Si è spento a Milano, a 98 anni di età, Beppe Della Porta una figura di riferimento di assoluta importanza nell’ambito della lotta ai tumori e della ricerca
Molti lo ricordano soprattutto per la sua intensissima attività pubblica con la quale riuscì a rendere la sua creatura più nota, l’AIRC – l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro – qualcosa di più di una semplice Fondazione con fini di carattere benefico.
Beppe Della Porta, 98 anni, è stato un uomo che ha avuto la feroce determinazione di dedicare una intera esistenza alla ricerca ma soprattutto una personalità che con la sua empatia è riuscito a circondarsi di testimonial fenomenali che hanno reso l’AIRC una delle prime istituzioni in Italia per la raccolta fondi.
Beppe Della Porta, era nato a Milano il 2 aprile 1926, aveva 98 anni. Laureato in Medicina e Chirurgia alla Statale di Milano ha deciso fin da giovanissimo di proseguire i suoi studi con un lungo percorso di ricerca trasferendosi negli Stati Uniti, dove ha completato la sua formazione nel prestigiosissimo Chicago Medical. Erano gli anni ‘50, un periodo in cui la ricerca oncologica stava iniziando a guadagnare terreno.
Al suo ritorno in Italia negli anni ’60, Della Porta si dedicò alla creazione della Divisione di Oncologia Sperimentale presso l’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano, assumendo fin da subito la direzione della nuova divisione.
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Il suo approccio innovativo, la capacità di circondarsi di giovani che vivessero l’impegno medico con la sua stessa dedizione e vocazione ma soprattutto la sua straordinaria capacità comunicativa nel corso di convegni che gli attirarono le simpatie di molte personalità illustre – alcune delle quali cominciavano purtroppo a confrontarsi con la tremenda malattia – ha letteralmente cambiato il percorso della ricerca del nostro paese.
Della Porta insieme a Umberto Veronesi e con il sostegno di alcuni imprenditori milanesi, fonda nel 1965 l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) che diventa la prima charity in Italia dedicata esclusivamente al finanziamento della ricerca scientifica sul cancro.
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Oggi tutti la conosciamo come Fondazione AIRC. Il suo marchio è popolarissimo grazie al lavoro di numerosi testimonial, alle giornate televisive interamente dedicate alla raccolta fondi punto su tutte Telethon, una delle iniziative che proprio Veronesi e Della Porta forti di quelle che erano le loro esperienze negli Stati Uniti riuscirono a imporre con grande successo nel nostro paese.
Il contributo di Della Porta alla ricerca oncologica non si è fermato alla fondazione dell’AIRC. Alla fine degli anni ’90 ha creato l’Istituto di Oncologia Molecolare (IFOM) di Milano, un altro pilastro fondamentale nel panorama della ricerca oncologica italiana. L’IFOM è oggi un centro all’avanguardia, uno dei migliori del mondo. Ospita oltre 230 ricercatori provenienti da 28 paesi nella loro età media è sorprendentemente giovane. I veterani non superano i quarant’anni di età.
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L’IFOM è stato il capolavoro finale di Della Porta, una di quelle strutture all’interno delle quali è riuscito a veicolare non solo la sua conoscenza ma il suo modo di affrontare la malattia con un approccio che forse non solo scientifico ma anche empatico in un lavoro di squadra e in un contesto tecnologico straordinariamente avanzato.
Il valore del contributo di Della Porta alla scienza è stato riconosciuto attraverso numerosi premi e onorificenze. Nel 2012, il Comune di Milano gli ha conferito l’Ambrogino d’Oro per il suo rilevante contributo alla ricerca sul cancro. Nel 2015, in occasione del 50° anniversario dell’AIRC, ha ricevuto insieme a Umberto Veronesi il premio “Credere nella Ricerca” dalle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Nel 2019, la Fondazione AIRC ha istituito il premio biennale “Beppe Della Porta”, assegnato a giovani ricercatori che si distinguono per la rilevanza e l’innovatività dei loro studi sul cancro condotti in Italia.
Andrea Sironi, oggi presidente della Fondazione AIRC, ha ricordato come, in un periodo in cui la parola “cancro” era ancora un tabù, Della Porta, con coraggio e lungimiranza, riuscì a coinvolgere milioni di cittadini nella lotta contro questa malattia, garantendo all’oncologia italiana le risorse economiche e la visione necessarie per emergere come eccellenza nel panorama scientifico internazionale.
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Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico della Fondazione AIRC, ha sottolineato che il rigore e il merito scientifico erano i pilastri su cui Della Porta aveva costruito l’AIRC, affascinando e ispirando generazioni di giovani ricercatori.
Tra i primi ‘amici’ che Della Porta riuscì a coinvolgere nella sua lunghissima battaglia per sensibilizzare gli italiani nel sostegno della ricerca ci furono Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, anche loro toccati dal male in più occasioni e da quel momento infaticabili sostenitori dell’AIRC e del lavoro del professore.
Beppe Della Porta lascia un’eredità immensa. La sua capacità di vedere oltre le sfide immediate e di immaginare un futuro in cui la ricerca sul cancro potesse fiorire ha cambiato radicalmente il corso della medicina oncologica in Italia. L’IFOM, l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e la stessa Fondazione AIRC sono testimonianze viventi del suo impegno e della sua visione.
Lascia la compagna Patrizia Strambio de Castillia, le figlie Alessandra e Carola e i nipoti, che lo ricordano come un uomo di straordinaria umanità e dedizione. I funerali si terranno lunedì 5 agosto a Valmadrera (Lecco), a Villa Gavazzi, dove amici, colleghi e familiari potranno rendere omaggio a una delle figure più importanti della medicina italiana.
Figura chiave e pioniere dell’oncologia sperimentale italiana ha scelto di restare fino all’ultimo nella sua casa di Milano, circondato dalle figlie e dai nipoti. Una grande perdita per la comunità scientifica e per la città.