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Cronaca

Morte Giovanna Chinnici, la confessione del figlio del killer dopo l’omicidio

Svolta nelle indagini per l’omicidio di Giovanna Chinnici, alle spalle del drammatico fatto di sangue avvenuto a Nova Milanese una vera e propria faida familiare

Mai come in questo caso il termine ‘sotto shock’ acquisisce un peso e una veridicità sostanziale. Un omicidio la cui soluzione sembra ormai imminente e le cui indagini sono giunte a una svolta: con molti aspetti però ancora tutti da chiarire.

Carabinieri sul luogo del delitto a Nova Milanese – Credits ANSA (MIlano.CityRumors.it)

Sono sotto shock non solo il comune di Nova Milanese, teatro dell’ennesima tragedia che sta alimentando la cronaca nera, ma tutta la dove sia la famiglia di Giovanna Chinnici che quella di Giovanni Caputo, il principale indagato per questo omicidio, sono molto conosciute.

L’omicidio di Giovanna Chinnici

Sono passate 24 ore dall’omicidio Giovanna Chinnici, una donna di 62 anni, accoltellata a morte poco lontano dalla sua abitazione. E i sospetti dopo le prime indagini sono ricaduti su Giuseppe Caputo, un uomo di 63 anni con cui la donna condivideva una complicata storia familiare.

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Le indagini sono ancora in corso, ma emergono dettagli sempre più inquietanti su una situazione di conflitto che si protraeva da tempo tra le due famiglie, rendendo l’omicidio non solo un atto di violenza isolato, ma il culmine di tensioni profonde e irrisolte. Insomma… quella che si porebbe definire una vera e propria faida.

“Ci facevano fare una vita d’inferno”

A svelare altri aspetti sulla vicenda è stato David Caputo, il figlio dell’indagato, che ha parlato con alcuni giornalisti poche ore dopo il tragico evento, rivelando aspetti drammatici della vita familiare che potrebbero spiegare le circostanze che hanno portato alla tragedia. L’omicidio sarebbe stato il culmine di una violenta lite per una stupidaggine… un parcheggio.

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In realtà i motivi sarebbero molto più profondi e datati: “I familiari di quella donna ci stavano facendo fare una vita d’inferno –  ha detto David Capito visibilmente sconvolto – la vicenda del parcheggio non c’entra niente. C’erano questioni economiche e immobiliari. Si sono presi tutto, la proprietà è finita completamente nelle loro mani, fanno quello che vogliono e noi non possiamo fare niente” avrebbe affermato David Caputo riferendosi alla gestione dei beni condivisi tra le tre sorelle e i rispettivi mariti. La vittima e l’indagato erano parenti. Cognati…

Omicidio Chinnici, parla il figlio dell’imputato

Secondo il suo racconto, la famiglia Caputo si sentiva intrappolata in una situazione senza via d’uscita, impotente di fronte alle decisioni degli altri familiari. Tra i motivi di attrito, David ha menzionato anche il recente rifiuto delle sorelle di installare pannelli solari sulla proprietà, una decisione che ha ulteriormente peggiorato i rapporti.

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Le tensioni tra le famiglie non si limitavano alle questioni materiali. David ha riferito di continui dispetti e litigi, di minacce e ripicche. Perfino di una denuncia per atti persecutori contro suo padre. Secondo quanto emerge dalle testimonianze, Giuseppe Caputo e la sua famiglia avrebbero vissuto in un costante stato di frustrazione e disagio.

Omicidio Giovanna Chinnici, accoltellata a morte per un parcheggio. Arrestato il cognato – (facebook) milano.cityrumors.it

Dissidi di famiglia

Caputo parla di dispetti in un clima di insofferenza: “L’aria fredda che entrava sempre in casa a causa dei condizionatori che avevano messo, era insopportabile – ha spiegato David, facendo riferimento all’ennesima disputa con i parenti-vicini – sembrava una questione minore ma che, sommata a tutto il resto, ha contribuito a creare un clima insostenibile”.

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Non sembrano esserci dubbi sulle responsabilità dell’omicidio sul quale tuttavia le indagini restano ancora aperte.

Indagini un corso

Dopo l’omicidio, Giuseppe Caputo è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Desio. Le indagini si concentrano ora sui rapporti tra le due famiglie e sul contesto che ha preceduto l’aggressione. Si cerca di capire se il gesto di Caputo sia stato premeditato o frutto di un momento di rabbia incontrollata. Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze e dettagli per ricostruire nel modo più preciso possibile la dinamica dei fatti e il contesto che ha portato alla tragedia.

Stefano Benzi

Sono nato a Genova ma vivo da più di trent'anni a Milano dove da sempre mi occupo di informazione. Sono giornalista professionista dal 1988 con molte esperienze in TV. Ho diretto Eurosport, Sportitalia, lavorato per Sky, Antenna 3 Lombardia. Poi radio (RTL 102.5) e ho scritto per numerose agenzie, quotidiani e innumerevoli siti. Adoro il mio lavoro, continuo a studiarne evoluzione e sviluppi occupandomi di sport, spettacolo, cronaca italiana ed estera. La mia grande passione da sempre è la musica.