Non si allenta la morsa del maltempo su Milano con temporali attesi anche per tutta la giornata di domani, lunedì
Ancora una grave emergenza maltempo per Milano e tutta la Lombardia, oggetto di eventi meteorologici estremi che stano mettendo in difficoltà infrastrutture e rete idrica.
La perturbazione numero #3 di settembre arrivata a Milano ieri ed è esplosa in modo molto intenso fin da questa mattina. Le prime precipitazioni si sono abbattute su Milano immediatamente dopo mezzogiorno e non accennano a diminuire. Niente grandine sul capoluogo almeno per ora. Ma pioggia battente intensa, a tratti davvero molto violenta.
Anche in considerazione di questo il Centro Funzionale Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardia ha emesso una nuova allerta meteo che inizialmente era prevista solo per la giornata di oggi e che invece si è estesa a tutta la giornata di domani, evidenziando dunque la gravità della situazione.
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Le previsioni hanno indicato la possibilità di temporali diffusi, con picchi locali fino a 100 millimetri di pioggia, un volume d’acqua capace di mettere in crisi anche i sistemi di drenaggio più efficienti.
La criticità della situazione è stata sottolineata dall’emissione di un’allerta arancione per rischio idrogeologico in diverse aree, tra cui la Valchiavenna, i Laghi e le Prealpi Varesine, le zone Occidentali e Orientali, le Orobie Bergamasche e la Valcamonica. Questa classificazione non è un semplice dato tecnico, ma un campanello d’allarme che richiama l’attenzione su potenziali frane, smottamenti e allagamenti.
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Il capoluogo lombardo si ritrova ancora una volta al centro dell’attenzione a causa di un’ondata di pioggia davvero molto intensa e a pochissime ore dagli allagamenti di qualche giorno fa che avevano causato danni e preoccupazione in tutta la città.
L’allerta gialla emessa per Milano non è stata solo un avviso meteorologico, ma un richiamo alla vigilanza per una città che si sta rivelando estremamente fragile e problematica e che negli ultimi anni, ha dovuto fare i conti con la vulnerabilità del suo tessuto urbano di fronte a eventi meteorologici intensi.
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Il Centro Operativo Comunale (COC) della Protezione Civile ha attivato un monitoraggio costante dei livelli idrometrici dei fiumi Seveso e Lambro, due corsi d’acqua che attraversano aree densamente popolate e che, in passato, hanno causato esondazioni e disagi significativi. Una sorveglianza 24 ore su 24 che è diventata una vera e propria necessità in un contesto di cambiamento climatico che rende sempre più imprevedibili le precipitazioni. Non era mai accaduto che Milano subisse così tanti disagi a distanza così ravvicinata da un evento temporalesco e l’altro.
Ad agosto tutta la parte sud della città era completamente andata in tilt con numerosi allagamenti a causa di un solo violentissimo temporale che in pochi minuti aveva scaricato una gran quantità d’acqua che la rete di tombini e pluviali non era stata in grado di drenare.
Numerose le zone che ancora una volta si sono allagate con rallentamenti pesanti per il traffico urbano di superficie. Preoccupazione anche per le linee della metropolitana che nelle ultime settimane in occasione di altre emergenze meteoclimatiche hanno visto alcune stazioni allagate, e dunque chiuse al traffico.
Numerose le telefonate con richiesta di intervento ai vigili del fuoco. Diversi anche i casi di blackout che hanno interessato condomini o interi blocchi, in particolare nelle zone di Lambrate e Città Studi.
Gli interventi recenti, come la realizzazione di vasche di laminazione per il Seveso, una sorta bacini scolmatori che avrebbero dovuto togliere pressione alle ondate di piena del fiume che attraversa la parte occidentale della città, sembravano essere un passo nella giusta direzione. In realtà il percorso di adattamento della rete idrica cittadina sembra solo all’inizio e dovrà essere molto più ampio e ambizioso.
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La sfida è quella di trasformare l’intera città in una “spugna urbana”, capace di assorbire e gestire grandi quantità d’acqua in breve tempo.
Le conseguenze di questi eventi meteorologici non si limitano al rischio idrogeologico. I venti forti, che in montagna possono raggiungere i 70 km/h, rappresentano un pericolo per la stabilità degli alberi in ambiente urbano, con il rischio di cadute che possono danneggiare veicoli, edifici e, nei casi più gravi, mettere a repentaglio l’incolumità delle persone.
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Negli ultimi mesi è accaduto più volte non solo che sottopassi si allagassero completamente, paralizzando il traffico in diverse zone della città, ma anche il crollo di alberi in qualche caso vecchi e malati, le cui radici sotto l’asfalto si erano rivelate incapaci di reggere le folate di vento più forte.
Le raccomandazioni delle autorità ai cittadini sono diventate un mantra ripetuto ad ogni allerta: non sostare in aree a rischio esondazione, evitare i sottopassi, mettere in sicurezza oggetti che possono essere spostati dal vento. Queste precauzioni, per quanto necessarie, sono un sintomo di una convivenza forzata con il rischio che richiede una risposta più strutturale.
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Il mese di settembre è iniziato all’insegna delle emergenze. La Lombardia non ha certo il problema della gestione delle acque: se mai sta diventando significativo il disagio di uno spreco rispetto ad altre aree del paese che vivono il drammatico problema opposto, quello della siccità.
Per Milano si prevedono almeno altre 24 ore di monitoraggio costante e continuo. Le piogge dovrebbero continuare per tutta la notte prima che la perturbazione si sposti al sud. Importante la diminuzione della temperatura che dal caldo afoso dei giorni scorsi rientra leggermente al di sotto delle medie di fine stagione.