Il fondatore di Coima Manfredi Catella reagisce all’inchiesta milanese con una memoria difensiva in vista dell’interrogatorio previsto per mercoledì.
L’inchiesta sull’urbanistica milanese è solo all’inizio ma continua a tenere banco e si arricchisce di nuovi sviluppi con le prime risposte ufficiali da parte dei protagonisti finiti sotto i riflettori.

Dopo alcuni giorni di silenzio, è stato Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato di Coima SGR, a prendere pubblicamente posizione, rispondendo alle accuse mosse dalla Procura di Milano, che ha chiesto per lui gli arresti domiciliari nell’ambito della maxi-indagine che coinvolge anche esponenti dell’amministrazione cittadina.
Parla Manfredi Catella di Coima
In una nota diffusa ieri, sabato 19 luglio, Manfredi Catella ha parlato di “non corrispondenza al vero” rispetto ai capisaldi dell’impianto accusatorio e ha annunciato l’intenzione di depositare una memoria difensiva dettagliata, completa di documentazione, in vista dell’interrogatorio davanti al Gip previsto per mercoledì 23 luglio alle 14.
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“Nei giorni scorsi abbiamo approfondito ampiamente, insieme ai nostri difensori, la richiesta di misure cautelari avanzata dalla Procura”, ha dichiarato il manager del colosso delle costruziuoni.
L’inchiesta e il ruolo di Catella
L’indagine ruota attorno ad alcuni presunti favori, pressioni e corsie preferenziali in ambito urbanistico e immobiliare, con un focus particolare sui grandi cantieri milanesi, a partire da quelli nella zona di Porta Nuova e dell’ex Scalo Farini. La Procura ritiene che Catella, attraverso il suo ruolo in Coima, abbia goduto di un canale privilegiato con la dirigenza politica e tecnica del Comune, per ottenere condizioni di vantaggio su operazioni immobiliari da milioni di euro.
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Gli inquirenti ipotizzano una rete di relazioni e scambi poco trasparenti, in un quadro che coinvolge anche l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi (per cui è stato chiesto l’arresto da parte della procura) e, con ruolo marginale, anche il sindaco Beppe Sala, al momento solo iscritto nel registro degli indagati che conta almeno 60 nomi. Secondo la ricostruzione della Procura, l’interesse pubblico sarebbe stato subordinato a dinamiche di favore verso pochi attori privati.

La replica di Catella e la strategia difensiva
Catella non si è limitato a smentire le accuse, ma ha anche sottolineato di essersi affidato ad un pool legale tra i più quotati in Italia. Per Coima SGR la difesa è stata affidata alla professoressa Paola Severino, già ministro della Giustizia, mentre per la difesa personale del manager sono stati incaricati i professori Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli.
“Il consiglio di amministrazione di Coima SGR ha esaminato nel merito l’analisi svolta e ha attivato tutte le azioni opportune”, ha aggiunto Catella nella sua prima dichiarazione ufficiale.
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In attesa dell’interrogatorio, la linea scelta è quella della riservatezza: “Nel rispetto del Gip abbiamo assunto la posizione di non rilasciare alcuna comunicazione pubblica nel merito fino all’interrogatorio. Successivamente, data anche l’inopportuna diffusione mediatica dei contenuti della relazione della Procura, renderemo le nostre argomentazioni disponibili nello spirito di trasparenza che ci ha sempre contraddistinti”, si legge nella nota.
Le prossime tappe giudiziarie
Lunedì a Palazzo Marino Beppe Sala dovrebbe rispondere alle domande del consiglio comunale. Ma il momento chiave sarà sicuramente mercoledì 23 luglio, quando Catella, insieme ad altri testimoni e indagati, sarà ascoltato dal Gip.
In quell’occasione verrà depositata la memoria difensiva che, nei piani dei legali, dovrebbe smontare l’impianto accusatorio con una serie di prove documentali ritenute decisive. Solo dopo tale confronto la difesa ha annunciato che renderà pubblici i contenuti della propria posizione.
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Intanto, l’inchiesta continua ad allargarsi, con nuovi risvolti attesi anche nelle prossime settimane. Al momento sono sotto la lente della Procura decine di progetti edilizi milanesi, con particolare attenzione alle modalità di approvazione e ai rapporti tra politica e privati. Alcuni cantieri sono stati già sottoposti a sequestro preventivo, mentre altri potrebbero subire rallentamenti o stop in attesa di chiarimenti giudiziari.
Una vicenda che scuote la finanza immobiliare milanese
L’inchiesta sembrerebbe rappresentare sempre di più un terremoto per il mondo immobiliare milanese. Decine i cantieri bloccati a seguito dell’inchiesta.
Coima è uno degli operatori più rilevanti a livello nazionale e ha contribuito in maniera determinante alla trasformazione del volto di Milano negli ultimi due decenni. Basti pensare a Porta Nuova, sede di alcune delle architetture più iconiche della nuova Milano, o ai piani di sviluppo per l’ex Scalo Farini.