L’occupazione del liceo Virgilio, uno dei più grande di Milano, non cenna a fermarsi. Le motivazioni degli studenti in una nota
“Da questo momento la scuola sarà la nostra casa e ce ne prenderemo cura in quanto tale, responsabilizzando tutti i nostri compagni e compagne a prendersi cura degli spazi in cui viviamo”. Inizia così la nota degli studenti del liceo Virgilio di Milano, uno degli Istituti più grandi della città meneghina.
È la seconda occupazione che avviene in città dopo quella andata in fumo al liceo artistico Boccioni e ai fatti accaduti al Severi-Correnti. “Stiamo occupando per opporci al vigente sistema scolastico e proporne uno nuovo autogestito da noi studenti. Questa decisione non la abbiamo presa per opporci alla presidenza della nostra scuola, ma principalmente per un malessere condiviso dall’intera componente studentesca verso le istituzioni”.
Come riporta anche il Giorno, la nota diffusa dagli studenti del liceo Virgilio di Milano è un modo per rivendicare: “I nostri spazi di apprendimento, per portare avanti un modello di scuola alternativo costruito a forma di studente”. Le motivazioni che hanno spinto gli alunni ad occupare l’Istituto sono diverse e, tra le tante, anche ragioni che vanno al di fuori del contesto meramente studentesco, come per esempio, la visione sulla “Milano esclusiva”.
Nel particolare, ciò che rivendicano gli studenti sono, come riporta il Giorno, l’edilizia scolastica ritenuta dai liceali, carente. “Nelle nostre scuole siamo abbandonati, con una percentuale di Pil investito nell’istruzione sempre decrescente anno dopo anno. Un futuro in cui la scuola è messa in secondo piano. Questo porta a problemi nelle infrastrutture come: sotterranei allagati, buchi in muri e soffitti, porte e finestre rotte, riscaldamento e caldaia mal funzionanti. Tutti problemi che sono stati più volte segnalati ma mai risolti”.
Altro punto focale dell’occupazione studentesca risiede nella valutazione e repressione. “L’unico interesse della scuola è continuare a promuovere un ambiente opprimente e non stimolante per gli studenti, limitando (invece che stimolando) il pensiero critico individuale. Il sistema di insegnamento frontale che continua a essere proposto come principale nonché unico metodo possibile, rende l’apprendimento fondato su conoscenze esclusivamente nozionistiche uccidendo il dibattito e l’ascolto reciproco tra studenti e docenti”.
“La repressione che stiamo vivendo è anche rappresentata dalle nuove riforme come quella sulle valutazioni condotta dal ministro Giuseppe Valditara, riforma che sradicato il valore educativo e di formazione del senso critico rimpiazzandola con un “pugno di ferro” orientato unicamente a penalizzare coloro che non riescono per qualsiasi ragione a vivere in serenità la propria vita scolastica”. Poi la nota continua ribadendo: “Un modello che mira unicamente a una funzione utilitaristica e specializzata per l’inserimento a un mondo del lavoro sempre più consumistico e sfruttatore, appiattendo la capacità di costruire un proprio pensiero e condannando chi non si omologa. Per questo noi chiediamo e pretendiamo una riforma alternativa dell’insegnamento, che finalmente formi gli studenti a essere prima di tutto persone, non soltanto nel mondo del lavoro ma nella vita”.
Altri due punti fondamentali rivendicati dai liceali del Virgilio mirano a un “Sistema scolastico che ascolti davvero le necessità degli studenti fuori e dentro le classi. Abbiamo bisogno di una scuola che sia un ambiente sicuro, in cui tutti gli studenti siano tutelati. Da tempo insistiamo sull’importanza della salute mentale e della necessità di un supporto psicologico interno efficiente e sinceramente attento al benessere universale della componente studentesca”.
Ma la visione degli studenti non si arresta al mero contesto scolastico. Quello che viene segnalato è anche una “gentrificazione che ogni anno diventa sempre più massiccia e che sta rendendo la città un posto vivibile solamente da ricchi spostando i meno abbienti sempre più esternamente nelle periferie. Come giovani che vivono la città stiamo assistendo sempre di più ad un appiattimento della controcultura che questa città era in grado di proporre, in favore del profitto. Così che centri sociali vengono sgomberati, quartieri storici fatti diventare “in” e quindi solo per ricchi, e la periferia, lasciata a se stessa, riempita da tutte quelle persone che non potevano permettersi di vivere dove stavano prima, creando in questo modo un taglio ancora più netto tra ricchi e poveri”.
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Punto imprescindibile delle motivazioni dovute all’occupazione studentesca è, oltre alle questioni interne legate alla città di Milano anche quello che sta accadendo all’esterno, ovvero al “genocidio che sta venendo perpetrato a Gaza da parte di Israele, che da 75 anni occupa il territorio palestinese portando avanti violenze sistematiche sulla popolazione, dall’inizio del conflitto ci sono stati più di 20.000 morti. davanti a tutto questo ci poniamo in sostegno alla resistenza del popolo palestinese e chiediamo la fine immediata del genocidio. Inoltre chiediamo la fine di ogni accordo militare e commerciale tra l’Italia e Israele“.
Infine, la conclusione avanzata da tutti gli studenti del Virgilio in merito all’occupazione è avere una risposta a tutti i problemi che toccano in prima persona i giovani. “Questi giorni di occupazione saranno il luogo in cui potremo confrontarci tra di noi su questi temi, formulando soluzioni e analisi, per poi creare un futuro in cui noi future generazioni potremo vivere serenamente. Perciò invitiamo le studentesse e gli studenti delle scuole di Milano, a mobilitarsi insieme“.