Questa sera gli Afterhours sono di scena il Carroponte per uno show attesissimo, Milano accoglie la band simbolo dell’alternative italiano per una serata all’insegna di energia e memoria.
Milano riabbraccia questa sera una delle sue band più significative e intense: gli Afterhours, capitanati da Manuel Agnelli, tornano sul palco del Carroponte di Sesto San Giovanni per una delle tappe più attese del loro tour estivo.
Un ritorno che ha il sapore di un abbraccio collettivo, quello tra la band e il pubblico che l’ha accompagnata per oltre tre decenni, e che ancora oggi la considera punto di riferimento della scena alternativa italiana.
Senza rinnegare un lungo percorso fatto anche di collaborazioni, tv e persino di talent show, Manuel Agnelli torna a quello che sicuramente lo definisce meglio. Il palco, suonando con la band che ha creato ormai trent’anni fa. Il concerto di stasera non è soltanto un appuntamento live, ma un viaggio nella storia della musica indie del nostro Paese.
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Dall’epoca di “Germi” fino ai brani più recenti, passando per capolavori come “Quello che non c’è” e “Ballate per piccole iene” – che per altro dà il titolo allo show inteso come a un omaggio a tutto il repertorio degli Afterhours – quello della band è un racconto frammentato e potente del disagio, della rabbia, dell’amore ma anche della disillusione di una intera generazione.
La scaletta dello show che è partito da un vibrante concerto a Genova per poi toccare Torino e Roma, due date al Summerfest nella Cavea, include tutta la produzione storica del gruppo ridando smalto a un repertorio straordinario che, ascoltato tutto insieme, offre davvero uno spaccato significativo.
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Dagli esordi in lingua inglese fino all’affermazione come icona del rock alternativo italiano, gli Afterhours hanno attraversato indenni decenni di cambiamenti musicali e culturali privilegiando il loro rapporto con il pubblico e offrendosi sempre in live estremamente generosi… Quello che si è visto nelle prime quattro date del tour ha aperto il cuore: Manuel Agnelli, sarcastico con alcune battute pungentissime, ha tenuto il palco in modo assolutamente straordinario.
“Tornare a suonare a Milano è sempre un privilegio e una responsabilità. Qui è cominciato tutto”, ha detto Manuel Agnelli in una recente intervista. E il concerto di stasera si preannuncia come una dichiarazione d’amore reciproca tra la città e una delle sue voci più coraggiose. La band l’anno prossimo festeggerà i suoi primi quarant’anni. Era il 1986 quando Agnelli inizia a riunire alcuni musicisti. Dall’idea di creare una cover band che omaggiasse Lou Reed e i Velvet Underground alla realizzazione di brani propri, ai primi live, sono passati poco meno di due anni.
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I primi show (1988) che li impongono all’attenzione generale sono a Torino, in particolare alla Pellerina. Poi arriveranno Arezzo Wave e le prime date almeno un pochino promosse. Persino l’attenzione dell’allora Videomusic e una straordinaria collaborazione con Mina. Una evoluzione costante e continua che ha visto Agnelli proteggere la propria creatura… “Anche a costo di non dire niente, in un’epoca in cui tutti parlano, se pensi che non ci sia niente di interessante da dire…” aveva dichiarato a chi scrive giustificando il fatto che la band fosse in una lunga fase di stasi.
Nel frattempo, confermandosi talento assolutamente eclettico e pronto anche al senso del rischio, Agnelli si è dedicato a molto altro. Qualche mese fa è passato in teatro come credibilissimo interprete principale in Lazarus, splendida opera dedicata all’ultimo album di David Bowie, pubblicato poche settimane prima della sua scomparsa.
Chi ha visto lo show degli Afterhours di Roma definisce Agnelli e la band in uno stato di grazia assoluto. Questa la scaletta che la band ha presentato nei due show della Cavea…