Sette giovani, tutti egiziani o italo-egiziani si sono affrontati a calci, pugni e pietre nel cortile dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. La maxi rissa potrebbe essere collegata all’accoltellamento del tredicenne ferito venerdì.
Botte da orbi tra ragazzini davanti all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, a Porta Nuova, che per alcuni minuti ha terrorizzato le persone ignare che si stacano recando al nosocomio in visita ai degenti o per qualche visita.
È successo nel pomeriggio di ieri, lunedì, quando sette ragazzi, tutti egiziani o italo-egiziani, sono stati protagonisti di una violenta rissa a colpi di calci e pugni anche se alcuni hanno perfino cercato di colpire gli avversari a colpi di pietra.
Tutto sarebbe cominciato quando alcuni giovanissimi, intorno ai 14 anni, si erano recati in ospedale per fare visita a un loro amico, un tredicenne accoltellato venerdì scorso in viale Vittorio Veneto durante l’ennesima rissa.
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La dinamica dell’episodio è ancora al vaglio degli investigatori, ma non si esclude che la lite possa essere legata proprio alla vicenda dell’aggressione al minore. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia locale e i carabinieri del Nucleo Radiomobile, che hanno bloccato i giovani coinvolti e li hanno condotti al vicino comando di polizia municipale per accertamenti. Nessuno sarebbe rimasto gravemente ferito. Tutte i ragazzini coinvolti sono stati identificati e denunciati a piede libero.
Secondo le prime ricostruzioni, i sette giovani erano arrivati a piccoli gruppi al Fatebenefratelli per far visita al loro amico. E qui per motivi da capire tensione saebbe esplosa rapidamente: i testimoni raccontano di un crescendo di insulti, poi spinte, e infine lo scontro vero e proprio, con pietre raccolte da terra e lanciate come armi improvvisate mentre alcuni si affrontavano a mani nude.
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L’intervento delle forze dell’ordine ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente. Per tutti e sette è scattata la denuncia per rissa aggravata. Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se si sia trattato di una vendetta, di una rivalità pregressa o di uno scontro nato da un malinteso tra bande giovanili.
Il ragazzo accoltellato venerdì scorso in viale Vittorio Veneto rimane al centro dell’attenzione degli investigatori. L’aggressione sarebbe avvenuta al termine di una lite legata, secondo fonti investigative, a una questione di spaccio di droga in zona. A colpirlo con un coltellaccio lungo venti centimetri è stato, secondo le accuse, un uomo di 27 anni di origine cubana, arrestato poco dopo con una ferita alla mano destra compatibile con una colluttazione.
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Durante l’aggressione, è stato ucciso anche il cane del tredicenne, un rottweiler che avrebbe morso il braccio dell’aggressore nel tentativo di difendere il giovane. Dopo l’attacco, un amico del ragazzo lo ha caricato su una Golf grigia e lo ha trasportato d’urgenza al Fatebenefratelli, dove il tredicenne è tuttora ricoverato in condizioni stabili, non in pericolo di vita.
L’episodio avvenuto al Fatebenefratelli non è certo isolato. Negli ultimi mesi, diverse zone di Milano – da via Padova a corso Buenos Aires – sono state teatro di episodi violenti che coinvolgono minorenni. Risse organizzate via social con giovanissimi che si danno appuntamento in strada per dare vita a vendette personali, dinamiche di quartiere che degenerano in episodi di acuta violenza. Uno scenario in preoccupante evoluzione, che sta mettendo in allarme le forze dell’ordine e gli operatori sociali.
La procura dei minori di Milano ha aperto un fascicolo per far luce sull’accaduto. Gli agenti stanno esaminando le immagini di videosorveglianza dell’ospedale e ascoltando i testimoni presenti al momento della rissa. Non si esclude che nelle prossime ore possano emergere nuovi dettagli sulle motivazioni dello scontro e sul legame tra i giovani e l’accoltellamento del tredicenne.
Nel frattempo, il quartiere resta sotto osservazione, mentre la direzione del Fatebenefratelli ha espresso “profondo sconcerto per quanto avvenuto in un luogo che dovrebbe essere di cura e tranquillità”. Anche i sindacati del personale medico e infermieristico sanitari hanno chiesto maggiori misure di sicurezza per il personale e i pazienti.