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Cronaca

Omicidio Garlasco, nuove indagini e impronte sparite: sempre più misteri sulla morte di Chiara Poggi

A 18 anni dalla morte di Chiara Poggi, l’inchiesta sul delitto di Garlasco si riaccende: avviato l’incidente probatorio, ma mancano all’appello alcune prove decisive. La pista del DNA ignoto si scontra con l’assenza dell’intonaco e dei reperti.

Sono passati 18 anni. E con il nuovo incidente probatorio di ieri emergono sconcertenti anomalie. Al materiale di inchiesta mancano impronte e reperti fondamentali.

Impronte da rianalizzare, e altre che mancano nel giallo di Garlasco – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

Era la mattina del 13 agosto 2007 quando Chiara Poggi, 26 anni, viene trovata morta nella villetta della sua famiglia in via Pascoli a Garlasco. E a distanza di quasi due decenni, l’omicidio che ha diviso l’opinione pubblica e tenuto l’Italia col fiato sospeso è ancora una ferita aperta, che adesso torna a far parlare di sé.

Omicidio Garlasco, l’incidente probatorio

Nelle ultime ore si è infatti aperto un nuovo incidente probatorio davanti al GIP di Milano, su richiesta della Procura generale, per fare chiarezza su una delle prove più discusse e al tempo stesso più determinanti del processo: l’impronta del piede trovata sulle scale della casa di Chiara.

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Secondo la nuova perizia, quell’impronta non apparterrebbe ad Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara già condannato a 16 anni di carcere, ma potrebbe essere compatibile con il Dna parziale di un soggetto a oggi mai identificato.

L’impronta 33 e il “giallo nel giallo”

A sbloccare la riapertura dell’indagine era stato proprio quel frammento biologico: un Dna maschile sconosciuto, rinvenuto su una delle unghie della vittima e considerato compatibile con una delle impronte digitali (la cosiddetta “impronta 33”) trovate sulla scena del crimine.

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Ma nell’aula del Palazzo di Giustizia di Milano è emerso un fatto clamoroso: l’intonaco che conteneva l’impronta è scomparso. Insieme ad esso, sarebbero andati perduti anche alcuni “para-adesivi” utilizzati per rilevare altre tracce sulla scala. Materiali di prova considerati fondamentali per qualsiasi nuova comparazione tecnica.

La mancanza del reperto ha lasciato sbigottiti i consulenti tecnici delle parti. L’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha espresso tutta la sua frustrazione: “Non comprendiamo come, dopo tanti anni, non sia stato preservato un elemento così cruciale. È una falla gravissima nel sistema”.

Folla di cronisti in questura a Milano per l’incidente probatorio dell’omicidio di Chiara Poggi – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

Il ruolo di Stasi e l’ombra del dubbio

L’ex fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, è stato processato per anni, assolto nei primi due gradi di giudizio e condannato in via definitiva in Cassazione per omicidio volontario. Una condanna che però ha continuato a dividere l’opinione pubblica e, oggi più che mai, vacilla di fronte ad anomalie processuali e ombre pesantissime su come sono state svolte le indagini.

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La madre di Stasi, Nicolina Portalupi, presente anche all’udienza, si è dichiarata fiduciosa in questa fase dell’indagine: “Si tratta un’altra occasione per cercare la verità. Noi non abbiamo mai smesso di credere all’innocenza di Alberto, e queste mancanze lo dimostrano”.

L’inchiesta parallela e le nuove piste

Secondo quanto riferito dalla Procura, l’attuale incidente probatorio si inserisce all’interno di un’inchiesta ancora tecnicamente “parallela”, avviata nel 2023 in seguito a un esposto presentato da un legale vicino alla famiglia Stasi. Il fascicolo, tenuto riservato fino a pochi mesi fa, esplora la possibilità che all’interno della villetta, al momento dell’omicidio, ci fosse un’altra persona.

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Nel frattempo, i periti della difesa stanno cercando di ottenere nuovi campioni biologici per eseguire test genetici incrociati, nella speranza che il Dna maschile anonimo possa essere confrontato con le banche dati oggi disponibili, anche grazie ai progressi della tecnologia forense.

La reazione della famiglia Poggi

Comprensibilmente più cauta la posizione dei genitori di Chiara, sempre molto riservati in tutti questi anni dolorosi di voci e illazioni. Il loro pensiero è stato riportato da chi li assiste legalmente: “La famiglia Poggi continua ad avere fiducia nella giustizia. Ma è altrettanto vero che ogni nuova anomalia solleva legittime domande.”

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C’è chi, tra gli investigatori, non nasconde preoccupazione per il fatto che la distruzione o la sparizione di reperti possa aver compromesso in modo irreversibile il quadro probatorio.

Le implicazioni giudiziarie

Da un punto di vista formale, il procedimento si trova in una fase delicata. L’incidente probatorio ha il compito di raccogliere prove valide per una eventuale revisione del processo, ma non annulla automaticamente la sentenza già emessa. Tuttavia, se i risultati confermassero l’incompatibilità dell’impronta con Stasi, e nel contempo emergesse un profilo genetico coerente con un altro soggetto, si potrebbe aprire la strada a una richiesta di revisione del processo presso la Corte d’Appello di Brescia.

L’avvocato Tizzoni chiede cautela: “Non siamo ancora a quel punto. Ma è innegabile che quanto sta emergendo mina l’attendibilità di alcuni elementi centrali del processo”.