Il carcere milanese di San Vittore oggetto di una visita da parte di alcuni avvocati e politici per parlare del grave problema del sovraffollamento e delle condizioni dei detenuti
San Vittore è il carcere più affollato d’Italia. La punta di un iceberg preoccupante che rappresenta problematiche strutturali e umane all’interno del sistema penitenziario italiano.
Un sovraffollamento impressionante. Evidenziato anche nel corso della visita che alcuni deputati, insieme a osservatori direttamente interessati alle condizioni della casa circondariale milanese, hanno effettuato proprio oggi, immediatamente prima di Ferragosto.
Situato nel cuore di Milano, San Vittore a momento ospita 1.007 detenuti in tutto contro una capienza effettiva di 450 posti, pari a un indice di sovraffollamento del 231%, ben al di sopra della media nazionale del 130%. Uno scenario estremo non solo mette a rischio la sicurezza e la salute dei detenuti, ma solleva anche gravi interrogativi sul rispetto dei diritti umani e sul funzionamento del sistema penitenziario.
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La condizione all’interno di San Vittore è allarmante: circa il 75% dei detenuti è di origine straniera, e più della metà presenta dipendenze da droghe e farmaci. Quasi 200 detenuti soffrono di problemi psichici certificati, una situazione che ha spinto le autorità e le organizzazioni legali a chiedere interventi urgenti e concreti. La giornata di oggi ha visto una delegazione di avvocati e politici, tra cui Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano, e Valentina Alberta, presidente della Camera Penale di Milano, visitare la struttura per prendere atto delle condizioni drammatiche in cui vivono i reclusi.
Una visita che ha confermato la gravità della situazione: “Un’esperienza toccante ma anche drammatica. Una volta di più le condizioni del carcere si confermano molto gravi, direi disumane. E l’unica cosa che possiamo fare è ha commentato Antonino La Lumia.
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Dati preoccupanti: 650 detenuti sono certificati con dipendenze, 262 ricevono trattamenti psichiatrici o psicologici e 25 sono a rischio suicidio. L’età media dei detenuti è di circa 40 anni, ma è in aumento il numero dei giovani al di sotto dei 25 anni. La mancanza di spazio e la sovrabbondanza di detenuti contribuiscono a creare un ambiente insostenibile e oppressivo.
Oltre al sovraffollamento, San Vittore affronta anche una grave carenza di personale: 150 agenti in meno rispetto a quanto previsto. Questo deficit influisce negativamente sulla gestione della sicurezza e delle condizioni di vita all’interno della struttura. La scarsità di personale rende difficile garantire adeguate misure di sicurezza e supporto psicologico per i detenuti, aggravando ulteriormente una situazione già critica.
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Le parole del senatore di Avs, Tino Magni, che ha visitato la struttura insieme ai parlamentari Sandro Sisler di Fratelli d’Italia e Antonella Forattini del Pd, sono esplicite: “La situazione che abbiamo trovato è decisamente critica. Celle sovraffollate, un caldo opprimente. Una condizione insopportabile e non in linea con i principi di una società rispettosa dei diritti dei reclusi”.
Magni ha anche sottolineato la necessità di risposte più incisive da parte della politica per affrontare il problema del sovraffollamento e delle condizioni di vita all’interno delle carceri.
In risposta a questa emergenza, il governo ha avviato alcune misure per cercare di alleviare la pressione su San Vittore. È stato stanziato un fondo di 6 milioni di euro per la ristrutturazione di due bracci del carcere, e il recente decreto carceri prevede la possibilità per i detenuti tossicodipendenti di scontare la pena in comunità terapeutiche.
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Inoltre, è previsto l’assunzione di mille nuovi agenti di polizia penitenziaria entro la fine dell’anno, un passo importante per colmare il vuoto di personale che grava sulla gestione della struttura.
Il senatore Magni ha anche proposto la legalizzazione della cannabis come una possibile soluzione per ridurre il numero di detenuti coinvolti nello spaccio, e ha sottolineato l’importanza di affrontare il problema della tossicodipendenza con interventi mirati. Tuttavia, ha avvertito che queste misure, sebbene utili, potrebbero non essere sufficienti a risolvere completamente il problema del sovraffollamento.
Il clima all’interno delle carceri, e in particolare a San Vittore, è ulteriormente complicato da tensioni crescenti tra i detenuti e il personale penitenziario. Negli ultimi mesi, ci sono stati numerosi episodi di protesta anche piuttosto violenta oltre a casi di autolesionismo che hanno messo in luce la gravità della crisi.
Il sovraffollamento e le condizioni di vita degradanti hanno contribuito a creare un ambiente di frustrazione e disperazione tra i detenuti, alimentando ulteriori tensioni e conflitti.
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Recentemente nelle carceri italiane sono stati frequenti gli episodi di rivolta tra i detenuti, che hanno manifestato contro le condizioni di detenzione e la mancanza di assistenza sanitaria adeguata. Questi eventi hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza all’interno delle carceri e alla capacità delle istituzioni di gestire situazioni di crisi. Inoltre, i suicidi tra i detenuti hanno evidenziato la necessità urgente di interventi per migliorare il supporto psicologico e le condizioni di vita all’interno delle strutture penitenziarie.
Le autorità carcerarie e il personale penitenziario si trovano a fronteggiare una situazione complessa, in cui il sovraffollamento, la carenza di personale e le tensioni crescenti contribuiscono a creare un ambiente insostenibile.
Le recenti misure del governo e le proposte di intervento sono un passo nella giusta direzione, ma la sfida rimane significativa. È fondamentale che le istituzioni e la società civile continuino a monitorare e affrontare queste problematiche con soluzioni efficaci e sostenibili per garantire il rispetto dei diritti umani e la sicurezza all’interno delle carceri.