Ancora un incidente mortale a Milano, ancora un ciclista muore, vittima della strada in un bilancio che sta diventando davvero molto drammatico
Nemmeno il tempo di festeggiare la neonata pista ciclabile di corso Sempione, inaugurata solo venerdì, e Milano registra un’altra vittima in un drammatico incidente stradale che ha avuto per protagonista uno sfortunato ciclista.
Sono decine gli incidenti registrati tra Milano e l’hinterland del comune capoluogo dall’inizio dell’anno. Il bilancio purtroppo è drammatico: non solo molti feriti ma anche un gran numero di vittime, davvero troppe in un contesto che vede sempre più mezzi leggeri per strada in un contesto di deregulation che sembra essere diventato il vero problema da risolvere.
L’ultimo incidente in ordine di tempo è avvenuto ieri, domenica 21 luglio, e ha provocato la morte di un ciclista sessantenne. L’episodio è avvenuto intorno a mezzogiorno in via Caldera, nel quartiere di Quinto Romano, periferia sudovest della città nei pressi di Baggio.
L’uomo era in sella alla sua bicicletta quando, per circostanze che dovranno essere chiarite dall’indagine aperta immediatamente dopo l’accaduto anche attraverso alcune testimonianze, si è schiantato contro un autobus della linea 80 fermo a bordo strada in una normale sosta programmata del proprio tragitto.
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Il mezzo pubblico era al bordo del marciapiede, con la freccia inserita e le porte aperte per far salire i passeggeri.
I testimoni parlano di uno schianto molto violento. Il ciclista sembra quasi non sia nemmeno riuscito a frenare né a cambiare la direzione del suo mezzo quando per altro ormai era troppo tardi. L’impatto gli è stato fatale. Nonostante il rapidissimo intervento dei mezzi di soccorso e il trasporto d’urgenza in ospedale in codice rosso, il ciclista non ce l’ha fatta ed è morto poco dopo essere stato ricoverato.
Sono diverse le ipotesi alla base di quanto accaduto. La prima potrebbe essere quella di una distrazione fatale, magari mentre il ciclista stava tentando di evitare il bus sorpassandolo verso il centro della carreggiata. Ma secondo le prime ricostruzioni, l’uomo potrebbe anche aver avuto un malore poco prima dell’impatto con il mezzo pubblico. Questo spiegherebbe perché l’uomo, che sembrava pedalare a bassa velocità, non sia riuscito a evitare l’autobus che era completamente fermo.
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All’arrivo dei mezzi di soccorso, ambulanza e automedica, le sue condizioni sono sembrate immediatamente molto gravi. Il personale medico giunto sul posto ha tentato disperatamente di rianimarlo e stabilizzarlo. Poi l’ambulanza si è spostata a tutta velocità verso il pronto soccorso dell’ospedale San Carlo. Ma anche qui gli ultimi tentativi di rianimarlo sono andati falliti che l’uomo è stato dichiarato morto poco dopo il ricovero.
Grande preoccupazione anche per il conducente dell’autobus, uno dei primi a cercare di prestare soccorso allo sfortunato ciclista. Anche il dipendente dell’ATM, un uomo di 56 anni, è stato costretto a ricorrere alle cure nei medici del Sacco che gli hanno diagnosticato un forte stato di shock
Gli agenti della Polizia Locale sono intervenuti sul luogo dell’incidente per effettuare tutti i rilievi necessari a ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Saranno esaminati i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti in zona e verranno raccolte le testimonianze di eventuali testimoni oculari. L’obiettivo è chiarire se vi siano state responsabilità specifiche e se l’incidente avrebbe potuto essere evitato.
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Nonostante l’ipotesi di un malore sia quella più accreditata al momento, non si escludono altre possibili cause. Gli inquirenti stanno valutando tutti gli elementi a disposizione per capire se ci siano stati fattori esterni che abbiano contribuito all’incidente. Ad esempio problemi di visibilità, condizioni della strada, o eventuali manovre impreviste da parte del ciclista del conducente del bus o di altri mezzi che in quel momento stavano transitando sulla scena dell’incidente.
Nel giro di un paio di settimane questa è la seconda vittima a Milano dopo quella registrata in pieno centro, in viale Tunisia, in un episodio peraltro molto simile. Un ciclista è caduto a terra dopo un leggero urto contro un’automobile ed è morto poco dopo il ricovero al Fatebenefratelli. Gli esiti dell’autopsia, che non sono ancora stati resi noti, saranno decisivi per capire se l’uomo, Luigi Olivari, sia morto sulla base delle conseguenze dell’incidente o per un malore che lo avrebbe provocato.
Tuttavia questi e i molti incidenti dall’inizio dell’anno hanno vivacizzato il dibattito sulla sicurezza stradale. Non solo per quanto riguarda la protezione dei ciclisti, ma anche per la sempre più difficile convivenza tra il caotico traffico urbano milanese e i sempre più numerosi mezzi leggeri – biciclette, biciclette elettriche e monopattini – che molto spesso senza alcun controllo diventano elementi di ulteriore rischio tra incroci non rispettati e semafori ignorati.
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Nel giro di pochi mesi gli incidenti sono stati davvero molto numerosi. In corso Sempione una donna di 42 anni è stata travolta da un camion in pieno giorno mentre attraversava un incrocio. In via Monterosa un altro ciclista che stava pedalando su una pista ciclabile è stato travolto da un autobus il cui conducente non lo aveva visto.
Un ulteriore Incidente mortale si è verificato non molto tempo fa in piazza Cinque Giornate: un uomo di 45 anni ha perso la vita investito da un’auto. E l’elenco, purtroppo, potrebbe continuare.
Con l’incidente di ieri in via Caldara i ciclisti vittime di un incidente stradale soltanto tra le strade del comune capoluogo sono stati sei. Un dato che sottolinea un grave e urgentissimo problema di sicurezza stradale nella città.
A Milano, nelle ultime settimane, si è scatenato un feroce dibattito non solo sulle piste ciclabili ma anche sull’introduzione di sempre nuovi autovelox fissi, proprio in queste ultime settimane ne sono entrati in funzione almeno 5 all’interno della circonvallazione esterna, oltre all’introduzione di zone a velocità limitata – le cosiddette zone 30.
Ma a preoccupare sono anche molti altri fattori, non tutti collegati con l’attenzione e il rispetto delle norme della strada da parte di mezzi e conducenti. Su tutti il gran numero di cantieri che sta interessando la città oltre a un dissesto progressivo sempre più evidente del manto stradale.