici punti di vantaggio sul Napoli secondo e dodici sul Milan terzo: “Una squadra che resterà nella leggenda” – aveva detto il presidente. Parole rievocate dal club oggi per salutarlo: “Ernesto Pellegrini ha saputo costruire un gruppo forte dentro e fuori dal campo.”
La presidenza di Ernesto Pellegrini
Ernesto Pellegrini ha rappresentato un esempio di presidenza improntata alla discrezione e alla competenza, diventando il simbolo di un Inter vincente e ben gestita. Il passaggio di consegne avvenne nel febbraio del 1995, quando cedette il pacchetto azionario a Massimo Moratti, un altro tifoso sfegatato come lui, figlio di quell’Angelo Moratti che aveva portato l’Inter alla Coppa Campioni: “Sono convinto che riuscirà a fare meglio di me” disse Pellegrini all’epoca.
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Sotto la sua presidenza, il club interrompe un lungo digiuno europeo conquistando la Coppa UEFA nel 1991, battendo in finale la Roma. Un successo bissato nel 1994 con la vittoria contro il Salisburgo. Nel 1989, pochi mesi dopo lo scudetto, arriva anche la Supercoppa Italiana. Pellegrini rappresentato la sintesi di una presidenza fatta di ostinazione e passione, investimenti ma anche una gestione solida e concreta: “Non mi indebiterò mai per l’Inter. E sicuramente lascerò l’Inter meglio di come l’ho trovata…” disse due anni prima di cedere a Moratti.

Il ricordo di Beppe Bergomi
Uno degli uomini simbolo della sua gestione fu Beppe Bergomi che esordì nella sua Inter giovanissimo: “Era un uomo appassionato ma soprattutto competente di calcio, ci conosceva tutti e ci parlava sempre in modo molto diretto e informato. Gli piaceva pranzare con noi alla Pinetina. La sua guida è stata determinante per la crescita della società senza di lui forse l’Inter non avrebbe avuto nel DNA quello che poi l’ha condotta a firmare tanti fuoriclasse e a conquistare il triplete. Un presidente con il cuore grande, che ha sempre aiutato i suoi ex calciatori”.
Ernesto Pellegrini tra politica, sport e impresa
Le reazioni alla sua scomparsa sono arrivate numerose dal mondo dello sport e dalle istituzioni. “Uomo di visione e profonda umanità,” ha commentato il presidente del Senato Ignazio La Russa, altro tifoso dell’Inter.
“Ha lasciato un segno indelebile nella storia del club e della città – dice il sindaco di Milano, Beppe Sala – un imprenditore attento al sociale e presidente dell’Inter dei record”.
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“Un imprenditore lombardo capace e di successo, con l’Inter nel cuore” – ha aggiunto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Mentre Letizia Moratti ha sottolineato l’aspetto umano del suo impegno: “Perdiamo un uomo di cuore, generoso e innamorato della sua Milano molto attento al sociale e capace di fare del bene in silenzio e senza farlo sapere.”
Ernesto Pellegrini e l’impegno nel sociale
Nel 2013 fonda la Fondazione Ernesto Pellegrini ONLUS, con l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà economica. Il progetto simbolo è il Ristorante Ruben, nel quartiere Giambellino, dedicato a un senzatetto conosciuto da Pellegrini in gioventù: un locale in grado di offrire fino a 400 pasti serali tutti al costo simbolico di un euro, sostenuto grazie al lavoro di volontari e alla fondazione.
“Grazie all’Inter ho trovato il vero senso della fede”, scrisse Pellegrini nel libro Una vita, un’impresa, autobiografia pubblicata nel 2016.
L’eredità di Ernesto Pellegrini
Nel 2020 l’Inter ha inserito Ernesto Pellegrini nella Hall of Fame del club, riconoscendo il valore del suo contributo alla storia nerazzurra. In precedenza aveva ricevuto l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro (1990), l’Ambrogino d’Oro (2014) e il premio Imprenditore dell’Anno per la categoria Food & Services (2011).
“Sono triste e addolorato,” ha scritto Karl-Heinz Rummenigge, uno dei simboli della squadra dei record. Come Walter Zenga che ha aggiunto… “Quando perdi una persona cara, l’unica cosa da fare è vivere anche per lei. RIP Presidente.”