Blitz della polizia contro il gruppo neofascista ‘Articolo 52’, pianificavano azioni punitive contro cittadini stranieri, pubblicando le aggressioni sui social.
Al termine di una massiccia operazione che si è completata questa mattina, la Polizia di Stato ha eseguito nove perquisizioni nelle province di Milano, Pavia, Monza e Como, su delega della Procura della Repubblica di Milano.

Nove le persone indagate con l’accusa di associazione a delinquere e istigazione a delinquere. Si tratta di un gruppo che si faceva chiamare ‘Articolo 52’, richiamando in modo distorto l’articolo della Costituzione che sancisce il dovere di difendere la Patria.
Ronde illegali, l’inchiesta su Articolo 52
L’inchiesta, coordinata dalla Digos e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale Lombardia, ha permesso di ricostruire la struttura e l’operatività del gruppo.
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Secondo gli inquirenti, i componenti – per lo più giovani residenti nell’hinterland milanese e legati all’estrema destra – pianificavano ‘ronde’ attraverso chat di messaggistica e social network, con l’intento di compiere spedizioni punitive contro cittadini di origine straniera ritenuti arbitrariamente colpevoli di reati.
I video delle aggressioni e la propaganda
Il caso è esploso dopo la diffusione, tra l’8 e il 9 marzo 2025, di un video pubblicato su Instagram e Telegram che mostrava un’aggressione in Darsena ai danni di un giovane extracomunitario. L’azione in un secondo momento era stata rivendicata dal gruppo ‘Articolo 52’, che nei commenti al video annunciava che… “le ronde continueranno e si moltiplicheranno in tutte le zone degradate”.
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Quel filmato è stato il primo tassello di una serie di contenuti violenti postati online, tra cui altri due video diffusi rispettivamente l’11 e il 28 marzo. In quest’ultimo, girato nel quartiere San Siro, i membri del gruppo si definivano “milizia del movimento anticrimine e antimaranza” e parlavano di “un’azione militare civile contro il parco dello spaccio”.
Le attività di Articolo 52
Queste attività avevano il duplice scopo di intimidire e di reclutare: la retorica del gruppo, dai toni aggressivi e apertamente xenofobi, puntava a catalizzare il consenso di giovani disillusi, amplificando un senso di insicurezza urbana del tutto strumentale.
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Dalle indagini è emerso che alcuni degli indagati avevano partecipato a manifestazioni organizzate da formazioni di estrema destra come Forza Nuova, rafforzando il legame tra ‘Articolo 52’ e il circuito della destra più radicale ed estrema lombarda. Il gruppo aveva anche organizzato una riunione su Zoom, intercettata e monitorata dagli investigatori, per coordinare nuove azioni sul territorio.
Articolo 52, indagine a tutto tondo
Il lavoro congiunto della Digos e della Polizia Postale, supportato dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha permesso di prevenire ulteriori aggressioni e di individuare i principali referenti del gruppo. In parallelo, sono state analizzate le riprese delle videocamere comunali per confrontarle con i filmati autoprodotti dai membri dell’organizzazione.
L’operazione ha riportato sotto i riflettori il rischio rappresentato dalle milizie spontanee e dai gruppi che fanno uso della rete per radicalizzare e coordinare azioni violente. Le autorità hanno ribadito l’importanza di contrastare con fermezza simili fenomeni, che minano le basi della convivenza democratica e del rispetto delle leggi. Come sottolineato dagli inquirenti, “non si tratta soltanto di garantire l’ordine pubblico, ma di proteggere i valori costituzionali”.