Svolta nel delitto di Covo (Bergamo), arriva lâestradizione del pakistano Khadim Hussain dalla Svizzera allâItalia dopo lâuccisione del coinquilino avvenuta il 17 dicembre scorso e la tentata fuga allâestero
Dopo aver ucciso a coltellate il suo coinquilino e connazionale Sajid Ahmad, di 29 anni, il killer aveva tentato la fuga in Svizzera. Qui fu fermato dalla Polizia cantonale. Ora, dopo appena 6 giorni dallâomicidio per cui è accusato, il pakistano 30enne Khadim Hussain verrĂ estradato in Italia.
Il 17 dicembre scorso in un appartamento di Covo, provincia di Bergamo, il pakistano uccise a coltellate il suo coinquilino. Dopo lâomicidio lâassassino era salito in auto e si era diretto verso il confine svizzero con lâintendo di scappare per non farsi prendere. Giunti sul luogo del delitto per i primi rilievi, i sospetti dei carabinieri della Compagnia di Treviglio e dei colleghi del Nucleo investigativo di Bergamo, coordinati dal pubblico ministero Giampiero Golluccio, titolare del fascicolo, puntarono subito al coinquilino 30enne.
Khadim Hussain era destinatario di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso ed internazionalizzato dalla Procura di Bergamo con lâausilio della Direzione Generale e degli Affari Internazionali e della cooperazione giudiziaria del Ministero della Giustizia. Eâ stato estradato dalla Svizzera in Italia.
Una volta arrivato nel nostro Paese, al 30enne gli sono stati notificati dalla Polizia di Frontiera il provvedimento di fermo e il sequestro di alcuni indumenti consegnati poi ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo per le indagini. Lâindagato si trova ora presso il carcere di Como a disposizione della Procura locale la quale chiederĂ la convalida al gip dellâarresto e la successiva trasmissione degli atti a Bergamo.
Dal giorno dellâomicidio avvenuto nellâappartamento di Covo (Bergamo) per lâassassino pakistano Khadim Hussain, le ore erano contate. Lâuomo di 30 anni aveva accoltellato fino a procurargli la morte il coinquilino e connazionale Sajid Ahmad, 29enne che con lâindagato condivideva lâabitazione di via Pradone.
Secondo quanto riferito anche dagli altri coinquilini presenti in casa, quella domenica (17 dicembre) tra i due uomini era nata una discussione poi sfociata nellâaccoltellamento del 29enne. I testimoni hanno raccontato di una lite iniziata intorno allâora di pranzo, e di aver visto subito dopo Hussain uscire di corsa dallâappartamento, salire in auto e allontanarsi a gran velocitĂ .
Ma nel frattempo il pakistano sarebbe stato localizzato dagli investigatori allertati dopo il fatto di sangue. Il movente da cui è scaturito il brutale litigio finito poi con la morte di Sajid Ahmad è ancora incerto. Gli investigatori ipotizzano una questione di soldi, ma non sono escluse altre piste.
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In un primo momento si era ipotizzata lâora del decesso nel tardo pomeriggio di domenica 17 dicembre, subito dopo la scoperta del cadavere nellâappartamento, al numero 2 di via Padrone a Covo. Ma lâora della morte potrebbe essere avvenuta molto prima secondo le indagini in corso.
Un particolare che, se confermato, sarebbe risultato fondamentale nella fuga del killer verso il confine svizzero. Le ricerche del trentenne pakistano erano state estese, oltre che nella provincia di Bergamo, anche nelle province di Milano, Brescia e Cremona ma la pista estere non era stata esclusa. Ed è stato proprio questa a risultare vincente. Il 30enne è stato infatti bloccato nella tarda serata di martedÏ scorso subito dopo aver varcato i confini con la Svizzera.
La vittima, dalle indagini eseguite, non è risultato avere precedenti. Anche lui, come molti altri connazionali, aveva raggiunto la provincia di Bergamo in cerca di fortuna. Prima di morire ammazzato aveva trovato un impiego come addetto al confezionamento in una ditta del Milanese. Ora sulla sua salma si aspettano i risultati dellâesame autoptico.