Dalla morte di Giovanna Pedretti spunta un elemento che potrebbe chiarire l’intera vicenda. L’indizio sarebbe conservato all’interno di uno dei due cellulari della 59enne. Secondo il marito la moglie “era ossessionata”
Quando i vigli del fuoco hanno portato in riva il corpo senza vita di Giovanna Pedretti, la ristoratrice della pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano che, dopo essersi tagliata le vene in macchina si è gettata nel fiume Lambro, uno dei due cellulari, quello personale, era con lei.
L’altro, invece l’aveva lasciato nella sua Panda. Secondo le indagini è proprio in uno dei due smartphone che potrebbe nascondersi la verità su quanto accaduto alla 59enne. In uno dei due dovrebbe trovarsi lo screenshot che la donna diceva di aver fatto della recensione scritta da un cliente che accusava il ristorante di avere gay e disabili seduti accanto a lui e a cui Pedretti aveva risposto. Quella recensione e quella risposta però, lei, aveva detto di averli cancellati usando un programma.
L’ossessione dei commenti
Se, come Giovanna Pedretti ha riferito ai Carabinieri, ha davvero cancellato con un “programmino” la recensione negativa rilasciata da quel cliente e se, nelle indagini non si trovasse niente a parte le altre incongruenze della sua versione dei fatti, questo costituirebbe un ulteriore elemento a favore delle accuse di falso.
Intanto, il marito della donna, Aniello D’Avino detto Nello, come riporta anche Open questa mattina, che prima della morte aveva accompagnato la moglie in Caserma per il colloquio, ha riferito che Giovanna “era ossessionata da quei commenti negativi”. Molte volte avrebbe ribadito ai militari di non aver scritto lei quella recensione e che il post esisteva davvero. Sostenendo anche che aver rivisto quel cliente che secondo lei aveva scritto la recensione nella pizzeria le avrebbe dato la forza di agire scrivendo e pubblicando la sua risposta al commento.
Pedretti ha poi ricordato che lo screenshot nel telefono portava la data “aprile 2023”. A Il Fatto Quotidiano, il marito di Giovanna, Nello racconta che ai carabinieri avrebbe anche spiegato che la moglie era diventata troppo taciturna nelle ore precedenti alla morte. Non aveva seguito il suo consiglio a lasciare perdere e a dimenticare tutto. Era come ossessionata dall’idea di essere diventata prima un’eroina e poi una truffatrice nel giro di poche ore.
Il suicidio del fratello
La ristoratrice lodigiana aveva sofferto molto per la morte del fratello Stefano, anche lui suicida e proprio in quei giorni ricorreva l’anniversario della morte dell’uomo. La famiglia di Giovanna ha nominato un legale, l’avvocata Simona Callegari che in primo luogo gestirà i rapporti con la stampa e i media dopo le polemiche sorte nell’ultima settimana.
La cugina della 59enne, Angela Giulia, all’agenzia di stampa ANSA ha specificato che per Giovanna il lavoro era la sua priorità ed è stata proprio sul lavoro che “è stata bastonata”, ha sottolineato la donna. Motivo per cui, ipotizza la cugina, che Giovanna non avrebbe retto.
La procura di Lodi
La procura della Repubblica di Lodi ha aperto un fascicolo, ad oggi senza indagati, sulla morte di Giovanna Pedretti. Si indaga per il reato di istigazione al suicidio. L’apertura dell’inchiesta serve per effettuare gli accertamenti sull’autopsia prevista nei prossimi giorni a Pavia nonché l’analisi dei due telefoni della donna.
Ma non solo, anche la richiesta a Google di confermare o smentire l’esistenza della recensione, che potrebbe dare una svolta decisiva all’intero caso. Se Google collaborerà nello scoprire la verità sulla questione, il procuratore di Lodi Maurizio Romanelli potrà finalmente accertare la verità.
Inoltre gli inquirenti analizzeranno anche le celle telefoniche e le chiamate in entrata e in uscita, per cercare di capire se qualcuno abbia chiamato Padretti e l’abbia fatta crollare a tal punto da farle commettere il gesto estremo.
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Il post di Selvaggia Lucarelli
Il commento dell’opinionista Selvaggia Lucarelli di ieri è rivolto, ancora una volta, a Giovanna e alla difesa del compagno Lorenzo Biagiarelli, al centro delle polemiche proprio per un post pubblicato sui social che viviseziona la veridicità della recensione insinuando il dubbio che sia, invece, un’opera di marketing della titolare.
“Di questa signora morta non importa nulla a nessuno. Ognuno la sta usando per banchettare alla sua tavola”, scrive Selvaggia Lucarelli, continuando: “Una persona che si occupa di cibo e ristorazione, sensibile e pacifica. Ma che ha avuto due sfortune: che la povera signora si sia suicidata e che è il mio fidanzato. Se ogni volta che una persona finisce sulle cronache criticata per qualche motivo si suicidasse, i giornali dovrebbero chiudere”.