Morte Fiorenza Rancilio, i tormenti del figlio Guido: “Non si rende conto di averla uccisa”. L’interrogatorio sabato

Ha ucciso la madre 73enne Fiorenza Rancilio ma ora, sedato al Policlinico, non si rende conto di cosa ha fatto. L’abisso di Guido, figlio dell’ereditiera milanese. Sabato sarà interrogato dai magistrati milanesi. 

Estraneo a quello che è accaduto. Guido Pozzolini Gobbi Rancilio rimane sedato al Policlinico milanese. In silenzio non ricorda di aver ammazzato la madre 73enne Fiorenza Ranclilio con un attrezzo da palestra. Agli psichiatri racconta di dover fare un viaggio, parla della madre come se fosse ancora viva.

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Morte Fiorenza Rancilio, i tormenti del figlio Guido. milano.cityrumors.it

 

È rinchiuso in una dimensione in cui nessuno, al momento, ha libero accesso. Per questo i dottori che lo hanno in cura hanno consigliato agli investigatori di attendere prima di interrogarlo. Sempre che mai, il 37enne Guido sia in grado di comprendere quel che ha fatto alla madre.

L’arma del delitto

Fiorenza, l’ereditiera della famiglia Rancilio, è stata ammazzata con un colpo, o più di uno, inferto violentemente dal figlio Guido alla fronte. Deceduta nel suo attivo di via Crocifisso al civico 6, in uno dei quartieri centrali di Milano nella mattinata di martedì scorso, 13 dicembre 2023.

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Morte Fiorenza Rancilio, i tormenti del figlio killer Guido – (Ansa) milano.cityrumors.it

 

L’arma usata dal 37enne è un attrezzo da palestra. Un manubrio di quelli  in metallo rivestito in gomma da 6-8 chili che si trovano in vendita in qualunque negozio di sport. L’attrezzo è stato rinvenuto dai carabinieri della compagnia Duomo, diretti dal maggiore Gabriele Lombardo, e del Nucleo investigativo, guidati dai colonnelli Antonio Coppola e Fabio Rufino, in una stanza accanto all’ampio salone dove è stata uccisa la donna.

Gli altri attrezzi da palestra, invece, giacevano composti in una camera usata appositamente per gli esercizi sportivi casalinghi. Ma su quello trovato fuori posto sono state rinvenute con il luminol tracce ematiche.

Il percorso di cura di Guido

Le indagini, coordinate dal pm Ilaria Perinu dovranno ora ricostruire il percorso di cura del 37enne Guido Rancilio. L’uomo da molti anni era seguito da specialisti a causa di diversi problemi psichiatrici legati alla schizofrenia. La madre del killer, Fiorenza Rancilio aveva fatto di tutto in questi anni, rivolgendosi ai migliori psichiatri del Paese.

I soldi di certo non mancavano ma alle visite specialistiche erano, poi, susseguiti i ricoveri e anche un TSO, ovvero un trattamento sanitario obbligatorio, avvenuto a seguito di una forte crisi di rabbia incontrollata del 37enne. Poi quando lui decideva di interrompere la terapia, ecco che si presentavano i momenti peggiori: riprendevano le crisi, tanto violente da sfasciare tutto in casa.

Nel 2021 c’era stato anche un intervento della Polizia in casa Rancilio, lo stesso indirizzo dove poi è avvenuto il delitto di Fiorenza. Ma in quel caso, secondo quanto ora risulta, non c’erano stati episodi violenti contro la madre 73enne. Così come non risultano denunce da parte della donna nei confronti del figlio. Sabato mattina il presunto omicida verrà interrogato dai magistrati milanesi.

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La paura

Negli ultimi mesi Fiorenza Rancilio aveva confidato ad alcuni parenti e ai pochi intimi amici che la gestione del figlio Guido era diventata sempre più complessa e difficile. Le crisi di rabbia dell’uomo, i picchi d’ira incandescenti e i mobili buttati in aria, spaccati con furia, destavano non poca preoccupazione nella donna.

Tanto che mamma Fiorenza aveva iniziato ad avere paura di quel figlio diventato grande in una casa che era diventata la sua prigione dorata. Per lui, lei era il suo unico punto di riferimento. A volte capitavano quei momenti, sempre più sporadici, in cui un vezzo di lucidità compariva negli occhi persi di Guido. Così il 37enne avanzava le sue richieste alla madre, come quella di sentirsi più coinvolto negli affari immobiliari della famiglia. Ma durava poco, il tempo di perdersi di nuovo nell’oscurità e ripiombare nell’abisso. Ora il suo legale potrebbe chiedere che sia fatta una perizia psichiatrica sulle condizioni dell’indagato.

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