Nonostante una diffida e alcune denunce una donna si è presentata sul posto di lavoro dell’ex in una vera e propria persecuzione nei confronti dell’uomo, l’accusa è di stalking, lei non si rassegnava
Stalking, se ne legge e scrive sempre più spesso. Purtroppo molto spesso, anzi… quasi sempre, le vittime sono donne. Con esiti a volte purtroppo tragici.
Le norme che già da qualche anno ormai fanno parte del codice penale, le condanne in questo senso sono state moltissime. Ma ci sono anche dei casi limiti. Proprio come quello che si è concluso oggi a Milano con un arresto. In manette una donna che perseguitava da mesi il suo ex, per nulla disposta a considerare chiuso il loro rapporto sentimentale.
Teatro della vicenda è ristorante di corso Como, nel pieno centro di Milano. La vittima è un uomo di 33 anni originario dello Sri Lanka e impiegato come cameriere. A perseguitarlo la sua ex fidanzata, una connazionale di 37 anni che per diverse settimane lo ha tempestato di messaggi, richieste di chiarimenti, telefonate, appostandosi spesso sotto la casa di lui, o il suo posto di lavoro con un atteggiamento evidentemente molesto.
LEGGI ANCHE – Omicidio Sharon Verzeni, spunta anche una lettera anonima. I primi riscontri dell’autopsia
La relazione tra i due, durata diversi anni, era terminata a marzo. Tuttavia, per la donna, la fine della storia è diventata l’inizio di una vera e propria ossessione. Nonostante lui le avesse chiesto di essere lasciato in pace, bloccandola sui social media e sul telefono, la 37enne ha iniziato a tormentarlo in modo sempre più insistente, fino a veri e propri episodi di stalking.
L’uomo, esasperato, aveva già segnalato la cosa alle forze dell’ordine minacciando una denuncia. Poi, negli ultimi giorni, la situazione è precipitata.
Lunedì scorso la donna è si presentata al ristorante dove lavora l’ex fidanzato: la scorsa era la restituzione di alcuni regali che lei gli aveva fatto durante la loro relazione.
LEGGI ANCHE – Morti sul lavoro, due vittime in poche ore: da Monza a Brescia, cosa è successo
L’uomo chiama i Carabinieri. E una pattuglia della Stazione di Moscova interviene e porta la donna in caserma per un chiarimento. Qui dà in escandescenze arrivando a urlare e minacciare persino i militari. Una situazione così esasperata che in caserma arriva anche un’ambulanza per ridurre alla ragione la donna, poi accompagnata al policlinico in codice verde.
Passano due giorni e la donna si ripresenta al ristorante per un chiarimento definitivo e per costringere l’ex fidanzato a restituirle i regali. Stavolta però al ristorante sono preparati. E prima ancora che la situazione degeneri sul posto si presenta una pattuglia della polizia che procede all’identificazione e al fermo della donna con l’accusa di atti persecutori.
LEGGI ANCHE – Shiva condannato, sentenza pesantissima del tribunale di Milano: carriera a rischio
Anche in questo caso insulti e minacce che non evitano alla fidanzata mollata una sosta al carcere di San Vittore dove domani dovrebbe essere ascoltata in attesa della convalida dell’arresto da parte del giudice per le indagini preliminari. Il pubblico ministero di turno, Milda Milli, ha chiesto la custodia cautelare in carcere, vista la gravità della situazione e, soprattutto, la reiterazione dei reati.
Da quando le norme per la tutela contro stalking e molestie sono diventate legge i casi stanno aumentando considerevolmente. E negli ultimi anni le modalità di intervento e di tutela delle vittime si sono ulteriormente arricchiti grazie soprattutto all’attivazione del cosiddetto “Codice Rosso”.
LEGGI ANCHE – Rapine in metropolitana a Milano in aumento: la risposta PolMetro
Il codice rosso una procedura introdotta nel 2019 che consente una rapida protezione delle vittime di violenza domestica e stalking. Il fatto che molto più spesso le vittime siano donne, non vuol dire che ci sia un numero di casi considerevolmente in aumento che vedono gli uomini tra le vittime. Per le quali scatta lo stesso identico tipo di tutela…
I casi al maschile per altro sono in considerevole aumento: clamoroso quello di un romano che nel 2021 dopo mesi e mesi di minacce e appostamenti della sua ex fidanzata, è stato costretto a un lungo percorso di recupero psicologico. La sua ex, che non voleva denunciare temendo di non essere preso sul serio, lo aveva perseguitato sotto casa e sul lavoro, rovinandogli amicizie, attività professionali e rapporti familiare. Fino all’arresto e alla condanna per atti persecutori.
LEGGI ANCHE – Milano, gli orologi di lusso nel mirino dei ladri: colpi in aumento, è una emergenza | VIDEO
A Milano destò sensazione il caso di un uomo oggetto per tre mesi di attenzioni indesiderate da parte di una collega. Dopo aver incassato un secco no, la donna ha iniziato a perseguitarlo, inviandogli centinaia di messaggi al giorno e presentandosi a casa sua senza preavviso minacciando di divulgare false notizie di molestie subite sul luogo di lavoro. L’uomo si è recato al commissariato ed è riuscito a far capire l’urgenza e la drammaticità della situazione.
La donna, grazie ad alcune intercettazioni, è stata smascherata e condannata. Lui ha cambiato lavoro. Lei non può avvicinarsi a più di 500 metri dalla sua abitazione e dal suo nuovo ufficio.
Casi, proprio come quello del cameriere milanese originario dello Sri Lanka, che lo stalking non conosce genere e nemmeno nazionalità.
Gli uomini vittime di stalking spesso si trovano a dover affrontare non solo l’aggressività delle loro persecutrici, ma anche un contesto sociale che tende a minimizzare o ridicolizzare le loro esperienze. Questo stigma può rendere difficile per le vittime maschili trovare il coraggio di denunciare e cercare aiuto.
L’assenza di una narrazione pubblica adeguata su questi episodi contribuisce a una percezione distorta del fenomeno, alimentando l’idea che lo stalking sia un crimine che riguarda quasi esclusivamente le donne. Eppure, come dimostrano i casi riportati, anche gli uomini possono diventare bersagli di comportamenti persecutori, con conseguenze psicologiche e fisiche altrettanto devastanti.