È caos a Milano a diverse settimane dallo scoppio del caso sul Sistema deviato dell’edilizia e dell’urbanistica. I cittadini hanno diffuso un importante documento.
Se venissero applicati i parametri finiti nel mirino della Procura, a Milano 1200 edifici, 40mila abitazioni e 100mila cittadini potrebbero vedersi contestati il reato di abuso edilizio. Sono i numeri diffusi in queste ore dal Comitato delle Famiglie sospese.
Il capoluogo lombardo è ormai da mesi al centro di una maxi inchiesta della Procura della Repubblica su un presunto Sistema deviato dell’edilizia e dell’urbanistica. L’indagine ha portato al sequestro di numerosi cantieri, e diversi politici e tecnici sono finiti nel registro degli indagati. Ne sono nati diversi filoni, e la ricaduta sul territorio si sta facendo sentire. Ci sono opere bloccate e cittadini infuriati.
Il Comitato ha quindi stilato un elenco parziale dei palazzi “potenzialmente abusivi costruiti negli ultimi dieci anni, frutto di un’analisi tecnica indipendente condotta con rigore e trasparenza”. Il lavoro comprende quasi 400 indirizzi di edifici residenziali sopra i 25 metri di altezza, realizzati con titolo edilizio diretto (Dia, Scia o Permesso di costruire) senza piano attuativo, come invece ancora obbligatorio secondo la Procura, ai sensi della legge urbanistica del 1942.
Tra questi risulterebbero Torre A2A di Piazza Trento, Torre Gioia 22 di Banca Intesa, le strutture realizzate dal Politecnico di Milano e l’edificio appena costruito di proprietà della Camera di Commercio di via delle Orsole. “Abbiamo deciso di rendere pubblico ciò che i cittadini hanno diritto di sapere. – ha dichiarato Filippo Borsellino, portavoce del Comitato – L’elenco non ha valore giudiziario ma informativo: serve a tutelare le famiglie e a sollecitare trasparenza”.
Per il Comitato “chi ha acquistato casa in buona fede deve sapere se il proprio edificio rientra tra quelli potenzialmente irregolari“. L’elenco dei 400 edifici è basato solo su uno dei criteri contestati dalla Procura, quello dell’altezza superiore ai 25 metri. Se venissero considerati anche altri parametri, il numero dei fabbricati potenzialmente irregolari raddoppierebbe.
“Senza un intervento legislativo immediato rischiamo che, ancora una volta, a pagare ingiustamente siano solo i cittadini – ha continuato Borsellino – Molti di questi interventi hanno valorizzato la città, riqualificando aree dismesse e restituendo spazi urbani oggi vivibili. Ma senza una legge nazionale di sanatoria e salvaguardia, migliaia di famiglie perderebbero la casa e i soldi, mentre Milano si ritroverebbe con nuovi eco-mostri, cioè con altri luoghi di degrado e abbandono”.
Alle sollecitazioni del Comitato ha risposto il sindaco Giuseppe Sala, anch’egli indagato in un filone della maxi inchiesta dei pm lombardi. “È difficile uscirne se la Procura non mostra interesse a trovare una soluzione. – ha detto Sala – Bisogna solo tornare a un intervento legislativo, ho visto che una problematica del genere sta nascendo anche a Bologna e per questo insisto a dire che non è solo una questione milanese”.