Dopo l’eliminazione al Mondiale per Club, l’Inter cerca un chiarimento al suo interno tra le dure parole di Lautaro, le riflessioni di Chivu, e la cautela di Marotta. Scoppia il caso Chalanoglu.
Non è probabilmente un caso che uno dei primi ad affrontare i microfoni dopo la brutta sconfitta contro il Fluminense sia proprio Lautaro Martinez che davanti ai giornalisti parla da capitano e da leader.
L’argentino scatena una polemica destinata a lasciare il segno. O forse a chiarire una volta per tutte quanto, visto da fuori, sembra già estremamente chiaro. E cioè che Hakan Calhanoglu sembra ormai definitivamente fuori dal progetto.
Le parole di Lautaro Martinez hanno il tono di un j’accuse: “Dobbiamo guardarci dentro. Non è questo il modo in cui si rappresenta l’Inter. Se qualcuno non ha più voglia di lottare per questa maglia, è giusto che lo dica e se ne vada”.
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Un messaggio chiaro, durissimo, che suona come un avvertimento a compagni e dirigenti. Il capitano nerazzurro ha poi aggiunto: “Abbiamo perso troppe partite importanti, quasi tutte quelle decisive quest’anno. Serve cambiare mentalità. Io sono il primo responsabile, ma serve gente che dia tutto, sempre”.
Lautaro non fa nomi e non mette nessuno sul banco degli imputati. Ma il riferimento è chiaro. Poi l’attaccante conclude parlando della stagione nel complesso: “Fare 63 partite è un’enormità. Non è una scusa, ma è la realtà. Siamo arrivati scarichi, forse anche confusi. Ma questa maglia merita rispetto, anche quando si perde”.
Più pacato, ma non meno diretto Cristian Chivu che ha provato ad analizzare la sconfitta con lucidità: “Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. Il Fluminense è una squadra esperta, ben allenata, sicuramente in ottima condizione. Il gol subito dopo tre minuti ha complicato tutto. Ma non possiamo attaccarci solo a quello. Abbiamo creato, ma con poca lucidità. Troppe volte ci siamo fatti prendere dalla fretta”.
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Il tecnico rumeno ha poi commentato l’episodio della rissa sfiorata con Portaluppi: “Sono episodi spiacevoli. In certe competizioni serve più rispetto da parte di tutti, soprattutto da chi ha l’esperienza e l’età per evitare di complicare le cose. L’atteggiamento del loro allenatore non è stato corretto, ma non può essere un alibi. È stato solo un episodio…”
Quanto alle prospettive future… “Siamo cresciuti tanto nel corso del torneo e abbiamo fatto anche alcune cose buone. Ma non è bastato. Ora servirà sedersi, calmarsi e a mente fredda capire cosa e come migliorare. Io ho dato tutto, rifarei le stesse scelte mille volte. Ora si tratta di ripartire. Lautaro? Ha ragione. Si è espresso con toni duri, magari non molto diplomatici. Ma la penso come lui”.
Beppe Marotta raccoglie le parole di Lautaro: e le fa proprie…. “Parlava di Calhanoglu. Il suo è stato un intervento a mente calda, emozionale e per questo comprensibile. È il capitano, pretende senso di appartenenza da ogni giocatore della rosa. Ma per quanto ci riguarda Calhanoglu fa parte del nostro progetto. Se in futuro dovesse esprimere la volontà di andare via, lo valuteremo, ma oggi non è questo il caso. All’Inter nessuno è trattenuto con la forza, chi vuole può andare”.
Calhanoglu avrebbe offerte da Galatasaray e Bayern Monaco. Ma nessuna delle due squadre ha scatenato una vera e propria asta per un giocatore che ha solo un altro anno di contratto.
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Torniamo a casa incassando un’altra sconfitta che fa male. L’Inter ha fatto una stagione intensa, abbiamo giocato almeno venti partite più di chi ci è arrivato davanti. Essere secondi non è una sconfitta…”
Quanto al futuro di Chivu Marotta dice… “Abbiamo stima per Cristian. Ha preso la squadra in un momento complicato e l’ha portata fino in fondo. Ora ci siederemo, parleremo e prenderemo la decisione migliore per l’Inter”.
Marotta ha poi chiuso con una frase densa di significato: “Ci sono momenti in cui le sconfitte fanno crescere più delle vittorie. Ora bisogna restare lucidi e pianificare con intelligenza”.
La squadra rientra oggi a Milano: riposo per alcuni, preparazione per altri in una stagione che, di fatto si è appena chiusa ma è già ricominciata.