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Cronaca

Omicidio Fabio Ravasio, ucciso per una eredità: la mente del piano era la sua compagna

Emergono dettagli davvero sconcertanti sull’omicidio di Fabio Ravasio, svelato ieri dai Carabinieri di Legnano dopo l’arresto di sei persone

Voleva i soldi della sua eredità. E per averli era disposto a tutto. Anche a ucciderlo. Sarebbe la compagna di Fabio Ravasio, la 49enne Adilma Pereira Carneiro, la mente dell’omicidio dei ciclista, travolto e ucciso da quella che sembrava un auto pirata a Parabiago.

Un altro scatto social di Ravasio, in visita alla scuola tennis di Rafa Nadal – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

E invece non si era trattato di un incidente stradale, ma di un piano premeditato orchestrato dalla sua compagna che per mettere a segno quella che oggi sembra una vera e propria esecuzione aveva assoldato cinque complici.

Omicidio Fabio Ravasio, gli sviluppi dell’inchiesta

Ci sono voluti alcuni giorni di indagini ma alla fine la verità è venuta fuori. L’auto nera usata per l’omicidio è stata ritrovata, era di uno dei complici ingaggiati dalla donna di origine brasiliana e tutte le persone coinvolte nel drammatico fatto di sangue sono stati arrestate. L’accusa è di concorso in omicidio premeditato.

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Il colpo di scena decisivo è avvenuto ieri. Andando a recuperare tutti i sospetti, condotti in caserma e interrogati, il castello di carte dei complici è crollato in pochi secondi. Tutti hanno confessato la macchinazione. Resta ora da capire con quali ruoli e responsabilità.

La Mantide

Figura chiave della vicenda è senza dubbio quella di Adilma Pereira Carneiro, 49 anni, l’attuale compagna di Ravasio, un 52enne piccolo imprenditore – era titolare di un’agenza Mail Boxes a Magenta – grande appassionato di ciclismo. L’uomo è stato centrato in pieno da un’auto nera mentre era fuori per un breve allenamento con la sua mountain bike a Parabiago, non lontano dalla sua abitazione.

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Sarebbe stata lei a progettare l’omicidio e a organizzare la banda per la sua esecuzione. Un piano criminale orchestrato con fredda premeditazione.

La sera del 9 agosto, intorno alle 19:50, Ravasio stava percorrendo in bicicletta via Vela quando è stato investito frontalmente da un’auto nera, una Opel Corsa, che aveva invaso la sua corsia. L’impatto è stato violentissimo: il ciclista è stato sbalzato sull’asfalto, riportando lesioni fatali.

Omicidio Fabio Ravasio, non è stato un investimento

Inizialmente, tutto faceva pensare a un tragico incidente provocato da un pirata della strada, per altro uno dei tanti di questo periodo. Ma le successive indagini hanno rivelato una verità ben più inquietante.

L’auto è stata individuata attraverso alcune immagini. E i Carabinieri hanno scoperto che la targa era stata contraffatta. Perché truccare un numero di targa prima di un investimento?

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Da qui le indagini si sono concentrate su tutte le auto che potevano corrispondere a quella descrizione, portando a una scoperta cruciale: un’auto identica con targa molto simile, era intestata a una persona che conosceva bene la vittima.

Fabio Ravasio, è stato un omicidio

Gli inquirenti hanno subito sospettato che l’incidente fosse, in realtà, un omicidio pianificato. A studiare tutto la compagna dell’uomo, Adilma, nove figli, uno dei quali coinvolto nell’omicidio insieme alla sua fidanzata. La stessa donna vista disperata in lacrime ai funerali, che aveva anche affidato a un giornale locale un drammatico appello: “Aiutateci a trovare il pirata che ha travolto e ucciso mio marito…”.

Ma era anche la stessa donna che alcuni anni fa era stata fermata con 12 chili di cocaina, accusata di traffico di sostanze stupefacenti…

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Alcune testimonianze hanno fatto il resto. Un passante aveva visto la Opel Corsa lungo via Vela poco prima dell’incidente. Evidentemente durante un sopralluogo, prima di nascondersi in una strada laterale e di agire, quando il povero Ravasio era nell’obiettivo.

La foto di Fabio Ravasio all’arrivo alla Maratona di New York – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

I ruoli delle persone coinvolte

A concludere il cerchio alcune intercettazioni. I primi a crollare i due pali, che avevano segnalato movimenti del Ravasio. Si tratta di un 45enne, italiano, e un 32enne, fidanzato della figlia. La Opel Corsa era stata nascosta nel garage di una delle figlie dell’uomo, nascosta dietro alcuni vecchi mobili. L’esecutore materiale del delitto, l’uomo alla guida della macchina al momento dell’investimento, sarebbe il figlio 26enne di Adilma Pereira Carneiro. Al suo fianco un uomo di 51 anni. A seguire la scena un 45enne, un barista, che avrebbe fatto da supporto logistico.

Voleva i soldi

Il movente che ha spinto i sei a organizzare questo omicidio è stato di natura economica. Ravasio aveva un piccolo patrimonio da parte, frutto anche di una piccola eredità. Soldi, qualche proprietà immobiliare. Adilma Pereira Carneiro, la compagna brasiliana di Ravasio, aveva offerto compensi economici a tutte le persone coinvolte. Ad altri avrebbe offerto appartamenti in un vecchio casolare di proprietà della vittima. L’accusa con diverse responsabilità in attesa della convalida dei fermi e degli interrogatori in carcere è di concorso in omicidio premeditato.

Chi era Fabio Ravasio

Fabio Ravasio era socio dell’agenzia Mail Boxes di Magenta, viveva a Parabiago, aveva due figli,  ed era conosciuto un po’ da tutti non solo per la sua attività professionale ma soprattutto per la sua grande passione sportiva.

Ravasio era infatti molto noto nell’ambiente del ciclismo dilettante, ma anche in quello del podismo e del tennis, tanto che in passato in quest’ultimo sport era stato giudice di linea. Molte sui social le sue foto da ospite in eventi sportivi. Una di queste lo ritrae all’arrivo della Maratona di New York, una delle sue grandi passioni. E poi molte foto con i giocatori del Milan, la sua squadra del cuore.

 

 

Stefano Benzi

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupandomi di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.