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Cronaca

Omicidio di Sharon Verzeni: le indagini, ascoltati i familiari

La sorella e il fratello di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terno d’Isola, sono stati convocati dai Carabinieri per ulteriori interrogatori su un omicidio ancora irrisolto

Proseguono senza sosta le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, la giovane di 33 anni brutalmente uccisa a coltellate la sera del 30 luglio scorso a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo.

Il manifesto funebre di Sharon Verzeni a Terno díIsola – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

A distanza di tre settimane dal tragico evento, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica del delitto e di identificare il responsabile di questo gesto efferato.

Omicidio Sharon Verzeni, altri interrogatori

Gli ultimi sviluppi nel pomeriggio di oggi quando i carabinieri di Bergamo hanno convocato la sorella di Sharon, Melody, accompagnata dal marito e dal fratello Cristopher, per essere ascoltati come persone informate sui fatti. Le testimonianze dei familiari potrebbero essere decisive per chiarire alcuni punti ancora oscuri nella ricostruzione delle ultime ore di vita della vittima.

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Melody, che si è sempre dichiarata fiduciosa nei confronti del compagno di Sharon, Sergio Ruocco, ha ribadito la sua convinzione che l’uomo, con cui la sorella aveva una relazione da 13 anni, non abbia alcuna responsabilità nel delitto.

Ruocco non è convocato

Questa volta Sergio Ruocco non è stato convocato in caserma dopo le cinque ore di interrogatorio cui era stato sottoposto pochi giorni fa. La posizione del giovane, che ha dichiarato di essere rimasto a casa a dormire mentre Sharon usciva per una corsetta prima di essere aggredita e uccisa, sembra non essere in discussione. Tanto che il convivente della donna, per quanto ascoltato a più riprese non è iscritto nel registro degli indagati.

Ruocco dopo quanto è accaduto si è trasferito a casa dei suoceri e lì resta in attesa di sviluppi. Ieri era uscito per una breve passeggiata con il padre… “Non ci resta che aspettare, e sperare che le indagini facciano il loro corso” aveva dichiarato a una troupe che lo attendeva.

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“Mi fido di lui – ha dichiarato Melody – e sono certa che Sergio non avrebbe mai fatto del male a mia sorella”

Tuttavia, gli investigatori non escludono alcuna pista e stanno cercando di capire se ci siano elementi che non sono ancora emersi durante i precedenti interrogatori.

Il delitto

La notte del 30 luglio, Sharon Verzeni aveva deciso di uscire per una passeggiata serale, una consuetudine che aveva adottato per perdere peso, spesso accompagnata dal fidanzato. Quel martedì, però, Sharon era uscita da sola, e pochi minuti dopo la mezzanotte è stata trovata morta in via Castegnate, colpita da quattro coltellate, di cui tre alle spalle.

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Il compagno Sergio, che era a casa al momento dell’omicidio, ha riferito di essersi pentito di non aver chiesto a Sharon di restare in casa.

“Era molto tardi avrebbe dovuto uscire prima, forse ci sarebbero state più persone in giro, e l’aggressore non avrebbe osato attaccarla”.

Omicidio Sharon Verzeni, il DNA

Gli inquirenti stanno ora concentrando le loro indagini su un gruppo di 20 persone che, secondo le immagini delle telecamere di sorveglianza, si trovavano nelle vicinanze del luogo del delitto tra mezzanotte e le 00.50. Le immagini, però, non sono di qualità sufficiente per identificare con certezza tutti i presenti. Le forze dell’ordine stanno cercando di risalire ai proprietari delle auto riprese dalle telecamere, sperando di ottenere informazioni utili a delineare l’identikit dell’assassino.

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Il padre di Sharon, Mario Verzeni, ha dichiarato che sua figlia non aveva nemici e che non riesce a spiegarsi chi possa averle voluto fare del male. La famiglia, distrutta dal dolore, si aggrappa alla speranza che gli inquirenti riescano presto a individuare e arrestare il colpevole.

In primo piano Sergio Ruocco, il compagno di Sharon Verzeni – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Omicidio Sharon Verzeni, le immagini

I Carabinieri che stanno svolgendo le indagini sono da giorni impegnati nell’esame, frame dopo frame, delle cinquanta telecamere che in qualche modo si affacciano su via Castegnate, il luogo dell’aggressione. Immagini poco chiare, i passanti sembrano essere poco più che delle ombre. Ma la speranza è che incrociando le immagini e cercando di alzare quanto più possibile la qualità delle riprese qualche volto possa diventare quanto meno più riconoscibile.

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Le indagini sull‘omicidio di Sharon Verzeni sono rese ancora più complesse dalla mancanza di testimoni diretti e di prove schiaccianti.

Oltre ai familiari e al compagno sono state ascoltate anche altre persone vicine alla vittima, nel tentativo di ricostruire il suo ultimo giorno di vita. Tuttavia, resta ancora da chiarire perché Sharon abbia deciso di uscire da sola quella sera, contrariamente alle sue abitudini. I Carabinieri hanno raccolto parecchio materiale, tra questi parecchi coltelli, tutto spedito a Parma, all’attenzione degli analisti del RIS nella speranza di trovare sangue o altro materiale.

Ipotesi Serial Killer

Il caso ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, soprattutto in considerazione del fatto che, nella stessa zona, si sono verificati altri episodi di violenza nelle settimane precedenti. Sebbene non vi siano collegamenti evidenti tra questi episodi e l’omicidio di Sharon, gli inquirenti non escludono che possa trattarsi di una escalation di violenza in una zona finora considerata relativamente tranquilla.

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L’ipotesi del serial killer è quella che fa più paura. Ed è per questo che gli abitanti di Terno d’Isola, un paesotto tranquillo dove la gente lavora duramente e si concede pochissimo, collaborano. E in silenzio ammettono di avere paura, si interrogano su chi possa essere il responsabile e temono che un assassino possa aggirarsi ancora libero tra loro.

“Chi sa parli”

La famiglia Verzeni, pur devastata dalla perdita, ha lanciato un appello alla comunità affinché chiunque abbia visto o sentito qualcosa la notte del delitto si faccia avanti per aiutare le indagini.

“Non ci fermeremo finché non avremo giustizia per Sharon – ha dichiarato Melody Verzeni – e chiediamo a chiunque possa aiutarci di farlo senza esitazioni”.

Un caso simile

In particolare, l’omicidio di Sharon Verzeni ha riportato alla mente un altro caso irrisolto, quello di una giovane donna trovata morta nel 2019 sempre a Bergamo, vittima anch’essa di un’aggressione violenta e inspiegabile. All’epoca, le indagini non portarono a risultati concreti, e il caso rimase avvolto nel mistero.

A tutt’oggi è un giallo ancora del tutto irrisolto. Gli inquirenti sperano che questa volta, grazie ai progressi tecnologici e alla maggiore consapevolezza della comunità, si possa arrivare a una risoluzione più rapida e giusta.

Stefano Benzi

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupandomi di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.