Il Comune di Parabiago, è balzato agli onori delle cronache per il furto, avvenuto nel cimitero cittadino del busto in bronzo che ornava la tomba di Libero Ferrario, il primo ciclista italiano a diventare campione del mondo nel 1923.
La scultura era stata realizzata dall’artista Alfeo Bedeschi nel 1930, anno della prematura scomparsa di Ferrario, all’età di 29 anni, per tisi.
Il manufatto, alto un metro e del peso di circa 50 kg, è stato trafugato nel corso del mese di aprile e ad accorgersi della sua scomparsa era stato Bibo Libero Rigamonti, nipote del campione che ha quindi sporto denuncia ai Carabinieri. Nel commentare la vicenda ha detto: “Siamo costernati non tanto per il valore materiale della statua, ma soprattutto per il significato affettivo e simbolico che ha per tutti i parabiaghesi, anche al di fuori della nostra famiglia. Spero si ritrovi presto”.
Più duro il commento del primo cittadino Raffaele Cucchi: “Non ho davvero parole per esprimere tutto il nostro disappunto e anche la nostra rabbia rispetto a questo reato. Ci auguriamo che nel breve, non solo sia ritrovata la statua, ma che i colpevoli vengano individuati con le conseguenti condanne che ne derivano”.
Per Parabiago, comune dell’hinterland ovest di Milano, si tratta di una perdita molto sentita giacché a Ferrario sono stati dedicati, negli anni, un campo sportivo e un murales per non parlare di due iniziative ad hoc pensate per il prossimo futuro. La prima è la realizzazione di un museo del ciclismo dove la storia sportiva di Ferrario sarà adeguatamente ricordata e valorizzata. La seconda, tra due anni, riguarderà i festeggiamenti della vittoria del 1923.
Chi era Libero Ferrario
Classe 1901, si era appassionato a vari sport fin dall’infanzia per poi scoprire il ciclismo durante il periodo della leva. Di stanza a Bari aveva vinto proprio lì il suo primo campionato a squadre.
Tra il 1922 e il ’23 vinse due edizioni di una gara che si correva tra l’alto milanese e il varesotto.
Nello stesso 1923 prese quindi parte a una competizione mondiale dilettantistica conquistando il primo posto con l’arrivo a Zurigo.
L’anno successivo prese dapprima parte a una nuova gara a Parigi, sempre per i Campionati del mondo, classificandosi quarto e poi si aggiudicò la gara chiamata Tre Valli Varesine.
Morì nel febbraio del 1930 per tisi.