La procura di Milano ha disposto un sequestro, eseguito dagli uomini della Guardia di Finanza, nei cantieri delle Residenze Lac, al parco delle Cave
Fulmine a cielo non del tutto sereno, non si può certo parlare di sorpresa in senso assoluto, nel cantiere delle Residenze Lac al Parco delle Cave di Milano sottoposto a sequestro dagli uomini della Guardia di Finanza.
Gli uomini delle fiamme gialle entrano in azione venerdì di prima mattina. Un vero e proprio blitz: estremamente veloce, determinato e autorevole. In pochi minuti il cantiere è sigillato e delimitato. Non si entra e non si esce. Operai e addetti ai lavori vengono invitati ad allontanarsi. Un momento di comprensibile preoccupazione anche per tutte le persone coinvolte nelle imprese costruttrici.
Il decreto di sequestro è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Milano, Lidia Castellucci e coinvolge otto indagati tra cui l’attuale direttore dello Sportello Unico Edilizia del Comune di Milano. L’operazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, segna un altro capitolo nella serie di indagini sugli abusi edilizi nella città che nel corso degli ultimi mesi ha offerto altri spunti di indagine piuttosto significativo.
Le Residenze Lac sono un complesso residenziale in costruzione composto da tre torri che ospiteranno 77 appartamenti, situato vicino alla Cava Cabassi, all’interno del Parco delle Cave di Milano, una delle zone paesaggisticamente più appetibili di una città in continua evoluzione e costantemente alla ricerca di spazi nuovi per quartieri in un ambiente prossimo alla città ma in un contesto verde e sostnibile
Questo progetto ha suscitato proteste da parte dei residenti del quartiere Baggio sin dai suoi albori. Ora però il cantiere è anche sotto i riflettori della Procura di Milano e dei Pubblici Ministeri Marina Petruzzella e Mauro Clerici, che indagano per abusi edilizi, lottizzazione abusiva, abuso d’ufficio e false attestazioni.
Tra gli indagati spiccano nomi noti nell’ambito dell’urbanistica e dell’architettura. Paolo Mazzoleni, ex presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano e attuale assessore all’Urbanistica a Torino, è uno dei principali sospettati. Già sotto inchiesta per il caso del palazzo Bluestone in piazza Aspromonte, Mazzoleni è affiancato da altri illustri professionisti: la sua partner di studio Ombra Bruno, l’ex dirigente del Comune di Milano Giovanni Oggioni, ora segretario dell’Ordine degli Architetti, ma anche la proprietaria dell’area, Rosella Bollini, titolare della Lakes Park Srl.
L’indagine non si limita agli abusi edilizi classici, come l’uso improprio della SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività per la ristrutturazione anziché per una nuova costruzione.
Gli inquirenti stanno anche esaminando la legalità della convenzione urbanistica stipulata per il progetto. Un’area molto vasta, quasi 10mila metri quadrati, suddivisa in due lotti: uno destinato alle torri residenziali e l’altro a una vasta zona commerciale che include anche negozi e un grande supermercato.
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La convenzione urbanistica, firmata nello studio notarile Restuccia & Stucchi il 31 gennaio 2019, avrebbe dovuto essere sottoposta all’esame del consiglio comunale e pubblicata sull’albo pretorio, con un monitoraggio annuale circa gli adempimenti previsti da parte della commissione urbanistica di Palazzo Marino.
Il sequestro del cantiere delle Residenze Lac è supportato da un verbale di riunione del 29 marzo 2022, in cui Simona Collarini, direttore del Settore Pianificazione Urbanistica Generale del Comune di Milano, ammette che situazioni come quella del cantiere di via Cancano avrebbero potuto creare motivi di imbarazzo e di difficolta e che in futuro ‘dovevano essere evitate’.
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Un documento questo, rinvenuto dalla PM Marina Petruzzella e accluso all’indagine dalla GIP Lidia Castellucci che di fatto ha messo in evidenza la criticità dell’intervento edilizio e una conformità discutibile con le normative urbanistiche concordate.
L’impatto urbanistico del progetto di via Cancano è significativo: tre torri di 9, 10 e 13 piani, alte tra i 27 e i 43 metri, destinate ad ospitare 77 appartamenti per un totale di almeno duecento residenti. Una densità edilizia di 4.06 metri cubi per metro quadro, in un’area considerata di elevata fragilità idrogeologica e di interesse ecologico. L’assenza di un piano attuativo ha vanificato la potestà pubblica di programmazione territoriale, compromettendo una equilibrata coesistenza di valori materiali, culturali e sociali previsti dagli strumenti urbanistici.
Un altro tema cruciale dell’inchiesta è la qualificazione dell’intervento come ristrutturazione edilizia anziché come nuova costruzione. La ristrutturazione, per definizione, dovrebbe conservare traccia dell’immobile preesistente, cosa che nel caso delle Residenze Lac sembra non essere avvenuta. Secondo PM si tratta di una qualificazione impropria che avrebbe permesso di eludere gli standard urbanistici vigenti ottenendo così un vantaggio di carattere fiscale.
La convenzione urbanistica del 31 gennaio 2019 è stata stipulata senza il necessario passaggio in consiglio comunale, aggirando così le procedure che garantiscono la partecipazione di terzi interessati. Questo ha sollevato seri dubbi sulla trasparenza e legalità dell’operazione, con benefici finanziari significativi per il costruttore.
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Un ulteriore punto critico riguarda la monetizzazione delle aree standard. Invece di cedere le aree da adibire a standard, il costruttore avrebbe ottenuto la possibilità di monetizzare subito queste aree con un valore pari a 193.45 euro al metro quadrato: un valore ritenuto non credibile e molto inferiore al costo reale di acquisizione di altre aree a destinazione pubblica. E questo avrebbe comportato un ulteriore beneficio economico di almeno 600mila euro per il costruttore, senza adeguata valutazione e motivazione da parte del Comune.
Le indagini sulle Residenze Lac sono solo l’ultimo di una serie di casi simili aperti dalla Procura di Milano negli ultimi due anni, che includono il progetto Bosconavigli di Stefano Boeri, le Park Towers di Bluestone di via Crescenzago e la Torre Stresa di via Milano. L’obiettivo delle indagini è verificare non solo la conformità edilizia, ma anche la trasparenza delle procedure amministrative e la corretta applicazione delle norme urbanistiche.
Il sequestro del cantiere delle Residenze Lac accentua ulteriormente il dibattito su una realizzazione edilizia molto controversa e contestata dalla popolazione in una gestione urbanistica della città piuttosto complicata.
Una vicenda che solleva interrogativi sulla trasparenza di alcune procedure amministrative, sottolineando la necessità di un controllo più rigoroso e di una maggiore partecipazione pubblica nei processi di sviluppo urbano. Il tutto complicato dal coinvolgimento di otto indagati di alto profilo. Il cantiere ora è fermo in attesa di conseguenze di carattere giudiziario. Motivo questo di grande preoccupazione anche per le famiglie che avevano già acquistato la loro nuova proprietà in cantiere e sulla carta.