L’ultimo rapporto annuale di Legambiente e Ambiente Italia, pubblicato da Ecosistema urbano, fotografa una situazione ambientale in Italia ancora piuttosto difficile
In Italia le città sono sempre più in affanno nel raggiungere performance ambientali sostenibili, soprattutto alla luce dei nuovi parametri richiesti dalle nuove norme imposte dalla Comunità europea. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce infatti per il 2024 una fotografia in chiaroscuro dove i grandi centri sono sempre più in difficoltà, mentre le città di provincia riescono a offrire una qualità dell’aria ancora piuttosto sostenibile.
Dal 1994 Legambiente pubblica il Rapporto Ecosistema Urbano che offre una visione dettagliata circa l’evoluzione delle performance ambientali delle città italiane. Uno studio condotto sui 106 capoluoghi di provincia italiani tenendo conto di 19 indicatori distribuiti in 6 diverse aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
Restano ancora molte le città in affanno sulla sostenibilità e la qualità dell’aria che respiriamo. La classifica dei 106 capoluoghi di provincia, come ogni anno stilata da Ecosistema Urbano, il report annuale di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, restituisce infatti per il 2024 una situazione ancora piuttosto grigia. Dal report emerge che nessuna città raggiunge il punteggio del 100%, anzi cala al 54,24% la media dello stesso raggiunta dai capoluoghi, registrando un -3,8% rispetto a due anni fa, quando si attestava al 56,41%.
Ovviamente i risultati sono diversi tra Nord e Sud a vantaggio delle provincie vicino alle Alpi e al di là del poco sorprendente primo posto assegnato a Trento che migliora la piazza d’onore dello scorso anno, a sorprendere positivamente è la regione Lombardia che riesce a monopolizzare le altre restanti posizioni sull’ipotetico podio delle città più salubri per l’uomo. Mantova e Bergamo infatti risultano seconda e terza in questa speciale classifica, raggiungendo oltre il 70% del punteggio rischiesto. Per la città orobica la risalita dalla tredicesima posizione dello scorso anno è stata davvero impetuosa.
I risultati mostrano una situazione in cui nessuna città raggiunge il punteggio del 100%. Trento si posiziona al primo posto con il 79,78%, seguita da Mantova con il 78,74%. Le due città rappresentano gli unici capoluoghi a superare la soglia dei 75 punti, un traguardo davvero rilevante per la città lombarda, merito di decisioni prese dalla giunta comunale che hanno portato a un deciso miglioramento della sostenibilità, grazie ad alcuni risultati negli indici più significativi come il calo dei consumi idrici e delle perdite idriche e la raccolta differenziata che è all’84%.
Subito dietro si piazza Bergamo, grazie a un impegno costante soprattutto nel settore della raccolta differenziata e della ciclabilità. Purtroppo ancora una volta è il Meridione a presentare i dati più critici, con la sola Cosenza inserita nella top 20. Milano, come peraltro Roma, soffre di varie problematiche sia nella raccolta differenziata sia nella distribuzione della rete idrica, ma mostra un incoraggiante incremento dei passeggeri trasportati dal servizio pubblico, segnale che lo sforzo della Giunta comunale in tal senso sta dando i frutti sperati.