Migliaia di persone, commozione e cordoglio a Paderno Dugnano durante i funerali della famiglia Chiarioni, padre, madre e il secondogenito Lorenzo, 12 anni, assassinati a coltellate dal figlio maggiore
“…Immagino quello che Dio dirà a Lorenzo accogliendolo in paradiso. Perché sei qui così giovane? Cosa sono queste ferite…?”
Le prime parole dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini fanno piangere quelle che poche persone che sono riuscite a trattenere le lacrime fino all’Omelia, soprattutto subito dopo l’ingresso delle tre bare nella chiesa di Santa Maria Nascente con quella, piccola e bianca di Lorenzo posizionata accanto a quelle dei due genitori Daniela e Fabio.
Impressionante la folla presente dentro la chiesa, completamente piena già quasi un’ora prima della cerimonia funebre prevista per le 14.30. Tantissima gente con una gran folla di ragazzi, coetanei di Lorenzo ma anche del figlio maggiore, chiuso nella sua cella del carcere minorile Beccaria.
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Difficile quantificare. Si parla di almeno 2mila persone. Ma dal colpo d’occhio sembrano essere molti di più. Fuori dalla chiesa i bigliettini sono centinaia, alcuni dei quali scritti con la mano incerta dei bambini. Molti gli abitanti di Paderno Dugnano che non conoscevano la famiglia Chiarioni, ma che hanno deciso di essere presente: “Oggi siamo in lutto tutti… questa è una tragedia che riunisce anche gli sconosciuti” ha detto fuori dalla chiesa una donna che conosceva di vista solo la mamma.
La chiesa è stracolma, ed è la più grande della piccola diocesi alle porte di Milano. La presenza di Mario Delpini vede diversi altri sacerdoti, parroco e diacono ma anche gli insegnanti di religione dei due ragazzi, a concelebrare. Presente listato a lutto il gonfalone del Comune di Paderno Dugnano con il sindaco Anna Varisco vicino alla famiglia. Tutte le bandiere della cittadina sono state esposte e abbassate a mezz’asta. Sospese tutte le manifestazioni: moltissimi i negozi che al passaggio dei feretri, prima e dopo la funzione e durante la Messa, che hanno deciso di abbassare le saracinesche.
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Prima dell’inizio della funzione, i parenti delle vittime si sono raccolti in un momento di raccoglimento privato intorno alle tre bare. Un attimo di imbarazzo quando un uomo ha cercato di raggiungere il pulpito per parlare alla gente… pare volesse dare una spiegazione all’accaduto. Sorprendendo tutti ha raggiunto l’altare a messa appena iniziata: “Cardinale, le chiedo tre minuti, ho io la soluzione, per fermare questa emorragia, per chi uccide le donne, bisogna trasformarli in pezzi di ricambio…”
Non ha nemmeno fatto in tempo a finire la frase. A Paderno è conosciuto. I Carabinieri lo hanno fermato e accompagnato fuori dalla chiesa.
L’arcivescovo Mario Delpini ha trovato parole di grande umanità per una tragedia davvero estrema e per certi versi incomprensibile: “La parola del Signore ci aiuta a decifrare l’enigma e a raccogliere il cantico della vita e della speranza giovane di un fratello, l’intensità dell’amore misterioso di una mamma e la responsabilità della parola vera di un papà” ha detto Delpini. Cercando di dare una indicazione, una forma consolatoria ai presenti, invitati al dialogo e a trovare la giusta forma di comunicazione e di colloquio di fronte a un fatto che impone una riflessione: “Le parole sono importanti, nel bene e nel male, parole che possono consolare, correggere e perdonare”.
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La cerimonia è proseguita per quasi un’ora, concludendosi fuori dalla chiesa con un lungo applauso: molte le persone che hanno voluto avvicinarsi alle bare, tante carezze per quella di Lorenzo sulla quale alcuni compagni di scuola hanno appoggiato un quaderno, una penna e qualche pelouche. I suoi compagi di scuola, accompagnati da genitori e maestre erano inconsolabili. Delpino ha trovato una parola anche per loro: “State uno vicino all’altro, consolatevi e fatevi coraggio proteggendovi l’un l’altro”.
Tra le delegazioni presenti anche i compagni di scuola del fratello maggiore, i colleghi, dipendenti, clienti e collaboratori del padre che era titolare di una impresa di costruzioni di famiglia. Moltissimi commercianti di Paderno, colleghi della madre Daniela che gestiva un negozio. C’era tutta la squadra di pallavolo di Lorenzo, descritto come un bambino “Sereno felice e disponibile”. Presenti anche i compagni del piccolo che con lui studiavano musica nella banda del paese, che hanno suonato per lui.
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Moltissime le persone che ai fiori, rispondendo alla richiesta della famiglia, hanno preferito allegare al messaggio di condoglianze la ricevuta di un versamento volontario alla fondazione Kayros che si occupa del reinserimento sociale di minori con procedimenti penali in corso e che dovrà occuparsi anche della delicatissima situazione del ragazzo, accusato di un triplice omicidio tremendo e che presto sarà sottoposto a una visita psichiatrica specialistica. Il primo passo ufficiale verso quella che potrebbe essere una perizia.
Nel frattempo le indagini sono ormai di fatto concluse. La casa teatro della strage resta per il momento sotto sequestro. Il 17enne a breve potrà incontrare i suoi parenti più stretti. Il tribunale dei minori di Miano ha confermato la sua autorizzaione. I primi incontri saranno con i nonni che avrebbero richiesto di assumere la tutela del nipote. Cosa che potrebbe però essere impossibile in termini di legge essendo loro stessi parte lesa.