Per il quarto grado di giudizio la Corte d’Appello di Milano ha sentenziato sul caso dei saluti romani dei militanti di estrema destra in occasione della commemorazione di Sergio Ramelli avvenuta nell’aprile del 2016. “Gli imputati tutti assolti”
Per gli 8 militanti di estrema destra che erano stati denunciati per aver fatto, il 29 aprile 2016, il saluto romano e il rito del presente alla commemorazione di Sergio Ramelli, è arrivata la sentenza durante il processo in quarto grado di giudizio che assolve tutti gli imputati perché “il fatto non sussiste”.
Dopo la decisione presa dalla Corte d’Appello di Milano in merito, è stata divulgata una nota congiunta di CasaPound, Lealtà-Azione e Rete dei Patrioti che recita, come riporta stamani MilanoToday: “Ancora una volta le polemiche sul saluto romano e il rito del Presente si risolvono con un’assoluzione in tribunale per tutti gli imputati”.
Tutti gli imputati erano stati assolti in primo grado già nel 2020. Due anni dopo, nel 2022 in appello la sentenza era stata ribaltata e gli otto militanti di estrema destra erano stati condannati a due mesi di carcere e 200 euro di multa per violazione delle legge Mancino.
Ma l’ennesima svolta arriva a gennaio di quest’anno (2024) quando per la Cassazione non sussisteva pericolo di ricostituzione del partito nazionale fascista e, di conseguenza, il reato doveva essere riqualificato come violazione della legge Scelba “apologia di fascismo”, da considerarsi prescritto e dunque, da rivalutare in un nuovo appello.
Tra gli 8 imputati svettano i nomi di Stefano del Miglio, uno dei leader di Lealtà-Azione, e l’ultras interista Duilio Canu, attivo in Forza Nuova. Alla fine, i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno chiuso il cerchio giudicando gli otto militanti “non colpevoli” perché il fatto non sussiste. Si conclude così un processo durato 4 anni. Tutti assolti.
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Nella nota dei militanti di estrema destra, dopo la proclamazione a Milano della sentenza in quarto grado, scrivono ancora: “Non sarebbe stata certamente una sentenza sfavorevole a impedirci il ricordo e il rito del presente, ma ci auguriamo che l’ennesima assoluzione possa spegnere l’attenzione giudiziaria e le speculazioni politiche attorno a tutte quelle commemorazioni di giovani uccisi che, in molti casi, sono ancora senza giustizia e non vengono dimenticati grazie al contributo di chi, anno dopo anno, si prodiga per mantenerne vivo il ricordo”.