Una frase apparsa nella notte e all’improvviso, ma da tutte le parti c’è stata sollevazione e una netta presa di posizione contraria
Una vergogna e una di quelle scritte che mettono paura. E sulle quali bisogna stare attenti e non abbassare la guardia in nessun modo. Ancora una minaccia pesante e pericolosa nei confronti di Giorgia Meloni.
Non è la prima, non sarà nemmeno l’ultima purtroppo perché ne compaiono diverse ogni volta e ogni volta vengono tolte e contestate. E ci mancherebbe. Una scritta pensare e pericolosa apparsa su un muro davanti alla sede della Lega di Busto Arsizio. “Spara a Giorgia” con la stella a cinque punte e la sigla BR vergata con della vernice rossa.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Digos della Questura di Varese, che hanno subito avviato le indagini per cercare di capire chi sia stato a fare una scritta del genere. Si stanno anche cercando le telecamere per verificare se ci fosse o meno la copertura, anche perché è una scritta simile se non identica a quella comparsa una settimana fa sul lungomare di Pietrasanta, in Toscana.
“Inaccettabile e pericolosa“: così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, dopo aver appreso la notizia della scritta. “Nell’esprimere vicinanza e solidarietà al premier sono sempre più convinto che azioni scellerate come queste vadano condannate con forza, per evitare che una becera scritta su un muro si trasformi in qualcosa di molto più grave“, le parole del presidente della Regione Lombardia Fontana.
I primi ad accorgersi di questa scritta è stato Alberto Falciglia, presidente del Circolo Fratelli d’Italia di Busto Arsizio, che ha pubblicato anche l’immagine della scritta precisando sui social che l’episodio “non può e non deve essere archiviato come una semplice bravata“. E così infatti sarà per questo la polizia e la Digos è già sulle tracce di chi ha fatto una scritta così pericolosa e brutta.
“La scritta comparsa sui muri, per contenuto, modalità e firma, è un episodio di una serie ormai ben nota. Quando un gesto si ripete con lo stesso schema e la stessa matrice ideologica, smette di essere folklore e diventa un messaggio politico preciso. Un messaggio intimidatorio. Un messaggio che richiama un clima che l’Italia ha già conosciuto e che nessuno vuole rivivere. Colpire una sede di partito, per di più di una forza politica alleata, significa colpire il pluralismo democratico, la libertà di espressione e la normale dialettica politica. È un attacco che va ben oltre il simbolo colpito: riguarda tutti coloro che credono nella politica come confronto civile e non come sopraffazione“, scrive Falciglia.
“Non accettiamo lezioni di democrazia da chi agisce nell’ombra. Non ci faremo intimidire. Non arretreremo di un millimetro. Chiediamo alle istituzioni e alle forze dell’ordine di fare piena luce su questi episodi e di garantire che la politica, a Busto Arsizio come nel resto d’Italia, possa continuare a esistere senza paura. La storia ci ha già insegnato dove portano certi segnali. Proprio per questo vanno fermati ora, con fermezza e senza ambiguità“, conclude.