Si registra un passo decisivo nell’inchiesta per la morte di Omar Bassi, l’indagine va avanti ma la procura che indaga ora è quella di Busto
C’è una svolta nella tragica vicenda di Omar Bassi, il giovane di 23 anni originario di Bollate morto dopo un malore mentre era in vacanza con i genitori.
Le cause del malore, come ipotizzato dai familiari del giovanissimo, sarebbero da ricondurre a un episodio sul quale gli inquirenti stanno ancora cercando di fare piena chiarezza. L’indagine ora dalla procura di Reggio Calabria è trasferita ufficialmente e definitivamente alla procura di Busto Arsizio.
La procura di Busto Arsizio ha aperto così un fascicolo per omicidio preterintenzionale, un reato che prevede la volontarietà dell’azione lesiva, pur senza l’intenzione di provocare la morte.
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Due sono i fatti sui quali si indaga. La rissa scoppiata in una discoteca di Origgio durante la festa di compleanno del cugino di Omar nel corso della quale il giovanissimo sarebbe stato picchiato da cinque buttafuori, con calci e pugni – anche alla testa, dicono i testimoni – quando ormai era a terra. Ma anche uno dei ricoveri successivi ai malesseri di Omar, dal quale il giovane era tornato a casa con una prescrizione per pochi antidolorifici e qualche giorno di prognosi.
Il fascicolo al momento è aperto contro ignoti, ma l’indagine si concentra soprattutto sui cinque buttafuori presenti quella sera nella discoteca di Origgio, la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti. Anche se non sono ancora stati formalmente indagati, il loro coinvolgimento è oggetto di approfondite verifiche, alla ricerca di prove che possano confermare o smentire l’ipotesi accusatoria.
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Il caso è particolarmente delicato, poiché coinvolge una molteplicità di elementi che devono essere attentamente valutati: dalle testimonianze dei presenti, che potrebbero fornire dettagli cruciali sull’aggressione, all’analisi delle lesioni riportate da Omar e alla valutazione dell’operato dei medici dell’Ospedale di Garbagnate Milanese, dove il giovane si era rivolto subito dopo il presunto pestaggio. La famiglia di Omar, intanto, vive un doppio dramma: la perdita del figlio e il doloroso cammino verso la verità, in attesa di risposte che possano chiarire cosa sia realmente accaduto quella notte di luglio e nelle settimane successive.
Un fatto che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha aperto una serie di interrogativi inquietanti che stanno ora sotto l’occhio attento della giustizia.
Dopo quanto accaduto nella serata del 20 luglio scorso, la notte della festa, la discoteca sotto inchiesta è chiusa.
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Secondo le testimonianze dei parenti presenti, i buttafuori avrebbero aggredito fisicamente i due fratelli, provocando ferite che si sarebbero rivelate fatali.
Dopo l’aggressione, Omar si è recato al pronto soccorso due volte. La prima torna a casa dopo qualche ora di inutile attesa. La seconda, all’Ospedale di Garbagnate Milanese, viene sottoposto a una TAC per verificare eventuali danni cerebrali. L’esame, tuttavia, non evidenzia lesioni significative, e Omar viene dimesso.
Due settimane dopo, durante una vacanza a Bianco, in Calabria, il giovane accusa un malore improvviso. Si tratta di una emorragia cerebrale devastante che lo conduce alla morte all’ospedale di Reggio il 5 agosto, nonostante i disperati tentativi dei medici della rianimazione di salvarlo.
La procura di Reggio apre subito una inchiesta: un atto dovuto di fronte a una morte poco chiara che consente l’autopsia sul corpo di Omar.
L’esito dell’esame postmortem sarà fondamentale per capire se vi sia un collegamento tra le ferite riportate durante l’aggressione e la successiva emorragia cerebrale.
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Ma di fronte alle denunce dei genitori di Omar, del quale lunedì si sono svolti i funerali in una cornice di amici e di folla davvero commovente, la procura di Reggio dispone di trasferire gli atti ai colleghi di Busto Arsizio, competente per territorio riguardo all’episodio avvenuto in discoteca.
Non si tratta solo di un fatto tecnico. Il malore sarebbe una conseguenza. E la causa è stata o il pestaggio in discoteca o il mancato ricovero a Garbaganate.
La notizia dell’apertura del fascicolo da parte della Procura di Busto Arsizio giunge il giorno dopo i funerali di Omar, celebrati nella chiesa di Cascina Nuova, frazione di Bollate dove la famiglia Bassi risiede. Una cerimonia toccante, che ha visto la partecipazione di numerosi amici e parenti, accorsi per dare l’ultimo saluto a un ragazzo descritto da tutti come solare, generoso, pieno di vita. Una vita spezzata in circostanze ancora poco chiare, che ora devono essere ricostruite pezzo per pezzo dagli inquirenti.
Il caso di Omar Bassi si inserisce in un quadro più ampio di riflessioni sulla sicurezza nei locali notturni e sui comportamenti di chi è incaricato di garantire l’ordine all’interno di questi contesti.
Il locale è chiuso. A tempo indeterminato. Quello drammatico che ha portato alla tragica fine di Omar Bassi è uno dei molti episodi di violenza che, purtroppo, continuano a verificarsi troppo spesso in numerosi locali notturni.