Un incendio è divampato nel campo nomadi di via Bonfadini a Milano, generando una colonna di fumo nero visibile in varie parti della città. L’area doveva essere liberata e bonificata già da un mese
Incendio nel campo nomadi di Via Bonfadini a Milano. Mentre pubblichiamo è ancora in corso l’intervento dei vigili del fuoco che stanno cercando di circoscrivere ed estinguere le fiamme.
Una emergenza che ha rapidamente attirato l’attenzione di tutta la città. La colonna di fumo nero che si è alzata dall’area era visibile da diverse zone, e ha scatenato una certa preoccupazione tra i residenti e i passanti.
Il campo doveva essere chiuso e liberato già da alcune settimane. La decisione della giunta comunale di Milano di liberare il campo rom, che ospita un centinaio di persone tra i quali almeno 30 bambini, risale a quattro mesi fa.
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Inizialmente il campo era stato censito, per verificare il numero di presenti, tutti di etnia rom e di nazionalità italiana. Poi era iniziato il cosiddetto ‘percorso di chiusura’ che avrebbe dovuto portare allo sgombero, alla rimozione delle strutture e al trasferimento di tutte le famiglie nelle soluzioni abitative definitive già individuate.
Via Romualdo Bonfadini è un’area destinata ai rom in transito a Milano da diversi anni. E con il tempo da area provvisoria è diventata stanziale. Del suo trasferimento si parlava da almeno dodici anni. L’area da tempo è già stata destinata ad altro. Dovrebbe infatti ospitare capannoni e magazzini della SoGeMi per lo sviluppo e il completamento delle piattaforme di appoggio dei nuovi mercati all’ingrosso di Milano.
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Come e perché sia scoppiato l’incendio, immediatamente ben visibile fin dalla zona di Mecenate e anche da Corvetto, dall’altra parte del polo ferroviario che separa le due zone, è ancora tutto da chiarire. Alcuni residenti sui social hanno anche espresso il sospetto che le fiamme siano state appiccate deliberatamente da famiglie residenti nel campo che hanno espresso la loro contrarietà allo spostarsi dalla zona.
Le fiamme hanno rapidamente avvolto parte del campo, una zona già nota per episodi di degrado e criticità sociali.
I vigili del fuoco sono stati prontamente allertati e sono intervenuti sul posto per domare il rogo. I primi rapporti non parlano di vittime o di feriti. Ma di molta confusione al momento dell’arrivo delle squadre dei pompieri che hanno faticato enormemente per mettere in sicurezza tutte le famiglie presenti.
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Le operazioni di spegnimento sono state infatti rese più complicate dalla presenza di materiali altamente infiammabili nell’area, tipici di questi insediamenti, come bombole di gas e strutture di fortuna costruite con legno e plastica.
L’incendio avviene in un contesto di forte tensione, a poche settimane dall’annuncio dello smantellamento del campo di via Bonfadini, previsto inizialmente per il 24 luglio e poi rinviato.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva infatti firmato un’ordinanza per la chiusura definitiva dell’area, citando problemi di sicurezza, degrado e la necessità di ripristinare la legalità. Il campo, che ospita diverse decine di famiglie rom, era stato oggetto di numerose polemiche negli ultimi mesi, con accuse di abbandono da parte delle istituzioni e di condizioni di vita insostenibili per i residenti.
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L’ordinanza di chiusura, tuttavia, ha incontrato non poche resistenze, sia da parte degli abitanti del campo che da organizzazioni per i diritti umani e associazioni locali. La questione dello smantellamento ha sollevato un dibattito acceso sulla gestione delle comunità nomadi e sulla necessità di trovare soluzioni alternative che rispettino i diritti fondamentali delle persone coinvolte.
Negli ultimi mesi, la Lombardia è stata teatro di diversi episodi simili in altri campi nomadi. Solo a maggio, un altro incendio di grandi proporzioni si era verificato nel campo di via Negrotto, sempre a Milano, causando danni significativi e costringendo decine di persone a evacuare l’area. In quel caso, le fiamme avevano distrutto numerose baracche, lasciando molte famiglie senza un tetto. Anche in quell’occasione, le cause del rogo rimasero sconosciute, sebbene si sospettasse l’origine dolosa.
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Questi episodi mettono in luce un problema che la città di Milano e la regione Lombardia sembrano faticare a gestire. Le condizioni precarie in cui vivono molte famiglie rom, spesso costrette a costruire ripari di fortuna con materiali di scarto, rendono questi insediamenti particolarmente vulnerabili a incendi e altri incidenti. Inoltre, la presenza di bombole di gas e materiale infiammabile aumenta notevolmente il rischio di disastri di proporzioni ben più gravi.
Via Bondadini è stata al centro di un violentissimo incendio nel 2021 quando numerose auto abbandonate fuori dalla struttura furono date alla fiamme. L’intervento dei vigili del fuoco in quell’occasione durò diverse ore e ci furono molte polemiche tra gli abitanti della zona che denunciarono la situazione di precarietà, degrado e illegalità all’interno del campo. Anche in quel caso una grossa colonna di fumo si è sollevata nel cielo di Mecenate. Era il 13 ottobre 2021. Il rogo ha coinvolto diversi veicoli che si sospetta fossero rubati. Tutte le auto, almeno una decina, sono andate completamente distrutte. Non si registrano feriti né intossicati ma la via è stata occupata per molte ore dai mezzi di prima della rimozione di tutte le carcasse bruciate.