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Cronaca

“Un prezzo vile e sottostimato”, sistema deviato dell’urbanistica a Milano: in 36 rischiano il processo per le Residenze Lac

Trentasei avvisi di conclusione indagini sono stati recapitati ad altrettanti indagati nell’ambito del filone sul Parco delle Cave della maxi inchiesta sull’urbanistica a Milano. I dettagli.

Per la nuova costruzione, e quindi non per la semplice “ristrutturazione edilizia”, delle tre torri delle Residenze Lac c’era bisogno di una pianificazione preliminare e di un piano attuativo di cui non c’è traccia.

“Un prezzo vile e sottostimato”, sistema deviato dell’urbanistica a Milano: in 36 rischiano il processo per le Residenze Lac (ANSA FOTO) – MilanoCityrumors.it

È sulla base del presupposto delle normative “dribblate” in materia urbanistica che la Procura della Repubblica di Milano ha inviato nelle scorse ore un avviso di conclusione indagini a trentasei persone. Si tratta di un filone della maxi inchiesta sul cosiddetto “sistema deviato” che vede al centro stavolta un complesso immobiliare con vista lago ai bordi del Parco delle Cave. Le accuse sono, a vario titolo, di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso.

Il progetto delle Residenze Lac, ad opera della società francese Nexity Parco delle Cave srl, riguarda la realizzazione di tre torri di 9, 10 e 13 piani, alte da 27 a 43 metri e con 77 appartamenti. Le Residenze dovrebbero affacciarsi su un’area di interesse ecologico, il Parco delle Cave. Tutto è cominciato nel 2018, anno del primo parere favorevole della Commissione paesaggio. Il complesso sarebbe dovuto sorgere al posto di un vecchio edificio industriale di un piano soltanto.

Milano, inchiesta sull’urbanistica: il ruolo del notaio

Il via al progetto è poi stato dato con una determina a firma di Giovanni Oggioni, ex dirigente del Comune di Milano già arrestato a marzo per corruzione, falso e depistaggio, un’autocertificazione Scia e una convenzione risalente a 2019. Le indagini sono state effettuate dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, coordinato dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano.

Tra gli indagati del filone del Parco delle Cave ci sono tutti i componenti di due Commissioni paesaggio che hanno operato tra il 2018 e il 2023. Tra di essi l’ex presidente Giuseppe Marinoni e l’ex componente Alessandro Scandurra, entrambi indagati anche nell’ultima tranche di luglio sulla corruzione. Nei fascicoli della Procura è finito per la prima volta anche il notaio Dario Restuccia, gli architetti-progettisti Paolo Mazzoleni e Marco Cerri, e poi imprenditori e pubblici ufficiali.

Milano, inchiesta sull’urbanistica: il ruolo del notaio – MilanoCityrumors.it

Per i pm Palazzo Marino avrebbe consentito a Nexity una totale monetizzazione delle aree di oltre 7600 mq. Aree che poi dovevano essere cedute per dotazioni pubbliche a 193,45 euro al metro quadro. Un prezzo, per chi indaga, “vile” e “fortemente sottostimato rispetto ai valori di mercato delle aree edificabili dello stesso ambito urbano”. La materia è delle più complicate. Lo scorso aprile il cantiere delle Residenze Lac è stato sequestrato, poiché l’iter per il via ai lavori doveva rispettare il principio della pianificazione.

Ovvero, per la realizzazione di edifici con volumi ed altezze superiori a determinati limiti c’è bisogno dell’approvazione di apposito piano particolareggiato o lottizzazione convenzionata che sarebbe dovuto passare anche in giunta ed in consiglio comunale. Un piano per garantire servizi ai cittadini della zona interessata, indispensabile anche in ragione delle caratteristiche naturalistiche del contesto.

Il costruttore, come in altri casi, avrebbe ottenuto un illecito vantaggio economico fatto di sconti sugli oneri di urbanizzazione e indebiti benefici tributari. La sola convenzione, sottoscritta anche dal notaio Restuccia non corrisponderebbe ad alcun modello ammesso dalla legge. Bisogna ricordare che il capitolo sulla presunta corruzione della maxi-inchiesta è stato fermato a settembre scorso dai giudici del Tribunale del Riesame. Per i giudici il patto corruttivo non sarebbe stato dimostrato nelle tesi della Procura.