In manette davanti alle telecamere Marco Manfrinati, dopo aver ucciso l’ex suocero Fabio Limido e sfregiato il volto alla ex moglie, sogghignava beffardo. La vicina di casa ora racconta quei momenti di pura follia
Un sorriso beffardo sul volto dell’assassino, Marco Manfrinati, mentre gli agenti della Questura di Varese lo portavano via dopo aver aggredito la ex moglie Lavinia Limido, di 37 anni, ferita gravemente al volto con un coltello, e ucciso l’ex suocero Fabio Limido, di 71 anni con un fendente diritto al torace.
Il 71enne Fabio Limido, era intervenuto per salvare la figlia dall’ira dell’ex genero ma ha ricevuto una coltellata che gli è costata la vita. L’uomo è deceduto in ospedale dove era arrivato in fin di vita un’ora dopo.
La testimonianza della vicina di casa
Nella giornata di ieri, martedì 7 maggio 2024, negli uffici della Procura di Varese sono stati ascoltati dai pm alcuni testimoni residenti in via Menotti dove si trova la sede dell’azienda di Fabio Limido, la Ecogeo e dove l’assassino Marco Manfrinati ha atteso l’ex moglie Lavinia uscita dall’ufficio, per aggredirla con il coltello.
Una vicina, tra le prime a chiamare i soccorsi dopo il fatto, ha raccontato, come riporta anche il Giorno: “È stato terribile, una mattanza. Lavinia aveva il volto devastato, era piena di sangue ma urlava di pensare a suo papà, di salvare suo papà”.
Non era la prima volta che il papà della 37enne interveniva in difesa della figlia. E l’ennesima volta il signor Fabio ha perso la vita lottando per difendere dalla pazzia di quell’uomo la figlia. Quando il 71enne ha sentito le sua urla disperate non c’ha pensato due volte a intervenire. E mentre i vicini di casa prestavano i primi soccorsi, Lavinia implorava loro di salvare il padre. Parole disperate che in quella via non verranno mai più dimenticate.
Le urla contro Manfrinati
L’ex avvocato 40enne Manfrinati, aveva il divieto di avvicinarsi alla ex moglie Lavinia, al figlio di 4 anni e ai genitori di lei. Il provvedimento era stato emesso come conseguenza dei comportamenti violenti e persecutori denunciati dalla donna. Maltrattamenti e stalking per cui è tuttora in corso un processo di cui la prossima udienza è fissata per il 5 giugno prossimo.
In via Menotti, mentre l’uomo veniva arrestato, i residenti gli urlavano contro: “Maledetto assassino”. In risposta il ghigno divertito di Manfrinati stampato in volto. Lo stesso sorrisetto beffardo con cui alla ex suocera, dopo l’accoltellamento del 71enne aveva chiesto ironico: “Come sta tuo marito?”. Dietro tutto l’odio per quella famiglia.
Ieri l’avvocato di Manfrinati, Fabrizio Busignani in carcere l’ha trovato “provato”. Il legale ha dichiarato: “È in una condizione difficile. E’ stato un primo incontro per cominciare la ricostruzione di quello che è successo che non è completa, lo incontrerò di nuovo”. All’origine di tutto le complicazioni della separazione e il distacco dal figlio di 4 anni che l’uomo avrebbe potuto vedere “solo alla presenza dei nonni, ogni due settimane. Ma non c’è mai stato modo”, dice l’avvocato. Oggi, mercoledì 8 maggio, Marco Manfrinati comparirà davanti al gip del tribunale di Varese per l’udienza di convalida dell’arresto.
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L’iniziativa organizzata a Varese
Lavinia Limido, vittima dell’ex marito, dopo l’aggressione violenta è stata sottoposta ad un intervento chirurgico, ed ora le sue condizioni sono in miglioramento. I sanitari confermano che non è più in pericolo di vita. Tutta la cittadinanza di Varese si stringe alla donna e alla mamma, la signora Marta.
Prevista per sabato mattina prossimo un’iniziativa che vede una camminata lungo corso Matteotti a Varese, organizzata da diverse associazioni e la Rete antiviolenza per esprimere la loro vicinanza alla famiglia Limido. In un comunicato, gli organizzatori hanno scritto: “È difficile trovare parole che non sembrino scontate, è facile forse chiedersi cosa non abbia funzionato nonostante l’impegno delle istituzioni e della società civile nel condannare ogni forma di violenza, nel cercare di costruire giorno dopo giorno una cultura di rispetto e solidarietà in ogni ambito sociale.
“Oggi sentiamo ancora di più il bisogno di creare e rafforzare reti più fitte ed efficaci tra donne, uomini, istituzioni e associazioni affinché nessuna donna debba avere paura e sentirsi sola e indifesa, per contribuire insieme a quel cambiamento culturale sempre più necessario”. L’appuntamento sabato sarà dunque in piazza Monte Grappa alle 10.