Sparks a Milano, un tuffo nel rock d’essai agli Arcimboldi

Ron e Russell Mael portano lo loro stile inconfondibile degli Sparks al Teatro degli Arcimboldi di Milano per lo loro unica data italiana di un brevissimo tour europeo

Geniali, raffinati ed eccentrici. Sono molte le etichette appiccicate agli Sparks fin dai loro esordi, ormai oltre cinquant’anni fa. Il duo di culto formato dai fratelli Ron e Russell Mael arriva in Italia per un’unica data di un tour europeo di poche date che promuove il loro ultimo album MAD.

Sparks a Milano
A sinistra Ron, a destra Russel Mael, gli Sparks – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

Un evento raro, prezioso e imperdibile per gli amanti del pop colto, teatrale, irriverente e sempre fuori dalle righe.

Sparks a Milano

Attivi sin dagli anni Settanta, gli Sparks hanno attraversato epoche e generi reinventandosi continuamente, da pionieri del glam all’elettronica, fino alle recenti colonne sonore cinematografiche. Non c’è altra band che abbia saputo incarnare così bene l’estetica dell’intelligenza in musica, fondendo ironia e rigore compositivo in un corpus di canzoni che sfuggono a ogni classificazione.

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Dopo l’album “The Girl Is Crying in Her Latte”, acclamato dalla critica e accompagnato da un lungo tour internazionale, gli Sparks – 23 album pubblicati e un repertorio praticamente immenso – approdano in Italia con un concerto che promette di essere sicuramente qualcosa di indimenticabile. Negli Stati Uniti hanno prodotto musicisti eclettici e versatili, ma sono anche stati prodotti dai migliori: Giorgio Moroder si era affidato a loro per alcuni brani, poi i Telex, una manciata di singoli di grande successo, poi ancora Brian Ferry e i Roxy Music che condividevano con i fratelli Mael un certo culto dandy e dell’immagine.

Gli Sparks, Ron e Russel Mael

Gli Sparks Hanno fortemente influenzato intere generazioni di musicisti, Joy Division e New Order, ma anche Depeche Mode e The Smiths, che li citano addirittura in una canzone.

Russell, voce agile e teatrale, e Ron, fratello maggiore (80 anni ad agosto) impassibile al piano con il suo sguardo tagliente e un portamento volutamente scostante e fuori da qualsiasi contesto sono difficili da definire anche per la  loro non comune capacità di evolversi e cambiare progetto in modo anche estremamente repentino.

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Hanno scritto autentici capolavori, intrisi di sarcasmo ma anche specchio fedele di una realtà culturale americana che tra anni ’80 e ’90 ha creato gruppi straordinari e rimpianti. Su tutti i DEVO. Disincantati, molto criti, politicamente esposti senza mai parlare di politica, socialmente molto attivi senza mai lanciare proclami. Gli Sparks affidano alla loro musica messaggi nascosti, nemmeno troppo, e molto chiari.

La scaletta dovrebbe alternare classici come “This Town Ain’t Big Enough for Both of Us” ripresa anche da Siouxisie e i suoi Banshees – “The Number One Song in Heaven” prodotta proprio da Moroder , “When Do I Get to Sing ‘My Way’” a brani del nuovo corso con cinque estratti del nuovo album MAD.

Ironia, eleganza, sorpresa

Il live degli Sparks non è mai solo un concerto, ma un’esperienza estetica. Lo è per l’uso sapiente della voce, per la costruzione scenica, per le continue citazioni, per la scelta di suoni che mischiano synth, archi e beat in modo mai banale. In un’epoca in cui tutto tende all’omologazione, i Mael si stagliano come una visione anacronistica e insieme ultramoderna.

La scaletta degli Sparks

La band arriva da Berlino per proseguire il suo tour europeo, ormai in fase conclusiva. Poi tornerà negli States per alcune date che li porteranno a concludere la promozione al mitico The Greek di Los Angeles.

  • So May We Start
  • Do Things My Own Way
  • Reinforcements
  • Academy Award Performance
  • Goofing Off
  • Beat the Clock
  • Please Don’t Fuck Up My World
  • Running Up a Tab at the Hotel for the Fab
  • Suburban Homeboy (con Ron alla voce)
  • All You Ever Think About Is Sex
  • Drowned in a Sea of Tears
  • JanSport Backpack
  • Music That You Can Dance To
  • When Do I Get to Sing “My Way”
  • The Number One Song in Heaven
  • This Town Ain’t Big Enough for Both of Us
  • Whippings and Apologies
  • Lord Have Mercy

BIS

  • The Girl Is Crying in Her Latte
  • All That
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