Tiene banco la vicenda del fantoccio di Elon Musk appeso a testa in giù a Piazzale Loreto, la Procura di Milano attende l’informativa della Digos per decidere se aprire un’inchiesta; intanto l’immagine, diffusa sui social, è stata rimossa
Da una parte la rivendicazione, ostentata sui social con foto e post che hanno avuto un enorme risalto nel corso degli ultimi giorni.
Dall’altra la decisione di rimuovere tutto non appena sul posto sono arrivati gli agenti della DIGOS e si è sparsa la voce di una possibile inchiesta penale nei confronti di chi ha appeso il fantoccio di Elon Musk a testa in giù in piazzale Loreto.
Elon Musk, indagine sul fantoccio a Loreto
La notizia di oggi è questa. La Procura di Milano sta valutando l’ipotesi di aprire un’indagine con ipotesi di reato nei confronti di chi ieri ha esposto il fantoccio raffigurante Elon Musk – il multimiliardario proprietario di Tesla e Space X – a testa in giù in Piazzale Loreto.
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Il gesto, rivendicato dal collettivo studentesco di sinistra Cambiare rotta, richiama simbolicamente i tragici eventi storici accaduti nello stesso luogo nell’immediato secondo dopoguerra quando il corpo di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di altri sedici gerarchi fascisti fu portato in piazzale Loreto ed esposto alla rabbia dei milanesi. Era il 29 aprile 1945.
Il fantoccio di Elon Musk diventa indagine
La vicenda potrebbe prendere una piega giudiziaria dopo che le immagini dell’azione sono state condivise sui social media e solo in un secondo momento, quando la notizia ha preso il sopravvento sui giornali con un notevole riscontro anche sulla stampa straniera, rimosse da Facebook e Instagram e da altri social network.
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Anche se alla rimozione avrebbero provveduto i gestori editoriali delle varie piattaforme, per una presunta violazione degli standard. La Procura è ora in attesa dell’informativa della Digos per decidere se aprire un fascicolo d’indagine.
La rivendicazione del collettivo Cambiare rotta
Il collettivo studentesco Cambiare rotta ha rivendicato il gesto tramite i propri canali social. La fotografia del fantoccio, realizzato con un sacco di plastica e una stampa del volto di Musk, è stata accompagnata dalla frase provocatoria: “C’è sempre posto a Piazzale Loreto, Elon…”.
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Il gesto è stato interpretato come una critica alle presunte simpatie di destra attribuite al miliardario ma anche a un gesto, un presunto saluto romano, che Musk avrebbe fatto ai sostenitori di Donald Trump durante la cerimonia di insedimento del 47esimo presidente americano.
La posizione di Facebook e Instagram
Facebook e Instagram hanno rapidamente rimosso le immagini del fantoccio dai profili del collettivo. Secondo i social, le foto violavano gli standard della community. Gli attivisti hanno reagito con sarcasmo, sostenendo che lo stesso Elon Musk e Meta, la società di Mark Zuckerberg proprietaria di Facebook e WhatsApp, non abbiano gradito troppo il riferimento storico implicito nel loro gesto.
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L’azione del collettivo, seppur simbolica, ha suscitato accese discussioni online, dividendo l’opinione pubblica tra sostenitori della libertà di espressione e coloro che ritengono inappropriati tali richiami storici.
La Procura indaga
La Procura di Milano sta valutando il caso e ha richiesto una dettagliata relazione alla Digos. L’obiettivo è comprendere se sussistano gli estremi per aprire un fascicolo e, in tal caso, con quale ipotesi di reato. Al momento, si attendono ulteriori sviluppi dalle autorità competenti.
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L’azione, che ha richiamato simbolicamente il tragico epilogo di Benito Mussolini, potrebbe essere esaminata sotto il profilo di apologia di reato o altre ipotesi legali legate all’istigazione.
Le polemiche sul gesto di Musk
Le critiche mosse a Elon Musk trovano origine in un gesto compiuto durante la cerimonia di insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. Musk, in quell’occasione, avrebbe battuto il pugno sul petto e alzato il braccio destro per due volte. Questo gesto è stato interpretato da molti come un saluto romano, suscitando indignazione a livello internazionale.
Andrea Stroppa, referente italiano di Musk, ha difeso l’imprenditore, spiegando che il gesto è stato frainteso. Stroppa ha anche dichiarato che Musk, essendo autistico, avrebbe compiuto il gesto come un’espressione simbolica per comunicare il proprio affetto e gratitudine così come fa molto spesso negli eventi pubblici e che l’interpretazione di questo gesto sarebbe stata forzato e assolutamente frainteso.