Atm ha confermato il nuovo sciopero dei mezzi a Milano previsto per il prossimo sabato 5 ottobre. A rischio bus, metro e tram. Gli orari
Dopo i due scioperi del trasporto pubblico locale a Milano avvenuti lo scorso venerdì 9 settembre e venerdì 20 settembre, Milano si prepara ad un altro imminente sciopero il prossimo sabato 5 ottobre.
Per i viaggiatori dei mezzi Atm meneghini sembra non esserci tregua neanche nel nuovo mese appena iniziato. Infatti anche ottobre si preannuncia complicato per i milanesi e a confermare la protesta dei dipendenti Atm è proprio la stessa azienda di trasporti.
Sono due gli scioperi di metro, bus e tram in programma a Milano: il primo, già confermato sul sito aziendale di Atm è per sabato 5 ottobre, mentre il secondo per venerdì 18. Caos che va a triplicarsi quando si tratta di passeggeri pendolari che arrivano a Milano con i treni Trenord, a loro volta coinvolti in diverse proteste da parte del personale, come quello del 25 settembre scorso.
A comunicare al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti la volontà di manifestare il 5 ottobre è il sindacato Orsa Tpl. Uno stop dal lavoro di 24 ore che sul capoluogo Lombardo potrebbe avere ricadute sul servizio di metro, bus e tram “dalle 8.45 alle 15 e dopo le 18, fino al termine del servizio”, secondo quanto confermato dall’azienda Atm.
Lo sciopero potrebbe avere ripercussioni anche sul funzionamento della funicolare Como Brunate, gestita da Atm: “dalle le 8.30 alle 16.30 e dopo le 19.30, fino al termine del servizio”.
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I motivi dello sciopero sono sempre gli stessi: i sindacati protestano per il mancato rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri o per chiedere più garanzie di sicurezza sul lavoro e migliori stipendi. In una nota divulgata dalla sigla sindacale Orsa Tpl, si legge che i “lavoratori vogliono rivendicare i temi ‘fondanti’ su cui si basa la nostra piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale: ‘Diritti, sicurezza e Salario’. I carichi di lavoro a cui sono sottoposti i lavoratori del trasporto pubblico locale aumentano e diventano sempre più gravose le responsabilità civili e penali”.
Ma non solo, sull’argomento di protesta anche per “le aggressioni continue e la sicurezza sui luoghi di lavoro che è sempre più precaria mentre i salari sono stati impoveriti dai precedenti rinnovi contrattuali che non hanno portato reali incrementi economici, nemmeno un recupero dell’erosione salariale a causa dell’inflazione”. E ancora “il costante attacco ai diritti più elementari da parte delle aziende, con la regia delle associazioni datoriali e nel totale silenzio del governo, non fanno altro che distruggere la categoria degli autoferrotranvieri, che ogni anno vive un depauperamento a causa delle fughe di sempre più lavoratori”.
Infine, il sindacato Orsa conclude la nota dicendo: “Gli ultimi rinnovi contrattuali sono stati imbarazzanti nella loro totale inconsistenza sotto l’aspetto economico e normativo. Attendiamo una risposta da parte del governo e delle associazioni datoriali, che dovrà essere concreta e a vantaggio dei lavoratori. Non possiamo certamente continuare ad assistere allo smantellamento di tutte le garanzie per gli autoferrotranvieri, in materia di lavoro gravoso o usurante e all’incremento della precarizzazione, dello sfruttamento e contestualmente all’aumento dell’età pensionabile”.