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Cronaca

Shiva condannato, sentenza pesantissima del tribunale di Milano: carriera a rischio

Si chiude con una dura condanna il processo per tentato omicidio nei confronti del trapper milanese Shiva che finirà in carcere, ecco l’esito del processo e le sue conseguenze sulla carriera dell’artista

Sei anni e mezzo di reclusione. È la pena inflitta dal tribunale di Milano al rapper Shiva, all’anagrafe Andrea Arrigoni, riconosciuto colpevole di duplice tentato omicidio, detenzione e porto abusivo d’arma, oltre che di ricettazione.

Shiva, Andrea Arrigoni, 24 anni: condannato a sei anni e mezzo – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Una sentenza pesantissima che getta un’ombra davvero molto buia su quella che sarà la carriera artistica del giovane trapper, già noto per la sua musica controversa e per le tematiche affrontate nei suoi brani.

Shiva, pestaggio e sparatoria

La vicenda che ha portato alla condanna di Shiva risale all’11 luglio dello scorso anno. Secondo l’accusa, il trapper avrebbe esploso alcuni colpi di pistola contro due persone, due atleti di mixed martial arts molto noti a Milano, che gli avevano teso un agguato nel cortile dell’etichetta discografica ‘Milano Ovest’, situata in via Cusago a Settimo Milanese. Era lì che Shiva registrava i suoi brani in vista di una pubblicazione e si riuniva con i suoi collaboratori più stretti. Una questione legata a dissing e liti tra artisti che purtroppo, come spesso accaduto nel corso degli ultimi anni, è andata molto al di là del buon senso e del lecito.

Alessandro Maria Rossi, 25 anni, e Walter Pugliesi, 30 anni, questi i nomi dei due fighter ritenuti vicnii al 7Zoo di San Siro, una crew di trapper rivale di Shiva e del suo staff, erano finiti a loro volta iscritti nel registro degli indagati.

Secondo quanto ricostruito dall’istruttoria attraverso diverse testimonianze, Rossi e Pugliesi l’11 luglio avevano aggredito Shiva e alcuni suoi collaboratori per un vero e proprio pestaggio. Un assalto in piena regola, con il volto coperto da un passamontagna. Ma all’aggressione Shiva reagisce a colpi di pistola. Cinque colpi sparati in rapida successione, che secondo l’accusa vengono esplosti ad altezza d’uomo: per uccidere.

Il processo

Durante il processo, celebrato a porte chiuse e con il rito abbreviato, il 24enne è stato riconosciuto colpevole per tutti e tre i capi di imputazione. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.

Gli avvocati difensori del trapper, Daniele Barelli e Marco Campora, hanno preso atto della sentenza annunciando ricorso in appello contro la sentenza: “Shiva è un ragazzo forte e coraggioso che ha reagito a una spedizione paramilitare da parte di due picchiatori professionisti – dicono i suoi legali uscendo dal tribunale – faremo appello, siamo convinti che la sentenza non tenga conto di molti elementi che devono evidentemente essere sottolineati con ancora maggiore attenzione e insistenza”.

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Shiva a dicembre aveva chiesto scusa per questo episodio, accettando di pagare un consistente risarcimento alle sue vittime. E per questo era stato scarcerato dalla sua cella di Ascoli Piceno. E aveva potuto fare ritorno a casa. Una decisione figlia dell’assunzione delle proprie responsabilità.

Non tornerà in carcere

Tuttavia nonostante la condanna Shiva, 24 anni, non tornerà in carcere: “Continuerà a scontare la pena ai domiciliari in attesa dei successivi gradi di giudizio – dicono i suoi legali – rispettiamo le sentenze e leggeremo le motivazioni ma siamo sicuri delle nostre tesi. Abbiamo sostenuto con i nostri consulenti che non si tratta di tentato omicidio così come una perizia balistica dimostra che tutti i colpi sono stati sparati verso il basso”.

Una tesi difensiva, che sulla base anche delle ammissioni di responsabilità di Shiva-Arrigoni puntava a uno sgravio di accuse e pene verso un eccesso di legittima difesa, ma che non è stata ritenuta plausibile ai giudici.

Una carriera a rischio

Il caso giudiziario dunque va avanti. Ma è impossibile non riflettere sulla carriera musicale di Shiva, che ha avuto un impatto significativo sulla scena trap italiana. Andrea Arrigoni, nato nel 1999 a Milano, ha iniziato la sua carriera musicale giovanissimo, affermandosi rapidamente come una delle voci più rilevanti del trap italiano.

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Shiva è noto per le sue liriche crude e realiste, che spesso trattano temi come la vita di strada, la violenza e le difficoltà quotidiane affrontate dai giovani nelle periferie urbane. Il suo stile musicale è caratterizzato da beat pesanti e ritmi serrati, che si sposano perfettamente con i suoi testi taglienti.

Il suo album di debutto, Tempo Anima (2017), ha subito catturato l’attenzione del pubblico e della critica, segnando l’inizio di una carriera in rapida ascesa. Con brani come Mon Fre e Routine, Shiva ha poi consolidato la sua posizione nella scena musicale italiana, attirando un pubblico sempre più vasto.

I Successi e le Controversie

Nel corso degli anni, Shiva ha continuato a pubblicare musica di successo, con collaborazioni importanti e ad ampio respiro con numerosi altri rapper ma anche con producer più tradizionali come gli Eiffel 65.

Il trapper Andrea Arrigoni in arte Shiva alla sinistra del suo avvocato – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Una carriera quella di Shiva non esente da controversie. Le tematiche affrontate nei suoi testi, spesso incentrate su crimini e violenza, hanno sollevato anche numerose critiche da parte di chi ritiene che la sua musica possa influenzare negativamente i suoi giovani fan. Nonostante le polemiche, Shiva ha sempre difeso la sua arte, sostenendo che le sue canzoni riflettono semplicemente la realtà della vita nelle periferie urbane.

Il Futuro Shiva

La condanna a sei anni e mezzo di reclusione rappresenta un duro colpo per la carriera di Shiva. Il trapper continuerà a scontare la pena ai domiciliari, cercando di mantenere il contatto con i suoi fan attraverso i social media e, possibilmente, rilasciando nuova musica.

Tuttavia il futuro di Shiva rimane incerto. Non si tratta certo di un caso isolato, basti pensare alla vienda giudiziaria e artistica di un altro rapper tra i più amati e conosciuti dal pubblico giovane, Baby Gang, anche lui al centro di un clamoroso caso giudiziario che dopo una condanna a quasi cinque anni di carcere si è evoluta proprio pochi giorni fa in una clamorosa sentenza…

Stefano Benzi

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupandomi di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.