Inter, il rientro a testa bassa: le parole dopo la disfatta di Monaco di Baviera

Dopo il pesante 5-0 subito dal PSG in finale di Champions League, l’Inter fa ritorno a Milano tra silenzi, dubbi sul futuro e un solo tifoso ad accogliere la squadra a Malpensa.

L’Inter è rientrata a Milano nella notte con il peso di una delle sconfitte più amare della sua storia. Il 5-0 incassato dal Paris Saint-Germain nella finale di Champions League a Monaco di Baviera non è solo una disfatta sportiva, ma rischia di segnare una frattura più profonda nel progetto tecnico avviato sotto la guida di Simone Inzaghi.

PSG Inter, Barella
Nicolo Barella, uno dei primi ad ammettere la netta superiorità del PSG – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

All’aeroporto di Malpensa, ad accogliere la squadra, c’erano diversi giornalisti e un solo tifoso: Marco, che ha ammesso con disarmante sincerità ai cronisti presenti: “Sono l’unico pirla… ma questi ragazzi meritano comunque gli applausi”.

Inter, il rientro a Milano

Un ritorno surreale, silenzioso, privo di qualsiasi slancio. Nessun coro, nessuna contestazione, solo volti tirati e sguardi bassi. I giocatori sono usciti uno a uno dal gate della Malpensa sotto gli occhi dei pochi addetti ai lavori e degli agenti della Digos che sorvegliavano il rientro. Una sconfitta che pesa, soprattutto perché arriva al termine di una stagione conclusa senza trofei.

Inter, la finale e l’incognita sul futuro

Le riflessioni sul futuro dell’Inter si fanno inevitabili dopo la sconfitta con il PSG. La prestazione di Monaco ha sollevato dubbi non solo sulla tenuta mentale della squadra, ma anche sull’intero ciclo tecnico. “Se è stata la mia ultima panchina all’Inter? Vedremo nei prossimi giorni”, ha dichiarato Simone Inzaghi a caldo, evitando qualsiasi annuncio definitivo ma lasciando trasparire l’incertezza sul proprio destino.

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Il tecnico ha difeso la stagione dei suoi, pur senza nascondere la delusione: “Nonostante la pesante sconfitta, i ragazzi sono stati bravissimi. È una sconfitta netta, pesante, ma arriviamo a fine stagione a testa alta per quello che abbiamo fatto. Ringrazio i miei giocatori, indipendentemente da tutto….”

Barella: “Ci è mancato il cuore proprio in finale”

Tra i giocatori nerazzurri, uno dei più lucidi nel post-partita è stato Nicolò Barella. Il centrocampista ha ammesso le difficoltà con un’autocritica disarmante fin dai minuti immediatamente successi alla premiazione: “Ci è mancato il cuore proprio nella partita più importante. Fa male perché abbiamo fatto un grande percorso per arrivare fino a qui”.

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Parole che fanno rumore, specie considerando che il centrocampo interista era stato fin lì uno dei punti di forza del cammino europeo. Il PSG ha dominato in ogni zona del campo, e Barella non ha cercato alibi: “Dovevamo metterci qualcosa in più, non lo abbiamo fatto”.

Lautaro Martinez: “Orgoglioso dei miei compagni, del mister e della società”

Diversa la prospettiva di Lautaro Martinez, che ha preferito sottolineare il percorso piuttosto che il risultato: “Sono comunque orgoglioso dei miei compagni, del mister e della società. Non era questa la finale che volevamo giocare, ma ci abbiamo messo tutto”, ha spiegato il capitano nerazzurro.

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Un discorso che sa di commiato, o forse di chiusura di un ciclo. Lautaro ha poi aggiunto: “Queste sono partite che se prendi gol nei primi minuti diventano impossibili da raddrizzare. Il PSG è una grande squadra e ha meritato la vittoria”.

Marotta: “Una serata storta non cancella tutto”

Dopo il disastro sportivo di Monaco, la voce della dirigenza è arrivata da Beppe Marotta. Il massimo dirigente interista ha scelto la via della razionalità: “Una serata negativa, certo, ma non possiamo buttare via tutto. Questa finale è il risultato di un percorso straordinario”.

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Sul futuro di Inzaghi, il dirigente ha mantenuto una linea prudente: “Ha ancora un anno di contratto, ci siederemo a tavolino per discutere, come è normale fare a fine stagione. Le valutazioni non cambiano per una sola partita. Penso ci incontreremo martedì per pianificare il futuro…”.

PSG Inter, Acerbi
Francesco Acerbi, nel suo volto l’espressione della delusione dell’Inter – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

Simone Inzaghi e la fine di un ciclo?

Nonostante le parole distensive di Marotta, il destino di Inzaghi resta in bilico. La stampa sportiva parla apertamente di “fine ciclo”, alimentata anche dalla scelta del tecnico di non sbilanciarsi. Lo stesso tecnico, per il quale si parla di un’offerta ricchissima proveniente dall’Arabia Saudita, nelle sue dichiarazioni ammette una notevole incertezza: “Non so se sarò io alla guida della squadra che parteciperà al mondiale per club negli USA”.

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Negli ultimi giorni, sono circolati nomi di possibili sostituti e si è fatto più concreto lo scenario di un addio consensuale.

Il tecnico piacentino, alla guida dell’Inter dal 2021, ha raggiunto due finali di Champions in tre anni, senza mai sollevare il trofeo: “So cosa significa allenare questa squadra, so cosa mi ha dato. Ma ora è giusto valutare tutto”, ha dichiarato Inzaghi ai microfoni di Sky.

L’Inter alla Malpensa, l’immagine di un crollo

A colpire più di ogni dichiarazione, però, è stata la scena vista all’aeroporto: un solo tifoso ad accogliere la squadra. Nessuna ressa, nessun entusiasmo, solo il gelo di un pomeriggio amaro.

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I giocatori, nel salire sul pullman, hanno evitato parole e sguardi. Francesco Acerbi ha accennato un saluto, de Vrij ha mantenuto la testa bassa, mentre Marcus Thuram non ha risposto neppure alle chiamate dei giornalisti. Un’immagine che riassume perfettamente l’umore di una squadra colpita nell’orgoglio.

Cosa succede ora all’Inter

La stagione si chiude senza titoli e con un carico di interrogativi. Il futuro della panchina è in discussione, alcuni senatori sono dati in uscita, e anche tra i tifosi si respira un senso di fine. L’Inter dovrà ricostruire certezze, con o senza Inzaghi, partendo da una nuova visione tecnica e da un bilancio che, per quanto positivo nei conti UEFA, richiede riflessioni profonde.

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La dirigenza, che ha incassato una cifra record (quasi 200 milioni di euro) nonostante le sconfitte in tutte le partite decisive, si riunirà nei prossimi giorni per definire le strategie, valutare il mercato e sciogliere il nodo dell’allenatore.

C’è il Mondiale per Club

Il ritorno in città segna la fine ufficiale di un’annata iniziata con grandi ambizioni e conclusa nel silenzio di Malpensa. Una delle più amare per l’universo nerazzurro. Che tuttavia già da oggi è al lavoro in vista del Mondiale che vedrà i nerazzurri esordire l 18 giugno a contro il Monterey al Rose Bowl di Pasadena la prima delle tre sfide in programma cui seguiranno i match con i giapponesi dell’Urawa Red Diamons e gli argentini del River Plate.

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