La Prima della Scala aveva già un preambolo di polemiche per le sedute in chiave politica, ma durante l’inno di Mameli si è levato un urlo in solitaria: chi è l’autore del gesto.
Mancava poco all’inizio dell’opera Don Carlo, poi l’inno di Mameli e una voce fuori dal coro. Prima il pubblico ha risposto “viva l’Italia“, in seguito un uomo ha ribadito: “Viva l’Italia antifascista“.
Un urlo risuonato dal loggione proprio a pochi istanti dall’inizio della Prima della Scala. Questa vicenda avrebbe addirittura mosso la Digos che sarebbe intervenuta per identificare la persona.
Il pubblico ha urlato dopo l’inno di Mameli “viva l’Italia“, ma un uomo presente alla Scala ha esordito ad alta voce con la seguente frase: “Viva l’Italia antifascista“. Proprio questo secondo urlo, infatti, sarebbe risuonato dal loggione: pochi secondo dopo è iniziato il Don Carlo per la Prima della Scala.
L’uomo ha spiegato che a metà del primo atto sarebbe stato avvicinato da una persona, comprendendo sin da subito che si trattasse di un agente in borghese. “Alla fine dell’atto mi ha mostrato il tesserino e mi ha detto che voleva identificarmi, ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso in un paese democratico“, spiega. Marco Vizzardelli ha spiegato che gli avrebbero fotografato la carta d’identità per identificarlo dopo quanto accaduto.
Proprio gli agenti hanno infatti identificato l’uomo autore della frase. Si tratta di Marco Vizzardelli, grande appassionato di lirica, nonché giornalista e loggionista. Si tratta di un uomo che vanta una passione per l’equitazione. “L’ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto il contrario topo ‘viva l’Italia fascista, ma così no’“, ha detto Vizzardelli mentre stava parlando con gli agenti della Digos.
Vizzardelli ha raccontato quanto avvenuto poco prima dell’inizio della Prima alla Scala. Sono bastati pochi minuti dalla fine dell’inno di Mameli per dare il via all’identificazione dell’uomo. Il 65enne è anche un giornalista che si occupa in prima linea di ippica, ma vanta una grande passione per il teatro alla Scala. “La metà della mia vita che non passo a seguire i cavalli, la passo a seguire la musica e la Scala“, ha spiegato. Intanto la Prima della Scala si è susseguita senza la presenza di Sergio Mattarella e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il presidente della Repubblica e la premier non hanno partecipato all’evento a causa di altri impegni istituzionali.
Marco Vizzardelli questa mattina poco dopo le ore 13 ha rilasciato un commento all’Ansa su quanto accaduto ieri alla Prima della Scala, una volta identificato dagli agenti della Digos milanese perchè dopo l’inno di Mameli ha urlato in sala la frase “Viva l’Italia antifascista”. Il 65enne spiega così: “Trovo tutto un pò inquietante. Non può non venirmi il dubbio che siamo alla soglia di uno stato parafascista” dice l’uomo che poi spiega cosa non sopporta: “Non sono un pericoloso comunista, al massimo un liberale di sinistra. Non reggo due cose: qualsiasi vago profumo di fascismo e forma di razzismo. Ieri davanti a me in rappresentanza del Governo c’erano La Russa e Salvini, su questo tema mi lasciano perplesso” conclude.
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Uno dei primi a parlarne è stato il ministro Matteo Salvini: “Alla Scala non si urla“, ha ribadito il leader della Lega. Sulla stessa lunghezza d’onda, volgendo lo sguardo altrove, ci ha pensato invece l’ex sovrintendente Alexander Pereira. “L’antifascismo non ha niente a che fare con la prima della Scala“, ha ribadito Pereira.
Dall’altro lato c’è invece il presidente del Senato Ignazio La Russa che ha invece sostenuto di non averlo proprio sentito. Gli agenti della Digos non la pensano così e infatti avrebbero già accertato la vicenda, con tanto di identificazione dell’autore di quella frase, annunciata al buio.