Il progetto del comune di Milano di vietare il traffico alle moto Euro 0, Euro 1 ed Euro 2 scatena una protesta senza precedenti con una raccolta di firme che sta raccogliendo centinaia di adesioni
Protesta crescente in città contro il blocco alle due ruote che il Comune di Milano pensa di applicare da settembre in poi. Un veto che riguarda le moto più datate quelle omologate come Euro 0, 1 e 2. Ma pur sempre molto meno inquinanti di qualsiasi altro veicolo a motore.
Di qui la protesta da parte dei proprietari di moto residenti a Milano che hanno dato vita a una iniziativa senza precedenti. Una raccolta di firme che sta procedendo in modo estremamente rapido.
Nei primi tre giorni di raccolta firme, il referendum cittadino promosso contro i divieti di circolazione per le moto più datate previsto dal Comune di Milano ha già abbondantemente superato la soglia minima necessaria per essere sottoposto all’esame dei garanti comunali.
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E adesso con oltre 1.400 sottoscrizioni, l’iniziativa si prepara a entrare nella seconda fase: il parere ufficiale del comitato di valutazione, che dovrà decidere se autorizzare la prosecuzione della campagna referendaria. Se approvato, l’obiettivo diventerà ben più ambizioso: raggiungere almeno 15mila firme complessive per portare la proposta in Consiglio comunale.
L’iniziativa arriva in risposta diretta alle nuove restrizioni previste dal Comune di Milano in tema di mobilità urbana. Le moto Euro 0, 1 e 2 non avrebbero più accesso in Area B, un divieto destinato a entrare in vigore da ottobre 2025, mentre quello per i veicoli Euro 3 è previsto per il 2028. Una scadenza che, nonostante un primo rinvio, continua ad accendere un estremo malcontento.
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Il quesito referendario è stato depositato ufficialmente sabato scorso da Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino. A ispirarlo sono stati i comitati cittadini contrari alla Ztl e alle limitazioni della mobilità in moto.
Come sottolinea Truppo: “Fratelli d’Italia è stata sin da subito a fianco alla petizione dei motociclisti. Si tratta di un esercizio di democrazia che ha visto coinvolti tanti appassionati e associazioni con l’obiettivo di far sentire la propria voce”.
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Il prossimo appuntamento per la raccolta firme è fissato per il 12 aprile all’Idroscalo, durante un raduno di club motociclistici. Possono firmare tutte le persone residenti a Milano. Ma l’ipotesi è quella di creare un movimento ancora più ampio con le decine di migliaia di persone non residenti a Milano ma domiciliate nel capoluogo per motivi di lavoro, persone che ovviamente usano quotidianamente la loro due ruote per spostarsi in città.
Le nuove regole del Comune di Milano prevedevano inizialmente lo stop alla circolazione delle moto Euro 2 e dei due tempi a partire dal 1 ottobre scorso . Ma a maggio dello scorso anno, la giunta guidata dal sindaco Beppe Sala ha rinviato l’entrata in vigore di un anno, spostandola all’autunno 2025. Una decisione maturata dopo i primi segnali di protesta, ma che non ha placato la mobilitazione.
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Ora la protesta è montata ulteriormente: “L’amministrazione comunale ha deciso di rinviare il divieto dopo aver ascoltato le nostre ragioni sull’impatto minimo delle moto sull’ambiente – ha dichiarato ancora Truppo – ma non basta: i cittadini chiedono di poter continuare a usare i propri mezzi senza essere penalizzati”.
Il fronte del dissenso nel frattempo si è considerevolmente allargato. In particolare, sono numerosi i motociclisti che contestano l’idea di dover rottamare mezzi funzionanti, spesso utilizzati solo saltuariamente.
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“Forse speravano che una proroga bastasse a farci digerire tutto – ha attaccato Lorenzo Gioacchini degli Hells Angels Motorcycle Club Milano – ma si sbagliano: ci vedremo alle urne. Vedremo se i cittadini di Milano stanno davvero con Sala o se si accorgeranno che queste decisioni sono calate dall’alto senza alcun coinvolgimento né capacità di analisi sono un danno per tutti”.
Secondo le stime fornite dai comitati, il provvedimento finirebbe per colpire quasi 80mila motocicli circolanti in città e in provincia. Un impatto non solo economico, ma anche simbolico: il mondo delle due ruote reclama il diritto a una mobilità alternativa, spesso ritenuta più sostenibile di quanto si pensi.
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Al cuore del confronto resta il tema dell’inquinamento. I sostenitori del referendum sottolineano come l’apporto delle moto all’emissione di polveri sottili e gas serra sia nettamente inferiore rispetto ad altri veicoli, soprattutto se si tiene conto della diffusione limitata e dell’uso saltuario. “Parliamo di mezzi spesso usati solo nei weekend o durante la bella stagione, con impatto ambientale marginale”, sottolinea ancora Truppo.
La fase ora più delicata è quella del vaglio da parte dei garanti. Solo con il loro assenso sarà possibile validare la raccolta firme e portare avanti il quesito. In caso di via libera, si aprirebbe una campagna referendaria destinata ad avere risonanza non solo a Milano, ma in tutte le città italiane impegnate nella transizione ecologica.
Intanto, la mobilitazione prosegue anche sui social e nei forum di settore. I promotori puntano a creare una rete diffusa di sostegno per tenere viva l’attenzione sul tema e dimostrare che la questione delle moto in città non può essere liquidata come marginale. Il clamore a Milano e non solo è indubbiamente notevole…