Il sindaco di Milano Beppe Sala romperà oggi il silenzio in aula a Palazzo Marino, ieri l’incontro con i vertici del PD che hanno ribadito la loro fiducia al primo cittadino, il futuro politico si gioca tra rilancio o dimissioni.
Beppe Sala è al bivio: il sindaco di Milano parlerà oggi in aula a Palazzo Marino. E il futuro politico sia del sindaco che della giunta si deciderà oggi.
Dopo giorni di silenzi, vertici politici e tensioni crescenti, immediatamente successivi alla notizia della clamorosa inchiesta sull’urbanistica milanese che di fatto ha paralizzato oltre 150 cantieri, il sindaco di Milano prenderà la parola in Consiglio comunale per chiarire la sua posizione in merito all’indagine.
L’inchiesta che ha travolto Palazzo Marino e rimesso in discussione la tenuta politica del centrosinistra milanese è al centro dell’attenzione e sicuramente lascerà molti strascichi. Ieri sera, a casa del sindaco, si è tenuto un incontro cruciale con la delegazione del Partito Democratico. Presenti il segretario metropolitano Alessandro Capelli, la coordinatrice regionale Silvia Roggiani e la capogruppo Beatrice Uguccioni.
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Ufficialmente, il clima è stato definito “positivo e costruttivo”. Dietro le quinte, però, il confronto sarebbe stato anche serrato e strategico: Sala ha spiegato la sua posizione e il PD ha confermato la fiducia alla giunta, ma ha posto una condizione chiara. Ossia una svolta politica immediata e concreta. Di fatto un nuovo piano politico che dovrebbe caratterizzare l’ultima fase della gestione di Sala, poco meno di due anni.
Tra i nodi più critici c’è quello che riguarda l’assessorato alla Rigenerazione urbana. L’attuale titolare, Giancarlo Tancredi, è uno dei principali indagati nell’inchiesta e secondo fonti vicine a Palazzo Marino avrebbe già preparato le sue dimissioni. La loro formalizzazione dipenderà anche dalle parole che pronuncerà oggi Sala.
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Il punto è politico ma anche simbolico: sacrificare Tancredi potrebbe servire ad allentare la pressione giudiziaria e segnare l’inizio di una nuova fase amministrativa. Ci sono poi altri aspetti che riguardano i vari fronti dell’inchiesta che si sta ampliando di giorno in giorno e che nelle ultime ore avrebbe coinvolto anche altri personaggi vicini a Palazzo Marino. Tra i quali l’ex assessore e vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, proprio in relazione ai suoi rapporti con Tancredi.
Il Partito Democratico ha scelto una linea di responsabilità: non abbandonare Sala, ma imporgli un cambio di passo. “Vogliamo continuare al fianco del sindaco, ma servono nuove politiche che rispondano alla mutata realtà sociale della città”, ha ribadito Capelli al termine dell’incontro con il primo cittadino.
Le priorità indicate sono chiare: diritto alla casa, equità sociale, sostenibilità ambientale e un piano urbanistico inattaccabile dal punto di vista legale.
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Il tema San Siro è stato accantonato per ora: la delibera sullo stadio Meazza slitta a settembre, segnale evidente di un raffreddamento del dossier più caldo per la giunta, almeno fino a quando non sarà più chiara la situazione giudiziaria.
Sul fronte opposto, Lega e Fratelli d’Italia hanno chiesto con forza le dimissioni immediate del sindaco: “Non si può governare in mezzo a un tornado giudiziario”, ha tuonato Samuele Piscina della Lega. Una manifestazione è andata in scena davanti a Palazzo Marino con lo slogan “Dimissioni subito, liberiamo Milano”.
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Un’altra manifestazione potrebbe svcolgersi anche oggi pomeriggio, fuori da Palazzo Marino, contestualmente alla riunione del consiglio.
Più cauto il governo. Giorgia Meloni ha chiarito che “un avviso di garanzia non implica dimissioni automatiche”, aggiungendo che “bisogna valutare la capacità di governo nel contesto dato”. Una posizione che mantiene aperti gli scenari senza avallare rotture immediate.
Se, come sembra, il sindaco Sala sceglierà di non dimettersi, il discorso di oggi sarà il primo passo di un nuovo corso politico. Il sindaco è pronto a presentare un’agenda amministrativa per il biennio finale del mandato. In cima alla lista: il proseguimento del Piano Casa, l’incremento del verde urbano per combattere l’effetto isola di calore, e soprattutto un nuovo Piano di Governo del Territorio che blindi la città da nuove ombre giudiziarie.
Alle 16.30 l’Aula saprà se Milano continuerà a essere guidata da Beppe Sala, oppure se si aprirà una crisi politica di cui ancora oggi non si vedono confini precisi.