Donna morta sulla zip-line in Valtellina: cosa non è chiaro nelle indagini

Sono tante le domande che affollano le menti degli investigatori che indagano sulla morte della donna precipitata da oltre 20 metri di altezza dalla zip-line in Valtellina

Tante le domande alle quali la Procura dovrà dare una risposta dopo l’incidente avvenuto sulla zip-line in Valtellina nel quale ha perso la vita, precipitando nel vuoto da un’altezza di 20 metri la 41enne marocchina Ghizlane Moutahir. Tra i molti interrogativi posti dagli investigatori svetta il perché: perché la corsa si è fermata prima che la donna precipitasse nel vuoto.

zip-line Valtellina
41enne precipita in volo dalla zip-line in Valtellina. La morte ripresa in diretta dalle nipoti con il cellulare (ANSA) milano.cityrumors.it)

Proprio da qui partono le indagini investigative. La Fly Emotion, la zip-line che passa sopra la Valle del Bitto in Valtellina, è utilizzata da centinaia di migliaia di persone da oltre 13 anni di attività e senza mai un incidente. Dunque cercare di comprendere il perché la 41enne si sia trovata ferma nel vuoto a quell’altezza quando ancora ne mancavano circa venti alla stazione di arrivo, permetterà valutare il motivo dell’incidente.

I punti oscuri delle indagini

L’imbracatura utilizzata dalla donna come era stata allacciata e in che stato di usura si trovava? Questo è uno dei molti interrogativi che dal giorno dell’incidente mortale gli investigatori stanno cercando di dare risposta.

41enne precipita zip-line
41enne precipita in volo dalla zip-line in Valtellina. La morte ripresa in diretta dalle nipoti con il cellulare (ANSA) milano.cityrumors.it)

Il fermo della corsa. Secondo punto in esame. Quello che gli esperti dicono è che l’arrivo della zip-line è realizzato in modo da rallentare la corsa prima che il carrello entri nella stazione. La pendenza del cavo di acciaio si ammorbidisce in modo da limitarne la velocità. Il freno vero e proprio entra in azione solo una volta superata la piattaforma di arrivo.

La vittima è precipitata prima di arrivare alla piattaforma, a circa una ventina di metri dalla stazione di Bema. L’ipotesi, così come riporta anche il Giorno, che “un cliente della discesa si fermi prima dell’arrivo è prevista ed esiste una precisa procedura che si segue in questi casi. Il personale è dotato di un’apparecchiatura, chiamata “bicicletta“, che permette risalire il tracciato del cavo fino al punto desiderato per recuperare la persona ferma”. Il blocco del volo prima della fine della corsa quindi non è impossibile seppur molto raro.

Due variabili possono far fermare la corsa: il peso del cliente e il vento contrario. Ma anche nel caso della 41enne è andata così? Ci si concentra ora sull’imbraco.

L’imbracatura

L’imbracatura classica è costituita da una parte che assicura gambe e spalle e una seconda parte costituita da una sorta di tuta alle quale si aggiungono dei supporti per i piedi. Ora la domanda che si pongono gli investigatori è come erano allacciati tutti i sistemi di sicurezza. I materiali e le chiusure erano usurate?

La donna, forse presa dal panico potrebbe volontariamente aver sganciato i sistemi di sicurezza? Questa ipotesi è quasi improbabile ma è forse probabile, al contrario, che la 41enne non fosse legata nel giusto modo e forse che non sia stata controllata come doveva prima di lanciarsi nel vuoto.

Intanto, magistrati che indagano insieme ai carabinieri stanno ascoltando le persone presenti al momento della tragedia. Tra queste le due nipoti della vittima, che hanno filmato l’incidente con il cellulare; gli addetti dell’impianto incaricati di preparare per il volo la vittima, nonché altri visitatori presenti sul luogo in quel momento.

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Si indaga per omicidio colposo

Al momento l’indagine è per omicidio colposo a carico di ignoti. Nelle prossime ore, eventuali nomi – se usciranno fuori – verranno iscritti nel registro degli indagati. Nel totale sono 15 i dipendenti della società proprietaria dell’impianto. Al momento, nessuno risulta indagato.

Nel frattempo la Procura ha acquisito il video girato con lo smartphone dalle nipoti della donna che stavano riprendendo la discesa della zia quando tutto è precipitato. L’autopsia sul cadavere della 41enne avverrà il prossimo venerdì e sarà eseguita dal patologo Luca Tajana dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Pavia. Si verificherà se la vittima sia stata colta o meno da un malore come si è ipotizzato immediatamente dopo l’incidente o le cause del decesso sono altre.

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