E’ stata inflitta ieri la condanna per tre componenti della gang di 20enni che avrebbero estorto al prete oltre 170 mila euro. Accusati anche di revenge porn
Nove anni di carcere per i tre 20enni rumeni. Questo è la condanna inflitta ieri alla gang di ricattatori hard finiti sotto processo per avere adescato e ricattato un anziano prete di Brescia. Le contestazioni mosse dall’accusa ai cinque ragazzi tra i 20 e i 25 anni, residenti nel quartiere Malpensata di Bergamo è quella di estorsione pluriaggravata e revenge porn ai danni dell’uomo di chiesa.
Dopo che la Procura di Brescia, l’anno scorso, aveva già pronunciato la condanna per altri due componenti della gang, giudicati in abbreviato, ieri, giovedì 20 giugno, il processo sulla banda finalmente si è concluso con il riconoscimento della responsabilità anche per i complici, che però al momento sono irreperibili.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia Locale di Brescia e dal pubblico ministero, titolare delle indagini Alessio Bernardi, gli imputati, considerati dei veri professionisti del raggiro, adescarono e ricattarono il parroco minacciando di rendere pubblico un video compromettente, con il prete come protagonista.
Il prete ultra 70enne, esasperato dalle continue richieste di soldi da parte della gang di ricattatori, nel febbraio del 2020 chiamò i vigili. All’inizio gli agenti si sentirono riferire alcune lamentele per dei presunti clochard accampati davanti alla sua chiesa, troppo insistenti nella richiesta di aiuti in denaro.
Ma approfondendo la vicenda il sacerdote di Brescia riferì di essere stato raggirato da quel gruppo di ragazzi che lo avevano circuito chiedendogli aiuti economici e ospitalità poiché indigenti. Il prete, dunque, offrì loro un letto e dell’acqua calda per lavarsi ma da quel momento si ritrovò sotto minaccia.
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La gang di 20enni, per non diffondere un video che inquadrava il prete mentre toccava nelle parti intime un ragazzo nudo, il don poi si era giustificato dicendo in aula che il giovane “Aveva un’irritazione da curare”, la banda di delinquenti gli estorse ben 170mila euro in quattro mesi.
Il sacerdote, che in quei mesi non si è mai costituito parte civile, ha versato l’intera somma, in base alla ricostruzione accusatoria, prelevata da averi personali e prestiti sia da parte della famiglia ma anche della parrocchia. La prova dei soldi incassati da parte degli imputati sono stati i diversi bonifici di questi ultimi diretti in Romania.
Poi, tra il febbraio e aprile del 2021 due dei cinque ragazzi furono arrestati durante la consegna di denaro. Mentre gli altri tre complici, anche se identificati, ad oggi risultano ancora rintracciabili. Ieri la sentenza definitiva per i tre giovani ricattatori è stata proclamata dai giudici che hanno inflitto nove anni di reclusione. La richiesta dei nove anni è la stessa che aveva chiesto la procura.