Clamorosa reazione d’orgoglio del Milan che nel suo momento più difficile dopo un avvio di stagione disastroso vince la partita più importante e conquista il derby d’andata con un gol di Gabbia negli ultimi minuti di gioco
Vince il Milan. E vince con merito al termine di una partita che la squadra rossonera ha interpretato con maggiore enfasi e soprattutto con più voglia di vincere.
Inter al di sotto delle aspettative. Non meglio di quella vista a Genova, sicuramente più permeabile di quella ammirata a Manchester con il City.
Un derby attesissimo per tanti motivi. L’Inter ha di fronte la possibilità di centrare un record storico di sette vittorie consecutive ritoccando un primato del Milan che risale al dopoguerra. Due volte i rossoneri si sono fermati a quota sei vittorie, nel 1911 e nel 1946. Ma oltre alla supremazia cittadina e alla voglia di scaraventare definitivamente all’inferno un Diavolo in piena discussione dopo le prime partite non molto convincenti sotto la guida di Fonseca, c’è anche una classifica nella quale è necessario recuperare i punti già persi per strada.
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Pubblico straordinario. Oltre 75mila presenze e record di incassi: sette milioni di euro. Tanti applausi bipartisan per il minuto di raccoglimento dedicato a Totò Schillaci. Che per i tifosi del Milan non è un ex nerazzurro ma solo un giocatore della nazionale ancora molto amato.
Inizio frizzante di un primo tempo nel quale la fase di studio si esaurisce a poche schermaglie. La prima occasione è del Milan: bello sviluppo di un’azione che porta Alvaro Morata alla conclusione, un rimpallo lo aiuta, il tiro è teso. Ma Sommer chiude in calcio d’angolo. Tra i più attivi c’è Christian Pulisic: l’americano scappa seminando avversari poi, al momento del tiro si perde. Ma la difesa dell’Inter fatica ad arginarlo. Evidentemente non è un caso che sia proprio Pulisic a sbloccare il risultato: palla soffiata agilmente a Mkhitaryan, slalom ubriacante nel cuore della difesa nerazzurra e finisher precisissima alle spalle di Sommer. Bel gol, brillano le individualità del Milan.
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Al 14’ tensione in campo. Pulisic stende Bastoni con un intervento piuttosto duro e il difensore nerazzurro reagisce con uno spintone: Mariani è sul pezzo, calma tutti e non estrae nemmeno un cartellino. Il primo a farsi vivo nell’Inter è Lautaro che cerca la botta al volo. Alta.
A Inzaghi la manovra dell’Inter non piace. Squadra troppo statica: vuole più movimento il mister dell’Inter. Lautaro obbedisce: suo l’appoggio che libera Federico Dimarco con un assist pregevole: il sinistro in diagonale è perfetto. E vale il pareggio.
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Ancora Dimarco protagonista. Al 32’, un rimpallo lo aiuta per confezionare un tiro di grande potenza dalla lunga distanza che sfiora il palo. Calcio e calci: in rapida successione arrivano i cartellini gialli per Fofana e Calhanoglu, partita non cattiva. Se mai nervosa. Al 42’ l’Inter sfiora il vantaggio. Altro appoggio delizioso di Lautaro, stavolta per Thuram. La parata di Maignan sulla conclusione del francese è stratosferica. E sugli sviluppi del corner, Thuram ha un’altra occasione ma non trova l’attimo giusto. Primo tempo piacevole che si chiude con uin pareggio sostanzialmente giusto.
L’avvio del Milan è davvero dirompente. Subito pericolosissima la squadra rossonera con un gran colpo di testa Rafa Leao che impegna severamente Sommer, bravo a respingere. Ottimo il cross di Emerson Royal. Immediatamente dopo ancora Sommer è costretto a uscire a valanga su Abraham che si avventa su un pallone un po’ troppo vicino alla porta nerazzurra. Palla calciata lontano, e l’inglese rimane contuso sul contrasto.
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È il momento forse più equilibrato del match. Il Milan si sgancia con efficacia e crea nuove insidie: altro pallone di Emerson Royal in mezzo, Leao stavolta non ci crede abbastanza e l’azione sfuma. L’Inter risponde con una splendida azione che si sviluppa sulla sinistra: Dimarco è anticipato con un tackle chirurgico da Gabbia che chiude in calcio d’angolo la sua progressione.
Milan ancora pericolosissimo: affondo di Leao a sinistra, salta due uomini e appoggia al centro per Reijnders, tiro velenosissimo, con lo schiaffo, leggermente deviato e Sommer para ancora in calcio d’angolo.
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Al 65’ sugli svilippi del calcio d’angolo Mariani fischia un calcio di rigore su un controllo di Lautaro poco ortodosso. Poi va al VAR e annulla tutto. Palla toccata con la spalla sinistra… non con il braccio.
Il secondo tempo scivola via con qualche emozione da una parte e dall’altra, le occasioni ci sono ma il gol non arriva nonostante un paio di ottime occasioni. Milan pericoloso nell’area di rigore avversaria all’84’ quando Okafor ha la possibilità di sferrare una zampata verso la porta avversaria. Tiro sporco deviato da Zielinski che arriva spento tra le braccia di Sommer. All’89’ il colpo di scena più clamoroso. Dimarco ferma irregolarmente Loftus Cheek concedendo un calcio di punizione insidioso. Il pallone messo in mezzo da Reijnders è perfetto per lo stacco di testa di Gabbia che colpisce con forza e insacca. L’uomo che doveva uscire per crampi sale sull’Olimpo del derby.
L’Inter si riversa in avanti ma sembra in netto affanno fisico: Darmian ha una grande occasione di testa, tutto solo, ma stacca male e la sua deviazione su cross dalla sinistra finisce altissimo… Subito dopo è Okafor che in contropiede spedisce alto il palone del KO. Nemmeno il tempo di disperarsene…
Al fischio finale la parte più piccola di San Siro può esplodere. Vince il Milan, il record cade e la tifoseria rossonera ha di nuovo qualcosa della quale vantarsi dopo giornate di pena e preoccupazione.
Un risultato sostanzialmente giusto, con l’Inter che non alza particolarmente il suo livello di gioco rispetto ai pareggi scritti nelle prime quattro partite, e un Milan decisamente molto più disinvolto e in palla. Nonostante un Leao ancora una volta a corrente alternata, anche se quando si accende il portoghese diventa devastante. Prima del gol decisivo il Milan costruisce diverse occasioni e tre palle gol nitidissime costringendo Sommer ad alcuni interventi davvero importanti, da MVP della serata.
Si muove la classifica dei rossoneri in una di quelle serate che possono cambiare i destini di una stagione e di un allenatore. Fonseca, fino a ieri contestatissimo, e messo sulla lista dei partenti con tanto di hit parade dei potenziali sostituti, esce tra gli applausi.
INTER-MILAN 1-2
11’ Pulisic, 28’ Dimarco, 89’ Gabbia
Inter (3-5-2) – Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni (83’ Carlos Augusto); Dumfries ( 63’ Darmian), Barella (72’ Zielinski), Calhanoglu (63’ Asllani), Mkhitaryan (63’ Frattesi), Dimarco; Lautaro, Thuram. Allenatore Simone Inzaghi.
Milan (4-4-2) – Maignan, Emerson Royal, Gabbia, Tomori, Theo; Pulisic (78’ Okafor), Fofana, Reijnders; Rafa Leao; Abraham (90’+2 Chukwueze), Morata (78’ Loftus Cheek). Allenatore Paulo Fonseca.
Arbitro: Maurizio Mariani di Roma
Ammoniti: Fofana, Mkhtaryan, Calhanoglu, Simone Inzaghi, Asllani, Dimarco