A Milano si nasconde un vicolo tanto piccolo quanto affascinante, che conserva intatto un pezzo di storia della città. Vediamo dov’è.
Come ogni città che si rispetti, anche Milano ha dei luoghi segreti. Posti non necessariamente enormi, lussuosi o vistosi, ma che comunque emanano un’aura di fascino e mistero per il viaggiatore curioso o il passante sovrappensiero.
Siamo nel quartiere Navigli, sull’Alzaia, vicino alla stazione di Porta Genova. Esiste un vicolo piccolo dal nome affascinante, fiabesco quasi: il Vicolo dei Lavandai. Vediamo come raggiungerlo e, soprattutto, perché vale la pena visitarlo.
Il Vicolo dei Lavandai: un pezzo di storia lungo il Naviglio
Il nome del luogo si spiega con l’esistenza di un lavatoio pubblico, utilizzato sino agli anni Cinquanta del secolo scorso, per lavare i panni con l’acqua del Naviglio. Difatti, prima di chiamarsi Vicolo dei Lavandai, era conosciuto come Vicolo del Bucato (Vicol de Bugandee). Il significato, comunque, è quasi lo stesso.
I lavandai, un tempo, erano soprattutto uomini che facevano parte della confraternita omonima. I membri prendevano in carico la biancheria delle famiglie benestanti, trasportandola in pesanti gerle fino alle rive del Naviglio. Lì, dopo aver sciacquato i pani nel ruscelletto – la canalina apposita che fa entrare l’acqua nel lavatoio – li strofinavano su degli stalli di pietra.
Niente detersivi e smacchianti in bottiglie di plastica, naturalmente: si utilizzava un impasto di cenere, sapone e soda chiamato, in perfetta eleganza milanese, “palton”. In alternativa, esistevano degli impasti di lisciva e letame vaccino, oppure, si versava della semplice acqua bollente miscelata con la cenere.
Nel Vicolo dei Lavandai esisteva anche una drogheria che vendeva sapone, spazzole e candeggina. Non solo: esiste ancora, in ottimo stato di conservazione, una centrifuga degli inizi del Novecento, che serviva ad asciugare i panni. In fondo al vicolo, vi è infine una rientranza sul Naviglio, la cosiddetta “sciostra”: lì un tempo si fermavano le barche a scaricare e caricare merci. Una volta, infatti, si trattava di un luogo ricco di viavai di magazzinieri, commercianti e albergatori. Molti erano i forestieri che giungevano da Bergamo o Brescia, per stabilirsi nelle case popolari del quartiere.
Ben presto, dopo la Seconda guerra mondiale, questo lavoro divenne prerogativa delle donne, che avevano iniziato a portare al Naviglio i propri indumenti da lavare.
Il Vicolo è raggiungibile a piedi, dalla stazione ferroviaria e metropolitana di Porta Genova; il tram è il 9, mentre i bus sono 47, 68, 90, 91, 94. Poiché si tratta di un luogo incantevole, anche alcuni percorsi sul battello in Darsena fanno tappa qui.