L’indagine sul caso shock del carcere minorile Beccaria di Milano sulle violenze ai detenuti si allarga ancora di più. Spuntano altre 20 giovani vittime, torturate e picchiate dagli agenti
La denuncia sporta da altri 20 detenuti del carcere minorile di Milano, Cesare Beccaria, arriva dopo il blitz di un paio di mesi fa che ha visto l’arresto di 13 agenti della Polizia penitenziaria e la sospensione di altri 8 per le violenze contro i giovani detenuti.
Lo scandalo del fallato “sistema Beccaria” ora si allarga ancora di più con altre nuove vittime. Nell’inchiesta sulle botte e le torture ai detenuti della casa circondariale meneghina ci sarebbero, infatti, una ventina di altri minori che hanno denunciato i pestaggi ricevuti da parte degli agenti.
Si aggiunge un nuovo tassello al filone d’indagine coordinato dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena e condotto dalla squadra mobile e dalla polizia penitenziaria. Dopo la scoperta di una ventina di nuovi detenuti, vittime dei soprusi in carcere da parte degli agenti, alcuni dei minori che hanno denunciato le torture sono stati ascoltati e messi a verbale.
Altri saranno, invece, sentiti entro la fine di questa settimana, per un totale di una decina in tutto. Poi, nelle successive settimane, gli investigatori dovrebbero sentire anche altri dieci giovani detenuti già individuati dagli inquirenti in fase di indagini. Secondo quanto riportato da MilanoToday, la procura meneghina avrebbe già messo insieme diversi elementi estrapolati dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza e le querele presentate dai legali dei giovani detenuti.
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Al termine delle indagini gli inquirenti si concentreranno sulla tranche delle presunte omissioni valutando anche le posizioni degli ex vertici del carcere Beccaria, ovvero due ex direttrici già indagate nonché il personale educativo e sanitario.
Dopo gli arresti avvenuti ad aprile scorso, il Giudice per le indagini preliminari, (Gip) ha limitato solo al carcere Beccaria le sospensioni dal servizio per alcuni dei poliziotti e sostituito la detenzione in carcere con i domiciliari per altri agenti arrestati. La decisione è stata già impugnata dai pubblici ministeri davanti al Riesame.