Milan, si cambia. Almeno questa è la possibilità: Cardinale, rappresentante Red Bird, non è più l’unico interessato. Ci sono anche i sauditi.
Italia come terreno fertile. È pensiero comune da parte degli arabi che vorrebbero mettere le mani sulla Serie A. I motivi sono molteplici: in primis perchè in Arabia sanno quanto sia importante il calcio nello Stivale. Un core business fondamentale necessario anche a sponsorizzare determinate industrie non solo in terra straniera.
La popolazione saudita, soprattutto i più ricchi, si è resa conto di quanto appeal ha l’Italia in questo senso con la Supercoppa Italiana. Quindi portare un pezzo d’Arabia nella Penisola potrebbe rappresentare, per qualche sceicco e anche oltre, un’occasione d’oro. In termini di guadagno e consensi. Nel gergo tecnico è definito sportwashing.
Ovvero la capacità di usare lo sport – in questo caso il calcio – per catalizzare un business senza alcun tipo di remora. Magari nascondendo anche quello che non va. Una sorta di riqualificazione di civiltà e diritti attraverso il gioco e le industrie sportive. Alla base di tutto questo, c’è bisogno di un progetto forte. Come può essere quello del Milan: i rossoneri hanno cambiato proprietà immediatamente dopo lo Scudetto del 2022.
È arrivato Cardinale – rappresentante RedBird – e sta facendo il massimo per riportare i rossoneri in vetta. Due anni di transizione, il parco dirigenti arricchito con Ibrahimovic. Un mercato abbondante, ma non sempre risolutivo. Questo è quanto hanno notato quelli di PIF. Il Fondo Governativo Saudita, interessato ai rossoneri, sempre più disposto a tentare il colpaccio. Gli arabi ci credono e vogliono fare quello che stanno già portando avanti con il Newcastle.
Realtà della Premier con buone prospettive e le qualità giuste per improntare una rifondazione. Nello specifico la squadra di Milano ripartirebbe da questa consapevolezza: rivoluzionare per migliorare. Dal punto di vista dei conti significa risanare il vuoto finanziario lasciato da Cardinale nel passaggio con Elliott. PIF – in concreto – vorrebbe ottenere la quota di maggioranza rossonera per mettere a posto le pendenze e dedicarsi al mercato e alle attività d’espansione del brand.
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Una situazione importante che si concretizzerebbe nel momento in cui potrebbe esserci un avvicendamento. La realtà è che però al momento Cardinale non ha alcuna intenzione di vendere. Altrettanto vero però è che se dovesse arrivare l’offerta giusta una trattativa potrebbe essere intavolata. Domandare è lecito rispondere è cortesia: Cardinale ha detto no, ma in ottica futura potrebbe diventare forse. Tutto dipende da quel che c’è in gioco, in nome di una cosa sola: il business che, per molti, anche in Arabia, fa rima con Milan.