Stop agli alloggi sfitti, Milano punta sugli immobili comunali. Ma è la città delle élite contro quella popolare

Il progetto Zero alloggi sfitti promosso dal Comune di Milano continua a prendere piede. Entro il 2027 bisogna ristrutturare migliaia di case popolari. Cosa sta accadendo.

Troppi alloggi sfitti, circa 2500, per una città che ha bisogno di dare una risposta sociale concreta. La richiesta di case popolari è alta, ma le abitazioni sono rimaste vuote per anni. Di contro gli affitti privati che esplodono, con studenti e lavoratori fuori sede in difficoltà e gli stessi milanesi costretti a trasferirsi nell’hinterland.

Una protesta per le case popolari a Milano
Stop agli alloggi sfitti, Milano punta sugli immobili comunali. Ma è la città delle élite contro quella popolare (ANSA FOTO) – MilanoCityrumors.it

È per tutti questi motivi che il Comune di Milano sta continuando nel percorso del progetto Zero alloggi sfitti per la messa in sicurezza degli stabili di Edilizia residenziale pubblica (Erp). Poche settimane fa è stato pubblicato, da parte di Mm spa (la partecipata che si occupa della realizzazione delle nuove metro, del servizio idrico e delle case popolari), il primo Accordo quadro del valore di 10,5 milioni di euro per il recupero delle unità immobiliari. Oggi, la giunta del sindaco Giuseppe Sala ha assegnato alla società ulteriori 10,5 milioni di euro.

Ci siamo posti l’obiettivo di ristrutturare i circa 2.500 alloggi sfitti del Comune entro il 2027. – ha spiegato l’assessore all’Edilizia residenziale pubblica Fabio Bottero – un progetto ambizioso, che necessita di risorse importanti e strutturali, anche guardando al futuro. Grazie a questi due accordi quadro, per complessivi 21 milioni di euro, miriamo a recuperare almeno 800 alloggi entro la fine del prossimo anno. Vogliamo che questi alloggi possano tornare prima possibile nella disponibilità delle assegnazioni”.

Milano, migliaia di case popolari vuote e inutilizzabili

Le migliaia di case popolari vuote sono infatti ad oggi inutilizzabili. Sono fatiscenti o danneggiate, ma con il piano si potrebbe recuperarne già 750 entro la fine del 2025 e 800 il prossimo anno. La strategia è quella di assegnare case dignitose, combattere il degrado ed evitare occupazioni abusive.

Un compito non facile, considerando che, secondo dati risalenti al 2015, solo 38 edifici su 300 era in regola con la normativa antincendio. Oggi la problematica è in via di risoluzione, anche grazie a 6 milioni già stanziati. Ma restano impressi nella memoria dei milanesi i disastri della Torre del Moro del 2021 e di via Cogne nel 2018.

Un quartiere popolare a Milano
Milano, migliaia di case popolari vuote e inutilizzabili (ANSA FOTO) – MilanoCityrumors.it

La questione è delicatissima sotto il punto di vista sociale. Com’è noto, Milano è una delle città dove gli affitti privati sono più cari in assoluto. In alcune zone per un monolocale si arriva a pagare 900 euro al mese, per un bilocale tra i 1200 e i 1400. Insomma, mentre gli alloggi popolari restavano sfitti e nel degrado, i costi per i privati salivano alle stelle. Da un lato turismo, grattacieli e investimenti. Dall’altro precarietà emergenza abitativa.

La Milano delle élite e la Milano popolare. C’è da raggiungere l’equità sociale. “In dieci anni, da quando Mm è subentrata ad Aler nella gestione del patrimonio Erp del Comune, è stato fatto un importante lavoro sulle certificazioni antincendio. – ha precisato l’assessore Bottero – Vogliamo che questi alloggi possano tornare prima possibile nella disponibilità delle assegnazioni, perché la domanda di casa pubblica è alta. Ed è nostro dovere di amministratori assicurarci che siano case decorose e dignitose”.

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