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Cronaca

Inchiesta Curva Milan, chiesti quasi cinque anni per l’ex bodyguard di Fedez

Christian Rosiello, ex guardaspalle di Fedez, è tra gli imputati nel processo sull’inchiesta Curva Milan, per lui il pm Storari ha chiesto 4 anni e 10 mesi di reclusione. Coinvolti anche Francesco Lucci e Riccardo Bonissi. Il procedimento si inserisce nel filone sugli affari delle curve di San Siro.

Christian Rosiello, volto noto nel mondo del tifo organizzato del Milan e per un periodo bodyguard personale del popolarissimo cantante Fedez, è tra i protagonisti del processo che scaturisce dalla maxi inchiesta della Procura di Milano sulle attività illecite legate alla Curva Milan.

Foto di un’aggressione: Christian Rosiello, avvicina un uomo e lo aggredisce durante l’intervallo della partita Milan-Torino nel settore del primo anello bluî: è il 26 agosto 2023 – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Il pubblico ministero Paolo Storari ha chiesto per lui una condanna a 4 anni e 10 mesi di reclusione, nell’ambito di un procedimento che coinvolge anche Francesco Lucci, fratello dell’ex capo ultrà rossonero Luca, per il quale è stata chiesta una pena di 6 anni e 10 mesi, e Riccardo Bonissi, destinatario della stessa richiesta fatta per Rosiello.

Il ruolo di Rosiello nella Curva Milan

Si tratta di un caso clamoroso che si inserisce in una serie di indagini che coinvolge non solo la curva del Milan ma anche quella dell’Inter, al centro di numerose altre inchieste culminate con gli omicidi di Vittorio Boiocchi e di Antonio Bellocco, capi storici del tifo nerazzurro al centro però anche di diversi traffici e di interessi riguardanti parcheggi, merchandising e compravendita di biglietti.

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Il processo riguardante la Curva Sud si svolge con rito abbreviato, una scelta che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Tutti gli imputati sono difesi dall’avvocato Jacopo Cappetta.

Rosiello al centro degli affari della Curva del Milan

Rosiello non era un semplice tifoso. La sua presenza nella Curva Sud era ben nota, e il suo profilo fisico – muscoloso, testa rasata, maglietta attillata – lo rendeva facilmente riconoscibile. Allenatore di kick boxing e fitness, secondo gli inquirenti, Rosiello sarebbe stato tra i più attivi all’interno del gruppo del tifo organizzato rossonero

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A rafforzare il sospetto di un coinvolgimento diretto nelle dinamiche della Curva Milan, c’è anche il legame con Luca Lucci, altra figura centrale dell’indagine. Secondo quanto ricostruito dall’Antimafia, sarebbe stato proprio Lucci a indicare Rosiello come possibile guardaspalle del cantante Fedez, che per quanto compaia spesso all’interno di intercettazioni e di indagini rimane del tutto estraneo all’inchiesta.

La rissa al The Club e i sospetti dell’Antimafia

Le telecamere di sicurezza riprendono Rosiello al centro di una violenta rissa nella discoteca The Club, a Milano, nella primavera dello scorso anno. In quell’occasione, durante un violento pestaggio ai danni del personal trainer Cristiano Iovino, Rosiello era presente e coinvolto.

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Iovino per la verità non ha mai sporto denuncia, ma l’episodio resta uno dei tasselli chiave usati dagli inquirenti per ricostruire il profilo dell’imputato. Quell’aggressione, secondo la Procura, testimonierebbe la predisposizione del gruppo a gestire i contrasti con la forza e con una logica para-militare, in pieno stile da curva.

Chi sono gli altri imputati nel caso Curva Milan

Oltre a Rosiello, il procedimento coinvolge altri due nomi di peso nel panorama del tifo organizzato milanese. Francesco Lucci, fratello del più noto Luca, e Riccardo Bonissi. Entrambi avrebbero avuto, secondo la ricostruzione del pm Storari, un ruolo determinante nella gestione economica e logistica delle attività che orbitavano intorno alla Curva Milan. E dunque rivendita dei biglietti, gestione delle trasferte e rapporti con elementi del mondo criminale organizzato.

Le misure cautelari e lo sviluppo dell’inchiesta

Nel corso dell’indagine, polizia e Guardia di Finanza hanno eseguito 19 misure cautelari tra carcere e domiciliari. L’inchiesta ha messo a fuoco un sistema parallelo che avrebbe sfruttato la forza aggregativa della Curva Milan per gestire affari privati e personali con margini rilevanti, a scapito della legalità e del club.

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Il tutto è partito da un’indagine più ampia che coinvolge anche altre tifoserie e che punta a fare luce su un mondo spesso opaco, dove il calcio diventa solo il contorno di interessi più ampi.

Cosa succede ora

La sentenza, attesa entro l’estate, potrebbe rappresentare un importante precedente per vicende simili in ambito calcistico. Il tribunale dovrà decidere se accogliere o meno le richieste avanzate dal pm Storari. Gli avvocati difensori, da parte loro, puntano a dimostrare l’infondatezza delle accuse, soprattutto riguardo al ruolo effettivo di Rosiello e degli altri due imputati nel sistema descritto dall’accusa. Intanto, l’attenzione sull’inchiesta rimane alta, anche per la risonanza mediatica dovuta ai nomi coinvolti, tra cui quello – seppur solo in modo indiretto – di Fedez.