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La linea dei Fontanili milanesi (con download mappa per navigatore)

Acqua, acqua in abbondanza…è millenario il tentativo di imbrigliare e sfruttare questa risorsa che, nella pianura Padana, o si inabissa decine di metri sotto i piedi delle Prealpi, lasciando sul cosiddetto piano della campagna un ambiente arido, o affiora copiosamente trasformando il territorio in un acquitrino invivibile. I fontanili fanno parte, insieme ai canali che ne derivano, di questa annosissima e mai conclusa bonifica, che ha reso la pianura Padana uno dei territori più fertili del mondo. Con questo sistema intricatissimo di vie d’acqua naturali e artificiali si riesce, solo per fare un esempio, a coltivare il riso in pieno inverno, con il sistema delle cosiddette marcite, permettendo ad un velo d’acqua che scorre lentamente sui campi e mantiene una temperatura costante ben al di sopra dello zero termico, di impedire che la rigidità del clima invernale rovini i germogli.

Il percorso che descriviamo si propone di toccare le vie d’acqua finora descritte, precisamente a cavallo della cosiddetta linea dei fontanili, su cui Milano stessa è sorta, che segna l’isometrica al di sotto della quale l’acqua sgorga spontanea dal suolo, dopo un percorso sotterraneo di una cinquantina di chilometri, nelle varie falde al di sopra degli strati argillosi impermeabili profondi.

Si parte dal parco delle Cave, Baggio, proseguendo verso ovest per poi tornare, con un percorso ad anello, verso la metropoli milanese. Già questa area verde urbana mostra, con le sue ex cave di ghiaia allagate, l’entità dell’affioramento delle acque a pochi metri di profondità dal piano della campagna. Lo

percorriamo da sud a nord, “valicando” la via Novara sul ponte azzurro esclusivamente ciclopedonale che ci immette nel secondo parco, il Bosco in Città, una vera e propria piccola foresta, che esploreremo in tutta la sua lunghezza, deviando alla fine verso l’abitato di Figino; lo attraverseremo verso ovest, immettendoci al termine su una strada vicinale che, scavalcando due tangenziali ci porterà, attraverso un singletrack, alla testa del primo Fontanile, Bongiovanni, detto anche Fontanile di mezzogiorno (in realtà tutti questi canali sono orientati sull’asse nord-sud). Da lì si raggiunge un secondo fontanile, più modesto, superato il quale procederemo verso Cornaredo, dove visiteremo il fontanile “monumentale” nel centro storico, con tanto di numerose bocchette laterali che alimentavano anticamente i circostanti campi. Proseguiremo verso sud affiancando il corso del suo canale nel parco che lo circonda, superando la statale per Novara, per raggiungere, alle porte del centro direzionale della associazione Italia Nostra (che gestisce con grande capacità molti parchi del milanese), una antica ghiacciaia perfettamente conservata, costruita con i tipici mattoni rossi di cotto lombardi.

A questo punto seguiremo l’alzaia del canale scolmatore del Seveso per pochi chilometri, per tagliare in seguito verso sud in direzione del più grande dei fontanili, il “Nuovo”, gigantesco, con un fontanile “figlio” che lo alimenta lateralmente. Nella sosta che faremo, immersi nella poderosa boscaglia che lo protegge lateralmente, potremo osservare la grande portata del flusso idrico del tubo alimentatore dell’invaso, una condotta piantata verticalmente per un paio di metri al centro della testa del fontanile, nel punto esatto dove nasceva spontaneamente la risorgiva che lo ha generato.

Le strade che seguono sono tutte sterrate fino alle porte di Cisliano, dove calcheremo la pista di un piccolo aeroclub, una radura che vede sullo sfondo il Monte Rosa, prima di immetterci nel paese e sulla ciclopedonale per Cusago, dove osserveremo l’ultimo fontanile, per il momento un po’ trascurato ma pur sempre in funzione. Al centro di Cusago ammireremo il castello Sforzesco della antica tenuta di caccia tra Milano e Abbiategrasso e il piccolo borgo che ne fa da cornice, ben restaurato. Una bella ciclabile ci porterà, se si eccettua una rotonda pericolosa, ai prossimi paesi, Assiano e Muggiano, l’ultimo dei quali possiede un centro rurale, che attraverseremo, anch’esso ben tenuto. Una strada vicinale che supera la Tangenziale ci porterà dapprima ai parchi ovest, “nuovi nati”, di Cesano Boscone, dopodichè, piegheremo verso est per percorrere, all’interno del paese, una fascia verde e il suo centro storico pedonalizzato, di una certa dimensione. La sensazione di questo attraversamento sarà sempre quella di “sorvolare” tutti i territori esplorati, senza essere mai traumatizzati da una brutale immersione del territorio fortemente inurbato alle porte della metropoli milanese. In breve ci troveremo, rientrando nel Comune di Milano, nel parco dei Fontanili, solcato da numerose piccole risorgive, al termine del quale un bel ponte bianco metallico esclusivamente ciclopedonale supererà verso nord una grande arteria stradale e, proseguendo, ci farà giungere fino all’ingresso sud, su via Forze Armate, del parco delle Cave, permettendoci così di chiudere il grande anello rurale, ma non solo, che vi abbiamo proposto.

Silvio Palombella e Vincenzo Parente – Gruppo Ciclo ARCAL Rai Milano

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