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Cronaca

Beppe Sala non si dimette: “Le mie mani sono pulite, la mia maggioranza c’è e io ci sono”

Il sindaco di Milano Beppe Sala tiene testa alla tempesta giudiziaria sull’urbanistica e incassa il sostegno del Pd decidendo di restare al suo posto senza rassegnare le dimissioni. Lascia invece l’assessore Tancredi aprendo un toto-assessore.

Beppe Sala ha scelto di restare al suo posto. Il sindaco di Milano, coinvolto nell’inchiesta sull’urbanistica che scuote Palazzo Marino, ha parlato in Consiglio comunale questo pomeriggio andando subito al cuore del problema: “Le mie mani sono pulite. Se la mia maggioranza c’è, io ci sono”.

Beppe Sala ha deciso di restare al suo posto – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

Una presa di posizione netta, arrivata dopo un fine settimana di consultazioni febbrili con la sua maggioranza e con il Partito Democratico, che ha deciso di rinnovargli il proprio sostegno, a condizione di un cambio di passo.

Beppe Sala non si dimette, Tancredi sì

A fare un passo indietro è stato invece Giancarlo Tancredi, assessore alla rigenerazione urbana, per cui la Procura aveva intenzione di chiedere gli arresti domiciliari e che sarà sentito in procura mercoledì.

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Le sue dimissioni sono arrivate poco dopo l’intervento del sindaco e sono state salutate da strette di mano e applausi in aula. Tancredi, visibilmente commosso, ha rivendicato la propria integrità: “Chiudo in modo infelice, ma la mia coscienza è pulita” ha dichiarato l’ormai ex assessore prima di lasciare l’aula. 

Beppe Sala rilancia

Sala ha tenuto un discorso articolato, nel quale ha difeso l’operato dell’amministrazione: “In tutto ciò che ho fatto nel mio mestiere di sindaco non esiste una singola azione che possa essere attribuita al mio vantaggio personale”. Ha poi aggiunto: “Milano sta diventando una metropoli, e noi abbiamo provato a governare questa trasformazione con uno spirito progressista”.

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Il primo cittadino ha rilanciato con una serie di progetti per il futuro: dal piano casa alla rigenerazione degli alloggi sfitti, dal potenziamento del trasporto pubblico alla ripresa del dossier stadio, prevista da settembre. Il messaggio è chiaro: andare avanti, ma correggendo la rotta dove serve… “Dobbiamo rendere Milano più equa, sana, equilibrata. Serve una politica che migliori la vita di chi è in difficoltà”.

L’assessore comunale Tancredi, dimissionario in consiglio comuale  – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

Beppe Sala, l’appoggio del Pd

Nel weekend decisivo, Sala ha ricevuto il sostegno ufficiale del Partito Democratico. La segretaria regionale Silvia Roggiani, il segretario metropolitano Alessandro Capelli e la capogruppo in consiglio Beatrice Uguccioni hanno garantito l’appoggio al sindaco, a patto di una svolta su urbanistica, casa e accessibilità. “Serve discontinuità”, hanno tuttavia sottolineato i Dem, che ora puntano anche a indirizzare la scelta del nuovo assessore all’urbanistica.

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La figura di Tancredi, tecnico di lungo corso a Palazzo Marino e protagonista di tutte le principali trasformazioni urbanistiche della città, non godeva più del sostegno politico necessario. Anche per questo le sue dimissioni erano considerate inevitabili.

Toto-assessore: chi dopo Tancredi?

Con l’uscita di scena di Tancredi, si apre ora il “toto-assessore”. Sala dovrà decidere se affidare la delega a un nuovo tecnico o puntare su un nome politico. Tra i più citati nelle ultime ore ci sono Fabio Bottero, già subentrato a Guido Bardelli alla Casa, e la docente del Politecnico Elena Granata, figura molto stimata anche all’interno della sinistra civica.

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Il profilo scelto dovrà rispondere a una duplice esigenza: rassicurare l’opinione pubblica e al tempo stesso garantire competenza nella gestione delle delicate partite urbanistiche, a partire dai progetti di Santa Giulia, Scali ferroviari e Mind.

Il sostegno di Fontana e il clima politico in aula

Sorprendentemente, Beppe Sala ha incassato anche l’appoggio del presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana. Il governatore ha telefonato al sindaco due volte negli ultimi giorni e ha dichiarato pubblicamente… “Sono e resto garantista. Le inchieste sembrano basate su una teoria tutta da dimostrare…. Sala ha il mio sostegno”. Una presa di posizione che ha contribuito a raffreddare il clima di tensione politico tra maggioranza e opposizione.

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In Consiglio comunale, l’intervento del sindaco è stato accolto con un clima più coeso del previsto. I partiti centristi e Italia Viva hanno confermato il proprio appoggio, mentre solo alcune voci critiche all’interno della sinistra hanno evocato l’ipotesi dimissioni. Ma la sensazione prevalente, anche fuori da Palazzo Marino, è che la giunta andrà avanti. 

Un nuovo equilibrio per Milano

La bufera giudiziaria ha certamente minato la solidità politica del “modello Milano”, ma Sala ha scelto di affrontarla a viso aperto. Rinunciando all’assessore più discusso e cercando una legittimazione politica più forte. Il tempo dirà se la città saprà voltare pagina senza perdere slancio.